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Gli scivoloni della reputazione on line

PC Procede la ricerca della mia tesista sull’utilità del web come strumento per trovare lavoro in Italia e stiamo scoprendo che c’è un prevedibile scarto generazionale tra gli appartenenti alla x generation, che usano ampliamente Linkedin e Facebook per valutare i futuri candidati, e i baby boomers, che si affidano maggiormente alle raccomandazioni personali che ottengono grazie a un’ampia ed efficace  rete di contatti costruita negli anni.abercrombie

Ne discutevo con Patrizia, che, malgrado scriva insieme a me di personal branding e reputazione on line,  appartiene sicuramente al gruppo di quelli che non pensano di controllare il comportamento sul web di un aspirante collaboratore, se questi è stato consigliato da qualcuno che lo conosce bene e ci ha già lavorato insieme.

Ma proprio Patrizia mi faceva notare che anche se si ha un capo over fifty (e ci tengo a dire che lei non lo è!) che ignora quanto postate su facebook, rimane comunque importantissima la reputazione nei confronti di colleghi, collaboratori, fornitori o peggio ancora clienti, che invece hanno la vostra stessa età e grandissima dimestichezza sui social network.

Per questo è davvero importante rendere visibili solo ai più intimi quelle foto o informazioni che non sareste felici di condividere davanti alla macchinetta del caffè il giorno dopo: per capirci va benissimo la foto che vi ritrae in viaggio a New York (magari meglio se a una mostra che abbracciate a un butta-dentro di Abercrombie), un po’ meno quella in cui cantate discinte e in evidente stato di ebbrezza. Perfetto il commento intelligente su  un blog di marketing, da evitare il post su quanto odiate il lavoro e il vostro capo.

Ce lo spiega in modo efficace e divertente questo video di Adecco.

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Come usare trovare lavoro grazie al web e in particolare a Twitter

PC Domani 22 ottobre farà tappa all’Università IULM il Monster University Tour, un ciclo di incontri rivolti agli studenti degli atenei italiani per imparare a sfruttare al meglio le possibilità offerte dalla Rete nella ricerca di un’occupazione. L’appuntamento, organizzato dal sito specializzato negli annunci di lavoro e promosso dall’Ufficio Stage & Placement, è aperto a studenti, laureandi e laureati di tutte le Facoltà.

Twitter bio di Hillary Clinton

Twitter bio di Hillary Clinton

Gli esperti di Monster perleranno della ricerca di lavoro su Internet e dell’utilizzo dei siti di recruiting,  ma anche dalla valorizzazione del proprio profilo sui social network e del miglioramento della propria reputazione online.

A questo proposito il Corriere della Sera di sabato ha sottolineato che quasi nessuno sa scrivere correttamente la propria biografia su Twitter, uno dei social network che cominciano (anche da noi) ad essere usati per la ricerca del personale. Il profilo è ovviamente il primo strumento per dire agli altri (e in particolare a chi ci potrebbe selezionare per un colloquio) quello che vogliamo sappiano di noi. Il Corriere stila un vero e proprio decalogo con le indicazioni per rendere i 160 caratteri consentiti davvero efficaci. Ecco le più interessanti per chi cerca di trovare lavoro o di migliorare la propria posizione nel mondo della comunicazione o del marketing:

  • individuare il pubblico: un must comunque e sempre nella comunicazione
  • no inglese a tutti i costi. Scrivere una biografia in inglese, se non lo si usa per twittare, è “puro (e del tutto inutile) snobismo”. Ho controllato: la mia è in inglese, ho sbagliato tutto? dovrò scrivere un tweet in inglese ogni tanto per darmi un tono?
  • evitare le provocazioni, tipo “seguitemi solo se ci riuscite” o “riservato ai più intelligenti”
  • aggiungete guy o girl (ma non si doveva evitare l’inglese?) alla propria qualifica professionale, per risultare meno pomposi. Da evitare però sopra i 50 anni (ho qualche mese di tempo per descrivermi come communication girl…)
  • stilate una serie di parole e aggettivi che vi contradistinguono e abbinateli in modo creativo, consiglio tratto da un divertente articolo sul New York Times, nel quale vengono elencate le twitter bio più di successo, tra cui l’ormai celebre biografia di Hillary Clinton, che con grande autoironia si è definita, tra l’altro, come hair icon, “icona della messa in piega”.

Infine un consiglio del Corriere che non condivido. Il decalogo invita infatti a inserire il link al proprio sito aziendale (se si lavora) o a quello dell’università (se si studia ancora). Personalmente trovo più utile inserire quello al proprio profilo Linkedin o al proprio blog. Infatti se si cerca di cambiare lavoro è possibile che l’azienda dove si è impiegati non esprima esattamente le proprie ambizioni e possibilità.

Per iscriversi all’incontro, in programma dalle 9.30 alle ore 13 nell’Aula 143 (IULM 1, quarto piano), è sufficiente inviare una mail a selezione.stage@iulm.it con nome, cognome e corso di laurea e specificando nell’oggetto “Monster University Tour 2013”.

Trovate il divertente articolo di Marta Serafini apparso sul Corriere della Sera anche sul blog la 27°ora, ma non purtroppo il decalogo.

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Le contraddizioni di Linkedin

PC Uno dei consigli che più condivido per usare correttamente Linkedin è di inserire sempre un commento quando si chiede a qualcuno di entrare nella propria rete. Linkedin prevede un messaggio standard, che è però molto sintetico e sempre uguale. linkedin-today

Dato che il presupposto di Linkedin è che ci si colleghi a persone che si conoscono già professionalmente, con le quali si tiene a creare e mantenere un legame, è quindi opportuno ricordare in poche parole com’è nato il contatto nel mondo reale. Personalmente chiedo di linkarsi a chi ho da poco conosciuto in una riunione, oppure lo faccio subito prima dell’incontro, facendo riferimento al fatto che da lì a poco seguirà una conoscenza personale. Mi capita di cercare persone che ho conosciuto anni fa, e in quel caso ricordo brevemente le circostanze nelle quali abbiamo lavorato insieme.

Gli esperti su Linkedin Today, il magazine di Linkedin che raccoglie molti consigli utili per l’uso di questo social network, suggeriscono infatti di aggiungere nel messaggio un riferimento particolare che renda personale e unico il messaggio: può essere un richiamo a un progetto che si sta avviando insieme, un commento su una passione comune (in Italia il lunedì mattina un commento calcistico tra appassionati potrebbe essere perfetto), un richiamo al fatto che è passato molto tempo dall’ultima volta che ci si è incontrati, e così via.

Il paradosso è che proprio Linkedin prevede invece un sistema con il quale vengono mandate una serie di invitation senza alcuna personalizzazione. E’ quello che mi è successo qualche giorno fa, quando, per approfondire la conoscenza del mezzo, ho dato il consenso a Linkedin di utilizzare la mia lista di contatti email, in modo da verificare se tra di essi c’era qualcuno non ancora linkato da aggiungere ai miei contatti. Nella serie di passaggi da compiere sono arrivata ad aver selezionato alcuni di questi, poi è bastato cliccare un tasto e sono partiti gli inviti a tutti quelli selezionati, senza che io potessi aggiungere un messaggio personalizzato. Non escludo che ci fosse la possibilità di farlo e che mi sia sfuggita, visto che era la prima (e sicuramente l’ultima) volta che provavo a farlo, ma sicuramente non era chiaramente specificata e non costituiva un blocco, prima di procedere con la spedizione degli inviti.

Approfitto quindi per scusarmi di questo involontario spamming con persone con le quali ho scambiato magari solo un paio di mail 4 o 5 anni fa e ringrazio tutti quelli che hanno comunque accettato, probabilmente pensando tra sé e sé che avevo una bella faccia tosta.

Vi consiglio, se decidete di allargare la vostra rete su Linkedin (il che andrebbe comunque fatto con costanza) di stare particolarmente attenti nell’usare questa funzione di Linkedin, oppure di riguardare la lista dei contatti email e andare a cercarli uno per uno sul social network, per poter aggiungere un messaggio personale e mirato.

 

 

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L’email: strumento indispensabile ma anche fonte di stress

PC La nostra vita è ormai accompagnata dall”invio e ricezione di mail, e anche i giovani, che sono più abituati a utilizzare i social network per comunicare, devono imparare ad usarle per comunicare con i loro professori durante gli studi o con i futuri datori di lavoro. Uno dei metodi ad esempio per sollecitare un feedback o ricordare la vostra candidatura dopo aver fatto un colloquio,  senza risultare impazienti o peggio ancora invadenti, è scrivere dopo pochi giorni una breve mail. Questa risulterà meno invasiva di una telefonata, ma ugualmente efficace.

Ecco alcuni suggerimenti spiccioli su come scriverla:

  • ricordatevi di personalizzare l’intestazione con il nome della persona che avete incontrato
  • firmatela con il vostro nome completo e il vostro numero di telefono
  • utilizzate, se vi fa sentire più a vostro agio, la scusa di chiedere a chi vi ha intervistato se ha bisogno di maggiori informazioni su di voi
  • ricordate molto velocemente perché siete adatti a quel posto
  •  ringraziate ancora una volta per l’opportunità del colloquio
  • cercate di esprimere il vostro entusiasmo per il lavoro per il quale state facendo domanda e per l’impresa che lo offre
  • controllate in modo maniacale  l’ortografia e la grammatica
  • infine mantenete la mail molto corta, per aumentare le probabilità che venga letta.

 

Non deludetevi se chi vi ha intervistato non risponderà subito, può essere che la selezione abbia preso più tempo del previsto.

A proposito di email Giulia Spada ci ha segnalato un’interessante e divertente ricerca sui diversi modus operandi legati alle email, identificati dalla dottoressa Karen Renaud della Glasgow University e la sua collega Judith Ramsay dell’University of the West of Scotland. Alcuni comportamenti si trasformano in vere e proprie fonti di stress!
COMPULSIVO: legge le mail a tutte le ore del giorno e della notte, ovunque si trovi

IBERNATO: legge le mail sono occasionalmente cosicché non si può mai essere sicuri che abbia ricevuto e letto quella che gli abbiamo inviato

PAVONE: manda mail a tutti con lo stesso contenuto riciclato con versioni diverse, per farsi notare

SCARICABARILE: manda email con il solo scopo di poter provare in seguito (scripta manent) di avere passato un’informazione

CORTESE: risponde a qualsiasi email, ingorgandovi la posta, con mail di risposta che contengono un semplice “grazie”, “grazie ancora”, “piacere mio”

VILLANO: manda mail a indirizzi di persone che non conosce e con contenuti inappropriati, e non capisce perché chi le riceve si secchi

NOTTURNO: manda mail anche di notte, e non capisce perché gli altri non rispondano e preferiscano ogni tanto staccare la spina

NON COMUNICATIVO: legge le mail ma non risponde, così che anche in questo caso non potete mai sapere se ha ricevuto la vostra mail

DELEGATORE:  manda agli altri delle mail nelle quali chiede che svolgano compiti che in realtà sarebbero di sua competenza, dopo di ché si trasforma in Non comunicativo, e non risponde più alle mail dei malcapitati ai quali hai scaricato il suo lavoro

INFIDO: inoltra mail ad altri, senza che chi ha inviato la mail originaria lo sappia

INOLTRATORE SERIALE: inoltra qualsiasi mail l’abbia divertito, manda catene di Sant’Antonio, richieste di donazioni e si fa diffusore di qualsiasi tipo di petizione on line

ACCUMULATORE: mantiene centinaia di email nella casella di posta e non trova mai quella che sta cercando

RISPONDITORE: risponde immediatamente a qualsiasi mail e si aspetta che facciate lo stesso

EQUILIBRATO: semplicemente non permette alle mail di controllare la sua vita. Cerca, quando possibile di parlare di persona con gli altri. È il tipo preferito da tutti gli altri.

Patrizia e io ci siamo divertite a identificarci in una o più categorie e a capire a quale tipologia appartengono i nostri colleghi. Voi a quale appartenete?

Trovate la ricerca originale su http://www.gla.ac.uk/news/headline_241527_en.html

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The Vortex cerca giovani collaboratori

Image representing LinkedIn as depicted in Cru...

Image via CrunchBase

PC The Vortex è una società di formazione al digitale, che nasce per colmare i gap di conoscenza dei media digitali quali strumenti di marketing, comunicazione e business. Per la sua sede di Milano, The Vortex cerca nuovi collaboratori: dei giovani professionisti del marketing e della comunicazione digitale che abbiano voglia di intraprendere una dinamica esperienza lavorativa.I candidati devono avere buona padronanza della lingua inglese ed una grande dimestichezza con i nuovi media, i social network e i dispositivi mobile e verranno inseriti nella struttura attraverso uno stage.

A conferma dell’importanza del fare personal branding attraverso gli strumenti digitali, e in primis Linkedin, per poter accedere alla selezione è necessario inviare il link del proprio profilo LinkedIn a info@thevortex.it: un profilo aggiornato è il minimo che ci si aspetta da un giovane che vuole lavorare nel 2012 nell’ambito digitale!

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Diventare lo Zuckerberb italiano si può e vi spiego come.

Matteo Achilli - Panorama Economy - Italian Zu...

Matteo Achilli – Panorama Economy – Italian Zuckerberg (Photo credit: ma92mi)

PC Il bisogno di storie a lieto fine è tale che ora il vero problema di Matteo Achilli, che a vent’anni ha creato Egomnia -il social network  che fa incontrare domanda e offerta nel mondo del lavoro (vedi post del 20 Maggio) – è la sovraesposizione mediatica. E’ in copertina di  PanoramaEconomy ed è stato intervistato da Matrix e dal Tg1, solo per citare i principali. Ma Matteo non ha evidentemente dimenticato che, solo pochi mesi, fa le aziende che ora lo cercano non si degnavano neppure di rispondere alle sue mail e ha accettato volentieri di dare qualche consiglio ai nostri giovani lettori.Trampolinodilancio: Sei nato nel 1992: quali difficoltà incontra un ventenne in un paese governato e diretto da “vecchi” (la media dei manager italiani è di 59 anni) e quale consiglio puoi dare ai tuoi coetanei per superarle?

Matteo Achilli: La più grande difficoltà che si incontra è proprio nell’essere ascoltati. Quando hai diciannove anni nessuno riesce a prenderti sul serio e spesso le persone intorno a te rallentano la crescita della tua idea, quando non la fanno morire. Io fortunatamente ho resistito a chi non mi dava ascolto e ho continuato a lavorare insieme ai miei ragazzi, mossi dalla consapevolezza di avere tra le mani qualcosa di veramente importante. Se si crede nell’idea e si hanno le giuste capacità le soddisfazioni arriveranno. A quel punto vi ascolteranno in molti. La storia di Egomnia ne è l’esempio. 

Trampolinodilancio: Nel tuo iter di studi non c’è l’informatica, come ci si potrebbe aspettare, quali sono le motivazioni della tua scelta di frequentare la Bocconi?

Matteo Achilli: Sono un appassionato di informatica sin dalle scuole medie, quando iniziai ad imparare qualche linguaggio di programmazione. Con il carattere che ho mi sono però sempre riconosciuto maggiormente nella figura di “imprenditore” piuttosto che in quella di un “programmatore”. Ho deciso quindi di unire le mie due grandi passioni, aprendo una società in Internet.

Trampolinodilancio: In generale quale consiglio ti senti di dare a un giovane che sta per entrare nel mondo del lavoro?

Matteo Achilli: Di non lasciarsi impressionare dalle negative esperienze iniziali perché il sistema in cui viviamo sta cambiando in meglio. In questo periodo di transizione avverrà una vera e propria “rivoluzione dell’età”. Già ad oggi se chiedeste ai manager di grandi società quali saranno le figure professionali che ricercheranno maggiormente da qui a cinque anni non vi sapranno rispondere. Probabilmente nemmeno io lo so. L’unica verità che si comincia a percepire è che queste figure saremo noi giovani. Storie come la mia stanno aiutando a rivalutare l’immagine dei giovani e questo mi rende molto orgoglioso e fiducioso per il futuro.

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Egomnia: il social network che trova lavoro ai giovani talenti

Egomnia è stata definita la più interessante start up italiana. Sicuramente si sta dimostrando la più utile per i giovani in cerca di lavoro. Si basa infatti su un algoritmo che classifica secondo un criterio universale i curricula degli utenti in modo da facilitare la selezione da parte delle aziende. Un social network che  –  a due mesi dal lancio – mette in contatto quasi 50 mila iscritti (laureandi e laureati) con 200 società.

Per entrare nella community è sufficiente compilare i campi relativi a titoli accademici, certificazioni, esperienze lavorative e di studio all’estero, tirocini/stage e informazioni nell’area delle soft skills. L’algoritmo dà maggior peso alle esperienze fatte all’estero, in linea con quelle che sono le esigenze di chi assume (come abbiamo già avuto modo di sottolineare più volte) e posiziona il candidato all’interno di vari ranking che semplificano la selezione da parte delle aziende iscritte..

È facile capire perché abbiamo ritenuto che Egomnia fosse un argomento interessante per  i nostri lettori, ma ciò che lo rende ancora più speciale è l’esser stata creato da un giovane di 20 anni, Matteo Achilli, ormai etichettato come lo Zuckerberg italiano.

Matteo ha gentilmente accettato di farsi intervistare nei prossimi giorni da trampolinodilancio, in modo da condividere con altri giovani talenti le sue esperienze e i suoi utili suggerimenti. Ne anticipiamo uno: quando non riceveva risposta a nessuna delle email che inviava alle aziende Matteo ha continuato a credere nel suo progetto ed è riuscito a svilupparlo facendo leva sugli studenti. Ora sono giornalisti e aziende che lo cercano.

Il consiglio di Matteo Achilli è quindi ” quello di non arrendersi mai e di credere in quello che si sta facendo. Le soddisfazioni arriveranno e, anche se il progetto dovesse fallire, avrete delle esperienze che vi faranno crescere come persona.”

http://www.corriereuniv.it/cms/2012/05/matteo-lo-zuckerberg-di-casa-nostra

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