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Cosa fare dopo un colloquio (e cosa non fare)

Courtesy by Levi Meir Clancy

PC La percezione del tempo, ce lo dice anche la teoria della relatività, non è la stessa per tutti. Sicuramente non è la medesima tra chi attende una risposta dopo aver fatto un colloquio e chi la risposta la deve dare. Chi ha sostenuto il colloquio, anche inconsciamente, ritiene che decidere se assumerlo o meno dovrebbe essere per il suo capo una priorità: in fondo ha avviato lui o lei una ricerca di personale, e ha magari anche detto durante il colloquio che avrà bisogno che la persona scelta si riesca a liberare con la massima sollecitudine degli impegni con l’attuale datore del lavoro. Questo fatto non è minimamente una garanzia che lui o lei prenda con la stessa velocità che richiede una decisione. Perché la realtà è che l’assunzione di una persona non è praticamente mai la prima priorità del selezionatore (budget che cambiano, materie prime alle stelle, clienti esigenti sono inevitabilmente solo alcuni degli aspetti più impellenti con i quali deve convivere).Per questo, quando sono passati tre giorni dal colloquio, per chi lo ha sostenuto si è trattato un’eterna attesa di un telefono che non suona, che fa impallidire il ricordo dei bisticci tra innamorati, mentre per il possibile datore di lavoro, sono trascorse poche ore nelle quali non si è riusciti neppure a parlarne con il proprio capo che dovrà dare l’ok definitivo.

Cosa fare per attenuare l’ansia e aumentare le probabilità di essere presi, e soprattutto cosa non fare? Nella selezione di uno stagista che ho appena concluso ho ritrovato due comportamenti che esemplificano un atteggiamento positivo e costruttivo, e uno che pone dei dubbi sull’atteggiamento futuro del candidato.

Comportamento utile e positivo: la candidata, che poi ho preso, mi ha inviato una mail nella quale ribadiva il suo desiderio a lavorare nella nostra società e a svolgere il tipo di lavoro che le avevo descritto. Una lettera nella quale dava prova di aver capito perfettamente cosa avrebbe dovuto fare e come si sarebbe rivelata utile, di aver compreso i valori aziendali, e di avere una sincera e concreta intenzione a fare del suo meglio con quello che potevamo offrirle. Dopo questa lettera ben scritta, una silente e discreta attesa.

Comportamento assillante e poco qualitativo: un altro candidato si è limitato a scrivere per sapere se era già stata presa una decisione, e a farlo qualche volta più del necessario, sia con me che con il tutor del master, dimostrando così implicitamente di avere difficoltà a gestire lo stress, un elemento che non risulta mai vincente nel mondo del marketing e della comunicazione.

Nei miei cambi di lavoro ho imparato che purtroppo quella che per chi sta cambiando è una priorità impellente (avere delle certezze, fare previsioni sul futuro, anche solo pensare a quale percorso sarà più comodo per andare nel nuovo posto di lavoro) non corrisponde mai alla concezione di quanto tempo sta passando da parte del selezionatore. Rassegnatevi quindi, non diventate stalker, cercate se possibile dei modi utili e intelligenti per ricordare al vostro futuro capo che esistete e che potreste diventare una risorsa utile (se solo vi chiamasse per dirvi – finalmente – che il lavoro è vostro!)

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Buon Compleanno Trampolino!

PB Nel marzo del 2012 io e Paola abbiamo inaugurato il nostro Bog.

Venivamo dalla crisi del 2008 (crollo delle borse, crollo dell’occupazione), avevamo figli alle medie e desiderio di dare consigli con leggerezza e profondità (si, pare un ossimoro, ma si può essere concreti e sognatori ad un tempo) ai giovani che si avventuravano nel mondo del lavoro.

Oggi sono passati 10 anni, abbiamo figli al liceo (o alle prime esperienze professionali) e i ragazzi hanno ancora bisogno , tra virus e conflitti, di avere uno sguardo progettuale sul futuro e magari di qualche buona dritta per non scoraggiarsi.

Io e Paola siamo ancora qui. Io sempre a occuparmi di Moda, lei sempre tra Food e Comunicazione.

Così dibattiamo al telefono , tutti i giorni driblando il traffico (io da Milano sud, lei per Milano nord) di Metaverso, di Dark shop, di tendenza alla frugalità e di stagisti super preparati. Di colleghi con crollo nervoso, di capi a volte visionari e a volte no. Parliamo delle lezioni al Master, del fenomeno delle grandi dimissioni (il Big quit americano che sta arrivando anche da noi) ma anche di scarpe (io Mary Jane, Paola stivali: due scuole di pensiero) e pesto genovese.

Con la scusa delle riunioni di redazione, anche quando scrivere diventa difficile (perché non si ha tempo, o voglia, o ispirazione) ci scambiamo pensieri e opinioni, consulenze professionali sottobanco e molto, molto altro.

Non so se Trampolino abbia aiutato i nostri lettori. Ma a noi, amiche per sempre, è servito come scusa , colla, svago, salvagente, motivazione. E’ diventato un pezzo della nostra amicizia. Auguri Trampolino, Buon Compleanno!

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Buoni propositi

PB

Buoni propositi
  • Salire a piedi. Sempre.
  • Cucinare cibi nuovi, più gustosi, meno carne.
  • Pilates almeno due volte alla settimana. E sabato piscina, ora che ha riaperto.
  • Leggere il Vecchio Testamento. E Proust. E i libri consigliati dai figli delle amiche.
  • Leggere in lingua originale (non il Vecchio Testamento)

Si torna dalle vacanze pieni di buoni propositi. Io ne potrei riempire due pagine (alcuni riguardano Sarajevo, altri Diocleziano, passando dal non essere pigra, fare lo spid, andare a Teatro, imparare a farmi la piega). Dicono sui Magazine che al 15 settembre li avremo già tutti dimenticati, i buoni propositi dell’estate.

Ma uno riguarda il lavoro. Di questo si parla in questo blog, vero? E voglio vedere se resiste all’autunno.

Cavoli settembre è proprio il nostro capodanno, come a scuola.

Io ho deciso di approfondire, buttarmi a pesce, diventare pure brava se possibile, in quello che fino ad ora ho evitato come il morbillo.

Ho passato gli ultimi 15 mesi a dribblare quello che non mi piaceva. Come quando non si studia matematica perché la prof è una carogna e non spiega bene e ti mette in difficoltà su tutto.

Ogni scusa buona per bigiare, glissare, passare inosservata, per sopravvivere fino al suono della campanella.

Un sacco di energie a evitare il peggio, a sfuggire il pericolo vettori, l’angoscia dei prodotti notevoli, la trappola delle equazioni di secondo grado.

Avessi messo le stesse energie a fare matematica anziché a cercare di evitarla, oggi sarei Archimede anziché il mago Silvan.

Ognuno di noi ha la sua matematica al lavoro.

Io quest’anno mi ci butto in questa acqua tempestosa. Ci dedicherò più energia, più studio, più tempo. Quando avrò voglia di scappare, cercherò la prima linea. Che per i timidi non è cosa semplice.

Ma se la preparazione è la metà del successo, metterò il lato secchione dove ho poco talento. Per poi magari scoprire che la matematica non è così male. Ha funzionato con lo sci (peso a valle per non cadere, quando l’istinto ti faceva aggrappare a monte). Ha funzionato con i contratti di licenza (l’ Avvocato Sartori sa di che parlo: alla fine era quasi divertente negoziare con lei al fianco con fantasiosissimi e levantini licenziatari). Al liceo dal terzo anno ha funzionato con la matematica, perché non dovrebbe andare bene anche al lavoro questa volta?

Noiosi contratti commerciali, microscopiche condizioni generali di vendita, infinite conferme d’ordine, agognate lettere di credito, severi pagamenti anticipati, gesuitiche certificazioni doganali: à nous deux maintenant! (beh si, Balzac è sempre meglio della matematica…)

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Riletture estive: i nostri post più visti

PC Trampolinodilancio si prende un paio di settimane di vacanza, nelle quali forse finalmente Patrizia ed io troveremo il tempo di scrivere un paio di post di cui abbiamo già appassionatamente discusso durante le riunioni di redazione (cioè le telefonate che ci accompagnano nel tragitto casa-lavoro, più o meno lunghe a seconda di variabili esogene quali il traffico, le chiamate di altre amiche, appuntamenti telefonici con clienti o colleghi et similia). Se avete già letto l’ultimo libro di Fred Vargas e state per esaurire la Lettura, l’inserto domenicale del Corriere – due fonti di grande piacere in questa estate 2015 – potreste aver voglia nel frattempo di rileggere o leggere, se ve li eravate persi, alcuni dei nostri articoli più visualizzati:

Come non iniziare una lettera di lavoro 

5 errori nello scrivere la lettera di presentazione 

Come si scrive un meeting report

Come sostenere un colloquio su skype

Profilo Linkedin: ecco cosa pensa un cacciatore di teste

Carriera e figli: si sopravvive recitando

Buona lettura e buona estate a tutti i nostri lettori!

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Il vostro cv ha in media 8,8 secondi per farsi notare o cestinare

PC Uno degli effetti collaterali della crisi è il fatto che per ogni richiesta di impiego ci siano, rispetto a un tempo, molte più persone che fanno domanda e probabilmente meno persone che si occupano della selezione (anche i selezionatori sono vittime di tagli e ristrutturazioni aziendali).cestino

Il National Citizen Service,  il programma britannico che offre formazione ai giovani in cerca di lavoro, ha intervistato 500 aziende e scoperto che il numero di cv che arrivano per ogni posizione è raddoppiato in due anni, obbligando i responsabili della selezione a decidere in 8.8 secondi quali tenere e quali cestinare.

Cosa cercano in questi pochi secondi i selezionatori? Innanzitutto quello che viene definito l’elevator pitch: una frase che vi descriva e riassuma le vostre capacità e competenze in modo originale, impattante, dimostrando forza di carattere, tenacia e resilienza.

Un suggerimento sempre valido è quello di evitare gli aggettivi  banali o il cui contrario sia evidentemente negativo (vale la pena di dire che siete motivati? Se non lo foste avreste mandato il cv? È utile aggiungere che siete dinamici? Se foste pigri come un bradipo lo direste?). Resto sempre colpita da alcune frasi di House of Cards, la serie tv che ha a mio parere i migliori sceneggiatori. In un recente episodio un esperto di politica internazionale afferma: “I’d say there are nine consultants in the country who truly know foreign policy. Me: I’m number one. Me in coma, I’m number two.” Memorabile vero? (Se non lo avete capito andate direttamente all’ultimo punto di questo post).

Inoltre, nei pochi secondi dedicati al vostro cv, verranno apprezzate le attività extra curriculari, le passioni e gli interessi, più che i voti ottenuti (in particolare ovviamente se affini all’impiego per il quale ci si candida).

Alcuni suggerimenti formali per assicurarvi di avere impatto anche in 8.8 secondi:

  • Non superate la pagina, soprattutto se siete alla ricerca del primo lavoro. Il format europeo che obbliga ad elencare stage e lavoretti estivi con date e specifiche fa arrivare a due pagine anche i cv di giovani laureandi di 22 anni. Cercate di sintetizzare le diverse esperienze in modo da dimostrare i vostri interessi, ad esempio raggruppandole per temi (attività di volontariato, stage con solo l’elenco veloce del lavoro svolto e dove). Il one page document è una regola aurea che vale anche in questo caso.
  • Aggiungete una foto che comunichi qualcosa di voi: un sorriso e uno sguardo vivace e comunicativo fanno spesso più di tante parole.
  • Usate un carattere facile da leggere, evitate gli eccessi di creatività. Non potete conoscere i gusti di chi lo selezionerà, per questo è meglio usare un approccio standard
  • Formattate in modo utile e piacevole gli argomenti, in modo che sia ad esempio immediato recuperare il vostro numero di telefono o facile controllare qual è il vostro più recente impiego
  • Usate il grassetto per evidenziare le caratteristiche che vi rendono particolarmente adatti al ruolo per il quale vi proponete: può essere l’attuale posizione, se state svolgendo un lavoro simile, oppure una particolare esperienza all’estero, o ancora la conoscenza di una lingua straniera utile per quell’azienda, ma anche un hobby che coltivate da anni (fabbricate mobili in garage? Ditelo se fate domanda al marketing di Leroy Merlin; avete un blog di cucina? Evidenziatelo se mandate il curriculum in un gruppo alimentare; avete realizzato dei video per la scuola? Sottolineatelo se volete farvi assumere in un’agenzia di pubblicità)

E infine alcuni errori che la ricerca indica come sufficienti per far cestinare il vostro cv, anche prima che siano passati i fatidici 8.8 secondi:

  • errori di battitura
  • errori di grammatica
  • tono troppo informale
  • uso di espressioni gergali
  • lista di tutti i voti conseguiti durante gli studi
  • passioni e interessi elencati senza specifiche (ad esempio: la lettura, la cucina)
  • mancanza di attività collegate allo sviluppo personale

Dato che la ricerca è stata svolta in Gran Bretagna manca un punto fondamentale che aggiungo a nome di tutti i reclutatori italiani nell’ambito del marketing e della comunicazione (e non solo):

  • inglese perfetto. Solo pochi giorni fa ho sconsigliato un brillante studente del mio corso di Brand Lab che vuole diventare account dal mandare il suo curriculum nelle agenzie di pubblicità dopo aver visto (forse in meno di 8.8 secondi) che dichiara una conoscenza dell’inglese solo buona. Il miglior consiglio che mi sono sentita di dargli è di andare almeno tre mesi in un paese di lingua inglese, anche a fare il cameriere, per impararlo perfettamente e poi cominciare a inviare cv.
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Come attivare gli archetipi giusti in vista di un colloquio.*

Daniela Pellegrini

Daniela Pellegrini

PC Daniela Pellegrini, collega in Iulm di cui abbiamo già avuto modo di parlare, ha deciso di affiancare un nuovo lavoro come personal life coach al suo impegno come manager nell’ambito del marketing e della comunicazione. Si sta specializzando su temi legati alla analisi e lo sviluppo delle problematiche personali rivolte al Burnout, crescita personale, e allo Space Cleaning perché, come ci racconta, sono aree che le permettono di entrare in punta di piedi nella vita delle persone ed aiutarle in un loro percorso di crescita. Ha deciso di aiutare i nostri giovani talenti con alcuni consigli che nascono anche dagli argomenti trattati insieme a lezione. Ecco il primo, che come ci anticipa “è un post rivolto al femminile, ma da cui anche i signori maschietti possono trarre spunti utili.”

Daniela Pellegrini.: Durante il corso di Brand Lab in Iulm si è parlato di archetipi quali modelli di riferimento di costruzione non solo della personalità dell’uomo, vedi le teorie di Jung, ma anche di una marca, modelli utili nel momento di passaggio dalla strategia allo sviluppo dell’idea creativa.

L’invito è quindi quello di considerare anche noi stessi “marca”. In fin dei conti quando andiamo ad un colloquio di lavoro “ci vendiamo”: ci presentiamo, cerchiamo un contatto, stabiliamo una relazione, e dobbiamo farlo con elementi distintivi. Noi siamo “brand”.

Oltre agli aspetti esteriori di cui si parla spesso, come vestirsi, come stringere la mano, come sorridere e stare seduti etc… anche molti altri aspetti della nostra personalità giocano nel giudizio di chi ci sta esaminando.

A questo proposito vi consiglio il libro d  J.S. Bolen, che tratta delle Dee dell’Olimpo quali archetipi-modello al femminile che influenzano il nostro modo di essere e quindi il nostro agire. Può essere molto utile sfruttare questi modelli anche durante un colloquio di lavoro, imparando così quali di questi giocano a nostro favore, in modo da fare emergere il meglio di noi stessi.

Uno nota importante. Dentro di noi vivono tutti gli archetipi ma a tratti, o in momenti diversi, ne vengono attivati uno o più di uno di essi. Sta a noi, in base alla situazione in cui ci troviamo e l’obiettivo che vogliamo raggiungere, attivare l’archetipo più adatto.

Vediamo ora una carrellata veloce del profilo delle Dee:

Dee nella categoria delle Vergini che rappresentano le qualità femminili dell’indipendenza e dell’autonomia:

– Atena: dea della saggezza, fra i romani era nota come Minerva. Ha capacità strategiche e razionali ed è portata a muoversi con grande determinazione. Ha anche la capacità di tenere sotto controllo le situazioni e muoversi in modo adeguato in mezzo a loro.

– Artemide: dea della caccia, per i romani era Diana, agisce in modo veloce e deciso. Impersonifica lo spirito indipendente e competitivo. In ambito lavorativo si trova bene a sostenere ruoli di comando ed è spinta verso avanzamenti di carriera.

– Estia: dea del focolare, la Vesta dei romani. Ha grande capacità di intuito. Non ama essere ambiziosa e può risultare timida, introversa o dimostrare inadeguatezza se si trova in un ambiente non consono a lei.

Dee nella categoria delle Vulnerabili la cui identità e benessere dipendono dalla presenza di rapporti significativi.

– Era: Giunone fra i romani, è la moglie di Zeus. Vede nel matrimonio la sua finalità di vita e non considera il lavoro una delle sue priorità. Ha spesso momenti di rabbia che deve imparare a gestire.

– Demetra: vive la famiglia e i figli come l’espressione della sua capacità di prendersi cura delle persone e delle cose. Sul lavoro non dimostra grande competitività ed ambizione.

– Persefone: caratterizzata da due aspetti contrastanti fra loro. Kore, giovane fanciulla e Persefone (o Proserpina nei romani) regina degli inferi. Come Kore è una fanciulla che non conosce bene le sue capacità mentre sotto le vesti di Persefone ha una tendenza ad avere un atteggiamento passivo e condiscendente.

Afrodite: dea in una categoria a se stante. Personalità estroversa ed eclettica. Dal momento che non è attirata da compiti ripetitivi, gli impieghi monotoni e le situazioni statiche la annoiano e quindi tende a mollare il colpo. E’ l’archetipo che maggiormente è attirato dalle professioni artistiche.

Siete in procinto di affrontare un colloquio? Fate un breve esame delle vostre attitudini caratteriali e decidete come è meglio porvi al vostro interlocutore. Create quindi una sorta di collegamento con gli archetipi ed attivate quello che maggiormente necessita in quel preciso momento. Ecco alcuni spunti:

  • Fate in modo che lo spirito organizzativo e la capacità di lavorare anche sotto stress sia in mostra durante il colloquio, come farebbe Atena.
  • Siate Artemide, ma state attente a non essere troppo aggressive, mostrate invece la vostra spinta ad agire.
  • Attivate Estia se dovete “captare” la situazione in cui vi trovate, o fate intravedere al vostro interlocutore che avete un certo sesto senso.
  • Non vi piace una domanda o una affermazione che vi è stata detta? Fate in modo che la Giunone che è in voi non esploda e non date segni di impazienza, neanche con la mimica facciale.
  • Lasciate sopire Persefone e Demetra se il lavoro per cui fate il colloquio prevede situazioni di stress o ruoli di comando.
  • Non lasciate troppo libera Afrodite: al management di un’Azienda non dà sicurezza una personalità scostante.

Questo post può essere sì considerato un piccolo divertimento, ma vi assicuro che ad un colloquio dimostrarsi sicuri di sé ma non arroganti, una persona affidabile e con capacità di relazione, un individuo capace di volontà ma anche di autocontrollo, sono aspetti che possono giocare una carta vincente in più per voi rispetto agli altri candidati.

*Liberamente tratto dal libro di J.S. Bolen – Le Dee dentro la donna – Ed. Astrolabio

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Cercare lavoro è come un corteggiamento

PC Giovanna Landi, la mia ex studentessa IULM che rimane appassionata di Personal Branding anche dopo averci dedicato la tesi di laurea, ci ha mandato un nuovo articolo che ben volentieri pubblichiamo. “Qualche mese fa ho partecipato al seminario “Effective Presentation” in Bocconi, tenuto da Simone Bandini Buti. Avevo già avuto l’onore di partecipare ad altri suoi seminari sul “Team Building” e sulla “Comunicazione Efficace” e devo ammettere che ogni volta rimango colpita da come riesca a coinvolgere i partecipanti mettendo in pratica il suo motto “imparare divertendosi”. Il seminario si è presto trasformato in una carrellata di consigli e aneddoti riguardo la stesura di cv e lettera di motivazione e sul colloquio, con molte metafore divertenti quanto efficaci sulla ricerca del lavoro come un corteggiamento amoroso. E proprio questa bizzarra analogia mi ha fatto tornare in mente tutte le volte che, studiando Marketing, finivo inevitabilmente per applicare i concetti alla vita amorosa, in modo da fissarli e ricordarli meglio (per esempio, diversificazione del rischio di portafoglio= provarci con tante persone diverse così anche se uno dice di no, rimangono gli altri). Sarà per questo che sono single? Forse sì, ma continuo a trovare queste similitudini tanto insolite quanto estremamente d’impatto.

Cercare lavoro è, per certi versi, esattamente come un corteggiamento: per esempio bisogna dimostrare interesse per la persona che si corteggia. Ci sogneremmo mai di approcciarci in questo modo con una persona che ci piace?

Vorrei uscire con te

No. E allora perché continuiamo a farlo nei confronti di chi valuta e seleziona il nostro profilo professionale?

DOMANDA DA PORCI

O ancora: se vogliamo conquistare l’attenzione di una persona è più efficace farle un complimento rivolto a una sua reale caratteristica, o è meglio un approccio standard come questo?

Hai degli occhi bellissimi

 

Ovviamente è più efficace un approccio personalizzato e allora perché continuiamo a mandare lettere di motivazione come questa?Letteramotivazione

(scusate la qualità delle vignette che ho fatto io con photoshop!)” Giovanna Landi

Penso che i nostri lettori sapranno apprezzare la qualità dei contenuti – senza fermarsi alla forma non perfetta – e la proattività dimostrata, grazie Giovanna! Quando hai un attimo devi raccontare come hai saputo proattivamente corteggiare l’azienda nella quale sei stata presa come stagista.

 

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Un esempio di come non scrivere una lettera d’accompagnamento

PC Le mamme manager che abbiamo ascoltato sono davvero indispensabili per i loro bambini, ancora  molto piccoli, e per questo devono wrapdestreggiarsi tra mille incombenze come una dea Kali. Ma anche quando il figlio diventa grande una mamma oltre che lavoratrice è quasi sempre anche cambusiere, maggiordomo, istitutore. Tra questi compiti, l’ultimo è quello che preferisco perché, avendo smesso di essere utile  nelle materie scientifiche a cavallo tra le elementari e le medie, vengo coinvolta solo in interessanti ripassi di materie umanistiche. In questo contesto ho recentemente riscoperto il valore pedagogico che i filosofi greci attribuiscono all’esempio.

Per chiarire meglio un tema che rimane tra i più visualizzati di questo blog userò quindi una vera lettera che ho recentemente ricevuto in modo da evidenziarne i più palesi errori e sperare che chi ci legge li eviti. Spero che l’autore non sia un nostro lettore (altrimenti mi farei delle domande sull’utilità di questo blog), ma se lo diventasse mi perdonerà se mi permetto di riportare con fedeltà (ma escludendo ovviamente la firma) la sua lettera.

Due parole sul contesto: la lettera arriva via mail in accompagnamento al curriculum al mio indirizzo mail di Media Arts, la società leader nei concorsi ludico-didattici nelle scuole con la quale collaboro. Eccola:

Gentilissimi,

inoltro il mio cv per evntuale collaborazione.

Da quattro anni lavoro presso un’agenzia di comunicazion e pr occupandomi di attività quali: creazione mailing list, contatti con i giornalisti  eblogger, re-call e follow-up, organzzazione eventi (press day, press tours, ecc), stesura comunicati stampa, coordinamento social media, coordinamento product placement, ecc.

Nel caso il mio profilo potesse interessare sarei lieto di presentare personalmente la mia candidatura.

Ringraziando per l’attenzione invio cordiali saluti.

Ecco le varie motivazioni per cui non ho mai chiamato e incontrato personalmente questo candidato:

Gentilissimi

  • dal momento in cui la lettera è indirizzata a me, sarebbe stato decisamente meglio aprire con Gentile dottoressa Chiesa, più immediato e diretto

inoltro il mio cv per evntuale collaborazione.

  • Scrivere in modo conciso non vuol dire adottare uno stile telegrafico.
  • Gli errori di typing sono imperdonabili, ancora di più in una lettera che è evidentemente standardizzata.
  • Manca totalmente un’apertura sul motivo per cui il candidato è interessato alla nostra società. Dal sito è immediatamente comprensibile il tipo di servizio che offriamo, sarebbe stato opportuno dar prova di conoscere e manifestare interesse per le attività svolte. Ricordatevi che la prima frase (ne abbiamo parlato in un altro post) va dedicata all’azienda alla quale scrivete e personalizzata di conseguenza.

Da quattro anni lavoro presso un’agenzia di comunicazion e pr

  • sorge il dubbio che la tastiera del pc abbia il tasto della “e” difettoso

occupandomi di attività quali:

  • meglio evitare i gerundi che rendono meno incisiva la frase, che prende un ritmo più assertivo se scrivete dove mi occupo, e mi occupo, eccetera

creazione mailing list, contatti con i giornalisti  eblogger

  • se non si tratta di un acronimo che non conosco penso manchi uno spazio tra la “e” e la parola “blogger”

re-call e follow-up, organzzazione eventi (press day, press tours, ecc), stesura comunicati stampa, coordinamento social media, coordinamento product placement, ecc.

  • La tastiera ha problemi anche con la “i” e chi ha scritto non ha riletto neppure una volta. Essendo una persona che si occupa di contatto con i giornalisti e stesura comunicati stampa, e non di uno scienziato poco avvezzo alla scrittura, questa sciatteria diventa piuttosto inquietante

Nel caso il mio profilo potesse interessare sarei lieto di presentare personalmente la mia candidatura.

  • Non è emerso nessun elemento dalla mail che possa incuriosire, colpire, attrarre. Immaginatevi un prodotto che si presenti con la stessa verve: lo comprereste?

Apro il cv allegato solo perché sto scrivendo questo post e scopro che il candidato ha frequentato lo Iulm: con una breve scorsa al mio profilo Linkedin avrebbe scoperto che ci insegno e avrebbe potuto farne menzione, accendendo per lo meno la mia curiosità. Vedo anche che ha un interessante percorso di studi e di stage, e che è bilingue. Insomma un “prodotto” sorprendentemente interessante presentato nel peggiore dei modi.

Questa mail è un esempio del fatto che l’abito fa il monaco: la lettera d’accompagnamento è un involucro che permette al vostro cv di arrivare nelle mani di chi vi deve giudicare:  può essere uno stupendo incarto piegato con cura giapponese o un foglio di carta da regalo evidentemente riciclato. A voi la scelta.

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Come e perché scrivere una to do list quotidiana

cropped-whats-on-my-to-do-list-todayPC Avendo un’irrefrenabile tendenza al multitasking, una bassissima soglia di noia, impegni lavorativi diversi che si sovrappongono e poca memoria sono da sempre costretta a redigere delle to do list, se voglio essere sicura di ricordarmi di fare tutto quello che devo (il tutto funziona ovviamente se poi mi ricordo di guardare la to do list, ma con il tempo ho imparato a metterla in posti molto visibili!).

Alcune liste assomigliano a pizzini che vengono scritti o completati sul divano alla sera prima di addormentarmi,  altre un po’ più raffinate sono segnate sulle note dello smartphone.  Entrambe riguardano solo quello che devo fare il giorno dopo. Ci sono invece delle versioni più strutturate che sono scritte e salvate sul pc e riguardano compiti più strategici e a lungo termine. Hanno compiti e ruoli differenti e sono per me altrettanto importanti.

Ecco alcuni consigli per la to do list quotidiana:

  • Segnatela su un supporto che siete sicuri vi possa seguire negli eventuali spostamenti del giorno dopo: i bordi del quotidiano che state leggendo o il retro di uno scontrino sono ad alto rischio di finire in pattumiera. Tenete quindi nei luoghi dove possono venirvi in mente le cose da fare il giorno seguente un blocchetto e una penna.
  • Al mattino unite i diversi appunti (quello che riporta la to do list del giorno prima, se non siete riusciti a svolgere tutto quanto previsto, quello scritto alla sera, quello appuntato sul cellulare) e decidete l’ordine di priorità. Tenete presente il fondamentale criterio che impone di fare non solo quanto è urgente ma anche quanto è importante. Se avete l’abitudine di iniziare a lavorare prima che comincino a suonare i telefoni, o arrivino i vostri capi, dedicate questi minuti di tranquillità ai lavori che richiedono maggiore concentrazione.
  • Cercate di organizzarla per assecondare il vostro modo di lavorare: se siete metodici, mettete tutte di seguito le mail che dovete scrivere o le telefonate che dovete fare; se amate variare, alternate compiti molto diversi. Ad esempio inserite dopo una lunga ricerca su internet una telefonata che vi permetta di alzarvi e sgranchirvi le gambe.
  • Per alcuni compiti potrà essere importante segnare l’orario: il cliente che fa il part time ed è disponibile solo al mattino, il corrispondente dall’altra parte del mondo che è contattabile solo quando è orario lavorativo anche sul suo fuso, il creativo che arriva dopo le 10 e va sentito o visto prima che si immerga in un altro progetto. Se quanto dovete fare è davvero urgente puntatevi una sveglia sul cellulare.
  • Preoccupatevi quando uno stesso compito viene ricopiato su una nuova to do list più di due volte, perché non siete ancora riusciti a svolgerlo: o state pretendendo troppo dalla vostra giornata, o state sottovalutando l’importanza di questo lavoro (magari perché non vi piace e quindi finisce sempre in fondo alla lista)
  • Concedetevi la soddisfazione di depennare man mano quanto avete fatto, ma ricordatevi che conta più la qualità che la quantità, quindi se avete cancellato molte cose dalla vostra to do list non significa necessariamente che abbiate fatto un buon lavoro.
  • Non stendete masochisticamente lunghissime liste per poi sentirvi depressi perché non siete riusciti a fare tutto. Siate realistici: se è improbabile che il giorno dopo riusciate davvero a finire tutti quei lavori, tralasciate quelli meno prioritari e meno urgenti, ma ricordatevi di inserirli nella lista a lungo termine (altrimenti rischierete di dimenticarvene!)

Nel prossimo post un’indicazione su come io mi organizzo per la lista delle cose da fare nel lungo termine, se avete qualche consiglio o best practice anticipatemeli, che le inserisco ben volentieri!

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Come scrivere una lettera d’accompagnamento al CV

PC I selezionatori del personale riceveranno, insieme alla vostra, centinaia di altre candidature: come assicurarvi che la vostra lettera d’accompagnamento venga notata? Mashable ha chiesto a tre esperti di indicare quali sono i trucchi che catturano l’attenzione e quali sono le parole chiave da mettere in qualsiasi lettera d’accompagnamento che accompagni il vostro CV.

Vediamo i loro suggerimenti:

  1. focalizzatevi sulle prime frasi

Ormai la quantità di mail che un manager o un selezionatore è tale che inevitabilmente surferà velocemente le prime frasi per decidere in pochi secondi se continuare a leggere o cestinare direttamente, spiega Nicole Williams consulente di Linkedin.

Per questo le prime tre frasi devono essere dirette ed efficaci e spiegare in modo originale e impattante sia perché si fa domanda di lavoro proprio in quell’azienda sia quali sono le proprie caratteristiche vincenti.

  1. scegliete con cura gli aggettivi che vi descrivono

Per descrivervi evitate le banalità come “sono organizzato” o “sono una persona responsabile” che l’azienda dà per scontate. Cercate di essere creativi e di riformulare il concetto in modo più originale. La Williams racconta di aver recentemente assunto una persona che ha dichiarato di avere “un’enorme capacità di gestire grossi carichi di lavoro”, mentre il solito “sono un gran lavoratore” sarebbe passato inosservato.

Per descrivere l’azienda per la quale state facendo domanda o la persona che state contattando spiegate che ammirate e siete ispirati da questa marca o persona. Mentre quando descrivete voi stessi queste parole vi faranno notare: entusiasta, appassionato, integrità.

  1. sottolineate le vostre soft skills

Javid Muhammedali, vice president alla Monster, giustamente sottolinea che le parole chiave dipendono dal tipo di lavoro per il quale si fa richiesta, ma in generale una lettera d’accompagnamento dovrebbe connotare alcune capacità fondamentali che funzionano per tutti i curricula con da 0 a 4 anni di esperienza. Vi ho selezionate le skills più indicate nel settore del marketing e della comunicazione:

  • Multitasking
  • Facilità di comunicazione
  • Problem solving
  1. Riprendete le esatte parole della job description

Come raccomanda Vicki Salemi, autore di libri su questo argomento, se state facendo domanda on line in risposta a una specifica ricerca dovete assicurarvi di passare almeno la prima selezione automatica che farà il sistema.

Per questo è fondamentale riflettere nella lettera di presentazione esattamente la job description, spiegando perché si è adatti a quella posizione utilizzando le stesse parole presenti nella richiesta.

  1. usate verbi attivi

Ci sono alcuni verbi, aggiunge Salemi, che colpiscono il selezionatore, ve li lascio in inglese e provo una traduzione

  • Launched – lanciato
  • Led, Managed – condotto, gestito
  • Analyzed- analizzato
  • Achieved – raggiunto
  • Budgeted- gestito il budget
  • Forecasted- previsto
  • Ignited- dato impulso
  • Negotiated- negoziato
  • Reorganized- riorganizzato
  • Identified- identificato
  • Generated- generato

Su come NON scrivere una lettera d’accompagnamento abbiamo già scritto, speriamo che rileggendo quel post e aggiungendo  questi nuovi suggerimenti riusciate a confezionare una lettera che vi faccia trovare anche nell’enorme pagliaio dell’attuale mondo del lavoro.

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