Archivio mensile:gennaio 2015

Intervista a Matteo Sarzana, general manager @Zooppa

PC Come ho già avuto modo di raccontare conosco Matteo da quando ha frequentato, più di 15 anni fa, il corso tenuto da Marco Lombardi in Iulm dove, anche se circondato da altri 500 studenti, ci seppe colpire tanto che Lombardi lo selezionò per uno stage in Young & Rubicam: il primo passo per diventare il più giovane manager del gruppo WPP in Italia, alla guida della consociata specializzata in digital marketing. Ora che ha fatto il grande passo dall’establishment della grande agenzia al crowdsourcing creativo di Zooppa, la società che permette a chiunque di mettersi alla prova con un brief stilato da un vero cliente e vincere non solo gloria e visibilità ma anche un premio monetario, l’abbiamo risentito per farci raccontare quanto può essere utile Zooppa ai nuovi talenti creativi, che cosa Matteo stesso apprezza maggiormente nei suoi collaboratori e il perché della sua scelta. In più, dato che è stato scelto dal settimanale Panorama come uno dei quindici (giovani) italiani da tenere d’occhio nel 2015, gli ho chiesto quali pensa siano le qualità per avere successo nei prossimi mesi. Ecco tutte le sue risposte:

Come sempre rimango contagiata dall’entusiasmo e dalla passione con la quale Matteo illustra la sua nuova avventura, ma mi piace commentare questa interessante intervista mettendola a confronto con il parere piuttosto critico di Marco Lombardi su pregi e difetti di questa nuova modalità per trovare idee e campagne pubblicitarie (il concetto viene completato da esempi e approfondimenti nel paragrafo Midnight Advertising in  La creatività in pubblicità. Manuale di linguaggio multimediale: dai mezzi classici al digitale, edizione 2014, Franco Angeli, a cura di Marco Lombardi).
“Web 2.0, il potere di tanti, la saggezza della folla, il crowdsourcing, la creatività open-source sono ormai una realtà e forse un’opportunità per l’industria della comunicazione e per i creativi. Dovremmo partecipare, trarne ispirazione, togliere il ‘guinzaglio’ presente in ogni agenzia e non esserne spaventati. Ma attenzionese collochiamo questo nuovo potenziale in una prospettiva storica scopriremo che stiamo amplificando all’ennesima potenza i vantaggi, ma anche i difetti, di quanto l’offerta di creatività ha sempre fatto(…) Un crescendo di offerta ‘creativa’ sempre più open source, da off line a on line, sino a fenomeni come Zooppa (People powered brand Energy) come probabile estremo epigone. Da un lato migliaia di creativi, da tutto il mondo, in cerca di occasioni e visibilità e dall’altro un utente che pubblica un succinto brief per il proprio progetto comunicazionale (a 360 gradi) precisando la fee che è disposto a riconoscere per l’idea che sceglierà. Il vantaggio economico e di tempo è notevole come anche il potenziale enorme del power of the crowd. Ma la qualità? (…)

Agli interrogativi quindi anche sui pro member di  Zooppa aggiungiamo alcune considerazioni che trovano un’unica origine: la relazione. Abbiamo in dettaglio scritto (Lombardi 2009) sull’importanza della disciplina, della strategia: You can really fly when you know where to go, scrivevano ad esempio i maestri della Young&Rubicam. Sapere ‘dove si va per volare’ significa dire avere una relazione profonda e necessariamente lunga con la marca per la quale si vuole costruire il discorso. (…)Paradossale quindi che il crowdsourcing applicato alla creatività non preveda alcun dialogo ma solo una burocratica relazione impersonale azienda>creativo nella peggior tradizione di certe gare condotte da terzi o da enti statali (bando e proposta in busta chiusa). La negazione della realtà contemporanea della comunicazione!” Marco Lombardi, Midnight Advertising, La creatività in pubblicità. Manuale di linguaggio multimediale: dai mezzi classici al digitale, edizione 2014, Franco Angeli, a cura di Marco Lombardi, pag 88.

Dibattito stimolante. Cosa ne pensate?

Contrassegnato da tag , , , , , , , ,

Come e perché scrivere una to do list quotidiana

cropped-whats-on-my-to-do-list-todayPC Avendo un’irrefrenabile tendenza al multitasking, una bassissima soglia di noia, impegni lavorativi diversi che si sovrappongono e poca memoria sono da sempre costretta a redigere delle to do list, se voglio essere sicura di ricordarmi di fare tutto quello che devo (il tutto funziona ovviamente se poi mi ricordo di guardare la to do list, ma con il tempo ho imparato a metterla in posti molto visibili!).

Alcune liste assomigliano a pizzini che vengono scritti o completati sul divano alla sera prima di addormentarmi,  altre un po’ più raffinate sono segnate sulle note dello smartphone.  Entrambe riguardano solo quello che devo fare il giorno dopo. Ci sono invece delle versioni più strutturate che sono scritte e salvate sul pc e riguardano compiti più strategici e a lungo termine. Hanno compiti e ruoli differenti e sono per me altrettanto importanti.

Ecco alcuni consigli per la to do list quotidiana:

  • Segnatela su un supporto che siete sicuri vi possa seguire negli eventuali spostamenti del giorno dopo: i bordi del quotidiano che state leggendo o il retro di uno scontrino sono ad alto rischio di finire in pattumiera. Tenete quindi nei luoghi dove possono venirvi in mente le cose da fare il giorno seguente un blocchetto e una penna.
  • Al mattino unite i diversi appunti (quello che riporta la to do list del giorno prima, se non siete riusciti a svolgere tutto quanto previsto, quello scritto alla sera, quello appuntato sul cellulare) e decidete l’ordine di priorità. Tenete presente il fondamentale criterio che impone di fare non solo quanto è urgente ma anche quanto è importante. Se avete l’abitudine di iniziare a lavorare prima che comincino a suonare i telefoni, o arrivino i vostri capi, dedicate questi minuti di tranquillità ai lavori che richiedono maggiore concentrazione.
  • Cercate di organizzarla per assecondare il vostro modo di lavorare: se siete metodici, mettete tutte di seguito le mail che dovete scrivere o le telefonate che dovete fare; se amate variare, alternate compiti molto diversi. Ad esempio inserite dopo una lunga ricerca su internet una telefonata che vi permetta di alzarvi e sgranchirvi le gambe.
  • Per alcuni compiti potrà essere importante segnare l’orario: il cliente che fa il part time ed è disponibile solo al mattino, il corrispondente dall’altra parte del mondo che è contattabile solo quando è orario lavorativo anche sul suo fuso, il creativo che arriva dopo le 10 e va sentito o visto prima che si immerga in un altro progetto. Se quanto dovete fare è davvero urgente puntatevi una sveglia sul cellulare.
  • Preoccupatevi quando uno stesso compito viene ricopiato su una nuova to do list più di due volte, perché non siete ancora riusciti a svolgerlo: o state pretendendo troppo dalla vostra giornata, o state sottovalutando l’importanza di questo lavoro (magari perché non vi piace e quindi finisce sempre in fondo alla lista)
  • Concedetevi la soddisfazione di depennare man mano quanto avete fatto, ma ricordatevi che conta più la qualità che la quantità, quindi se avete cancellato molte cose dalla vostra to do list non significa necessariamente che abbiate fatto un buon lavoro.
  • Non stendete masochisticamente lunghissime liste per poi sentirvi depressi perché non siete riusciti a fare tutto. Siate realistici: se è improbabile che il giorno dopo riusciate davvero a finire tutti quei lavori, tralasciate quelli meno prioritari e meno urgenti, ma ricordatevi di inserirli nella lista a lungo termine (altrimenti rischierete di dimenticarvene!)

Nel prossimo post un’indicazione su come io mi organizzo per la lista delle cose da fare nel lungo termine, se avete qualche consiglio o best practice anticipatemeli, che le inserisco ben volentieri!

Contrassegnato da tag , , , , , , , ,

Come fare carriera alla cena di Natale

PB   Natale. Tutti in famiglia il 24 e il 25 Dicembre. Ma le celebrazioni con il circolo più allargato delle nostre relazioni partono già da S. Ambrogio!

La pizzata di Zumba, la mostra con le amiche di infanzia, l’aperitivo con gli ex colleghi e… il brindisi o la cena aziendali!

Un incubo per molti divisi tra la tentazione di bigiare e quella di vestirsi come Moira degli elefanti per farsi finalmente notare da quell’inaccessibile adone del Controllo di Gestione (e dare il definitivo due di picche al nerd dei Sistemi Informativi).

Non sono una grande fan del momento ludico al lavoro (il barbecue con il capo la domenica nei film americani mi fa rabbrividire e alle cene di lavoro preferisco le cene con gli amici) ma semel in anno licet insanire (una volta l’anno è lecito impazzire), quindi via libera agli auguri di Natale al lavoro, ma con qualche accorgimento.

Ecco le regole fondamentali per sapersi comportare alla Cena di Natale aziendale: un errore può essere fatale alla propria carriera!

Regola numero Uno: al brindisi di Natale si va.

Non esistono scuse, impegni precedenti, timidezze all’ultimo minuto, raffreddori, malattie.

Ho un paio di esempi di colleghi brillanti che hanno fatto scelte diverse sulla cena di Natale, in Dolce & Gabbana, qualche anno fa.

R., super lavoratrice e sgobbona, carina, timida, fedele. Non va mai alle cene di Natale perché si sente un po’ fuori luogo, è timida, non ha legato bene con le colleghe che trova sguaiate e caciarone. Il direttore di divisione, ignaro del suo effettivo contributo al lavoro, si è però accorto benissimo della sua assenza al brindisi: R. è evidentemente poco aziendale, poco motivata, non ha commitment sufficiente per essere tra i migliori.

P., brillante, pasticcione, intelligente , ingarbugliato è stato investito a Londra, durante un viaggio di lavoro, da un’automobile. Settimane di ospedale e preoccupazioni. Alla cena di Natale, direttamente dall’aeroporto, accompagnato dalla sorella, passa per fare un brindisi. Rimane alla cena di Natale per 15 minuti. Che gli sono valsi più della chiusura del budget. Chi prima lo considerava uno svampito lo ha rivalutato come genio e sregolatezza.

Regola numero Due: al brindisi di Natale si va puntuali.

 La scena di quello oberato che deve finire la e mail e arriva tardi al brindisi credendo di fare la parte del secchione sbaglia di grosso: l’Amministratore Delegato è lì con il bicchiere in mano, con il discorso pronto. Arrivare 5 minuti dopo non fa lavoratore indefesso , fa villano o al meglio disorganizzato. Se è riuscito a arrivare il tempo chi gestisce un Consiglio di Amministrazione e gli Azionisti, come mai non ci è riuscito un Junior PM?

Regola numero Tre: al brindisi di Natale si va con abito e accessori adeguati.

Un piccolo dettaglio colorato, un abito elegante, un rossetto rosso.

Qualcuno si è occupato di preparare la festa per voi. Probabilmente da ottobre l’ufficio del personale e i servizi generali hanno pensato a location, menù, cadeau. Il Direttore Generale ha firmato decine di biglietti di auguri.

Fate in modo anche voi di essere in ordine per la festa e non di parerci caduti per errore, con la felpa e il berretto di lana in testa.

La vostra camicia bianca o una spilla a forma di albero di Natale (io ne ho una bellissima, regalatami da Antonio G. quando eravamo ragazzetti e colleghi in Swatch, che uso da allora tutti gli anni come un amuleto e un portafortuna) verranno apprezzati dal vostro capo e dai vostri colleghi. Importante: non state andando a un matrimonio e neanche all’addio al celibato. Non siete neanche dei promoter di Harrods. La giacca rossa e la barba di ovatta non sono quello che intendo per piccolo dettaglio natalizio.

Regola numero Quattro: al brindisi di Natale si va per festeggiare (no slides, no sbronza).

Alla cena di Natale ci si comporta in modo informale ma non si esagera.  E’ l’occasione per vedere in un contesto meno formale i propri colleghi, per scoprire che quella biondina pallida che si occupa di licenze truccata e con i capelli raccolti è quasi bellissima, che il capo è un appassionato di vela, che il magazziniere è un comico pazzesco e che la cena a base di insaccati è problematica per il collega mussulmano (era mussulmano?).

Vietato parlare di lavoro operativo e portare documenti a cui dare un’occhiata.

Vietato però esagerare con l’informalità: quelle stesse persone le ritroveremo domani in giacca e cravatta in ascensore.

Ricordo ancora un capo ubriaco su un tavolino che ballava, scarpe in mano. I collaboratori erano allibiti. Come vedere la mamma che bacia l’idraulico. Non si fa.

Ricordo uno stuolo di fanciulle del customer service vestite come per andare in discoteca civettare, troppo, con tutta la rete agenti (dalla Sicilia alla Val d’Aosta in grande spolvero). Tipo “cene eleganti” della cronaca recente. Non si fa.

Ricordo una segretaria alticcia che insisteva, troppo, per far ballare un ingessatissimo capo. Come quegli animatori  che trascinano con la forza riottosi volontari sul palcoscenico del villaggio vacanze. Non si fa.

Regola numero Cinque (per i capi) : al brindisi di Natale si va preparati

E’ una occasione per vedere tutti i collaboratori e non solo i primi livelli. Per fare un breve riassunto dei risultati raggiunti e per far conoscere gli obiettivi del nuovo anno.

Il discorso deve essere breve e informale, deve avere il carattere della celebrazione (ringraziamento e augurio) e non del rimprovero o del cazziatone (per questi brindisi c’è tempo tutto l’anno).

Essere preparati per un breve discorso, anche se poi condotto a braccio, è un segno di attenzione e rispetto per chi ha lavorato tutto l’anno e lo farà ancora per quello a venire, a volte più gratificante del panettone.

BUON ANNO!

Contrassegnato da tag , , , , , , , ,

[CHART] I siti più condivisi nel mese di Novembre ’14 su Facebook

PC Interessante articolo sui siti più condivisi su Facebook, che indica nei test una modalità di interazione che funziona sempre. Vorrà dire che ci proveremo anche noi, con qualche test psicologico per aiutarvi a capire che tipo di lavoratore o cercatore di lavoro siete! Buon anno a tutti i nostri lettori!

Vincenzo Dell'Olio

Anche questo mese è arrivato il momento della classifica dei siti più condivisi su Facebook per cui senza perdersi in chiacchiere ecco la chart con le prime 10 posizioni tratta da The Whip.

FB Publisher Chart Novembre 2014

Rispetto ai mesi precedentemente analizzati c’è un grande colpo di scena in testa alla Top 10 con il sopravanzare di PlayBuzz su Huffington Post. Il gioco, con 8,9 milioni di condivisioni, supera la narrazione in termini di viralizzazione su Facebook per cui vale la pena fare un focus su questo fenomeno del web.

Di fatto PlayBuzz non è altro che un sito che aggrega quiz, test, domande, rompicapo e altri passatempi del genere. Pubblica molti meno contenuti rispetto agli altri due siti sul podio, HP e BuzzFeed che in totale ricevono maggior numero di interazioni ma quando si tratta di condividere il contenuto appena letto ecco che sopravanza con un volume eccezionale di share. La community Facebook di…

View original post 280 altre parole

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: