Archivio mensile:Maggio 2016

LE 9 COSE CHE UCCIDONO LA TUA CARRIERA

PC Ci sono persone volenterose, preparate, che lavorano tanto eppure non fanno carriera o addirittura perdono il lavoro. Perché? Se lo è chiesto Travis Bradberry, autore di Emotional Intelligence 2.0., che ha trovato almeno nove atteggiamenti che possono uccidere, a volte lentamente come l’arsenico delle vecchie ziette, la vostra carriera.

Conoscerli vi aiuterà a contrastarli prima che diventino un’abitudine consolidata.

  1. Accontentarsi della propria confort zone4d4011a1-adbb-4d04-a899-278a52c19f3c

Ricordatevi che in qualsiasi ambito lavorativo il cambiamento è ormai una costante! Cercate di essere pronti a cavalcare il cambiamento  o addirittura imparate a cercarlo proattivamente: mantenetevi aggiornati professionalmente, guardatevi in giro per eventuali altre proposte, aggiornate spesso il vostro curriculum vitae, fate networking, imparate qualcosa di nuovo.

  1. Aver paura del cambiamento

Ancora peggio dell’atteggiamento precedente, è l’aver paura del cambiamento e far qualsiasi cosa per evitarlo. Non essendo nativa digitale (ma va?) ricordo il terrore col quale molte persone hanno affrontato l’ingresso del computer nella loro vita lavorativa e non potrò mai dimenticare l’orrore con il quale un’amica mi annunciava che dal giorno dopo avrebbe dovuto usare il mouse. gatto-spaventato

Visto che il mondo e il lavoro cambiano con velocità  se non amate per carattere il cambiamento dovrete almeno  imparare a non opporgli resistenza.

  1. Fare (solo) politica

Ho rivisto recentemente un vecchio collega che mi ha fatto uno dei più bei complimenti della mia carriera. Mi ha detto che quando lavoravamo insieme in Young & Rubicam ero rispettata anche da chi non mi amava perché lavoravo tanto e con dedizione, mentre altri avevano fatto carriera legandosi al carro del vincitore.1-cat-obama-meet-1389760444537-copia

A distanza di tanti anni questo ex collega mi ha chiamato per realizzare insieme dei progetti perché sapeva di poter contare su competenza e entusiasmo, più che sulla capacità di fare politica (anche se qualche volta anche essere un po’ meno Cenerentola un po’ più Principe – di Macchiavelli – può aiutare).

  1. Perdere di vista la visione globale

Ecco un atteggiamento nel quale mi riconosco moltissimo e che definisco l’essere “pierini”: cioè il concentrarsi eccessivamente sullo svolgere nei minimi dettagli il proprio compito, con il rischio di perdere di vista la visione complessiva.

  1. Promettere troppo e fornire meno del previsto

In buona fede un gran lavoratore a volte tende a promettere più di quello che riuscirà effettivamente a realizzare. Ricordatevi che le percezioni contano più dei fatti: se avete promesso, senza che nessuno ve lo imponesse, di raggiungere una scadenza estremamente ravvicinata e arrivate anche solo un po’ in ritardo, rimarrete impressi come quelli che non mantengono le scadenze, non come quelli che hanno fatto un lavoro in tempi comunque molto rapidi. Imparate a non essere over-promising, siate realistici, e vi farete la fama di qualcuno di affidabile che conclude sempre i suoi progetti in tempo.

  1. Essere negativi 

Sottoscrivo pienamente le parole di Bradberry: se trasmettete negatività nel vostro reparto e vi lamentate costantemente del lavoro e dei colleghi rendete più pesante l’ambiente lavorativo e più complicato il lavoro del vostro capo, che dovrà gestire anche la vostra insoddisfazione. Se le persone preferiscono evitarvi che sentirsi ripetere l’ennesima lamentela, difficilmente la vostra carriera decollerà.

7. Avere scarso controllo delle proprie emozioniarrabbiato

Se vi si legge in faccia che un collega o un capo vi irrita, se per un niente scoppiate a piangere o avete un attacco di rabbia, se chiunque riesce a capire se siete insofferenti o annoiati solo guardandovi in faccia, se avete l’abitudine di rispondere male ai colleghi, se vi siete fatti la fama di essere persone difficili da gestire, è probabile che la vostra insoddisfazione aumenterà perché non avrete la promozione che sperate.

  1. Adulare il capo

L’adulazione non ha niente a che fare con un rapporto basato sul rispetto e la stima.  Una relazione di lavoro tra capo e sottoposto può funzionare a lungo solo se basata sull’autenticità e sul merito.

  1. Concentrarsi solo su come evitare il grande errore

Molti pensano, sbagliando, che la loro carriera possa essere rovinata solo da un grande “errore” (conosco donne che hanno aspettato anni ad avere un figlio perché temevano che la loro carriera si sarebbe bloccata perché “non era il momento giusto”) mentre le ricerche dimostrano che è più facile che una carriera non progredisca a causa del sommarsi di tanti, piccoli, atteggiamenti sbagliati come quelli che abbiamo appena visto, piuttosto che a causa di un singolo, macroevento.

Trovate l’articolo originale apparso su Huffpost a questo link.

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I consigli di un esperto di placement. Intervista a Maurizio Mesenzani.

PC Mi capita spesso che qualche studente mi chieda un parere personale su come orientarsi dopo la laurea, sapendo che il mio impegno in università è collaterale rispetto al mio lavoro principale come consulente di aziende e agenzie, è che questo mi porta quindi a conoscere dall’interno quegli stessi ambienti dove vorrebbero intraprendere una carriera.

Un mix analogo rende particolarmente interessanti i consigli che ci dà Maurizio Mesenzani, che oggi intervistiamo in veste di collaboratore esterno dell’ufficio placement dell’Università Bicocca, dov’è anche docente di master del dipartimento DISCO (informatica e comunicazione) e dove ha insegnato per tanti anni come docente a contratto nel dipartimento di Sociologia (Laurea Magistrale in Sociologia del Lavoro e dell’Organizzazione). Maurizio infatti conosce molto bene il mondo dell’impresa, perché da anni offre soluzioni manageriali e di CRM a grandi aziende come Fiat FGA Group, Vodafone, H3G, RCS.

Maurizio attualmente offre la sua competenza all’Università Bicocca come collaboratore su alcune iniziative specifiche, quali la preparazione degli studenti ed ex studenti al career day e altri seminari di placement. Gli chiediamo quindi di condividere con i nostri lettori alcuni preziosi consigli.

Trampolinodilancio: Come devono scegliere i giovani laureati a quali aziende indirizzarsi?

Maurizio Mesenzani: bisogna partire dalle proprie passioni. La scelta del tipo di azienda, settore, dimensione, collocazione geografica, stile, ecc ecc deve basarsi sulle proprie passioni, sul tipo di emozione e coinvolgimento che si prova ad immaginarsi dentro quel contesto. Bisogna conoscere tante realtà, leggere, documentarsi, guardare, domandare. La curiosità e la voglia di mettersi in gioco e di “sperimentare” sono lo strumento migliore per scegliere le aziende.

Maurizio Mesenzani, Founder e Sales Director Chorally, consulente placement dell'Università Bicocca

Maurizio Mesenzani, Founder e Sales Director Chorally, consulente placement dell’Università Bicocca

Dove cercare le opportunità di lavoro? Che ruolo hanno i social media?

A parte le agenzie per il lavoro, gli strumenti pubblici di supporto al collocamento e gli uffici placement delle università, il social network più adatto alla ricerca di lavoro è Linkedin. Ciò è vero per molte professioni. Altro canale di contatto sono gli “eventi” (generalisti o di settore) che permettono di approfondire tematiche specifiche e di creare relazioni.

Ha quale consiglio utile da dare a chi deve affrontare un colloquio?

Passione e motivazione. Un colloquio non è un ostacolo da aggirare, è un momento fondamentale per farsi scegliere e per scegliere. La scelta è reciproca! Chi affronta un colloquio deve avere le idee chiare su di sé e su chi ha di fronte; i colloqui si preparano studiando, leggendo i giornali, leggendo il web. Bisogna sapere tutto dell’azienda da cui si va a colloquio. Non si mente, non si improvvisa e non bisogna fare “i fenomeni”: al colloquio bisogna essere se stessi, con i pregi e i difetti che si hanno. La domanda da farsi non è sul tipo di “posto” che l’azienda offrirà, ma piuttosto sul “valore” che si genererà da questa relazione professionale: che valore porto io all’azienda oggi e domani? che valore dà a me l’azienda oggi e domani?

Cv e lettera motivazionale: ha qualche aneddoto o accortezza da segnalare?

Si trova in rete ogni forma di consiglio, difficile dire qualcosa di originale. Come accortezza, eviterei frasi fatte, quelle banalità stereotipate che non hanno alcun senso e che non sono facilmente riconducibili alla vita reale, tipo: “persona solare, orientata a lavorare in gruppo…”, “persona affidabile concreta orientata al risultato”…frasi con questi toni, senza esempi concreti, fanno solo rumore e spesso danno fastidio a chi legge

Quanto è importante la rete di contatti?

Il network è fondamentale: i compagni di corso sono un gruppo professionale importantissimo nel percorso di crescita, così come i docenti, i colleghi negli uffici dei primi stage, i membri della stessa community professionale. Ecco perché è fondamentale leggere e andare a eventi, convegni, conferenze… Il network serve per aggiornarsi, per attivare relazioni, per identificare opportunità, per acquisire linguaggi specifici. 

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