PC In questi giorni su Rai 5 è andata in onda in “Un’altra vita” la bella intervista a Filippo Magri, ex direttore creativo in una grande agenzia milanese ora contadino nel suo Magriturismo, in Sardegna. Dice Beppe Severgnini in Italiani di domani: A novant’anni l’ostilità al cambiamento è giustificabile, a settanta comprensibile, a cinquanta prevedibile, a trenta preoccupante. A vent’anni imperdonabile.
Filippo, che conosco da 25 anni, quando lavoravamo insieme in Young Rubicam, ha avuto la capacità a 50 anni di combattere la prevedibile paura del cambiamento per seguire una passione. Nell’intervista lo racconta con la naturalezza e la grazia che lo contraddistinguono e non nasconde minimamente le difficoltà che accompagnano una scelta di questo tipo, se non si dispone di grandi risorse. Insieme a molti ex colleghi seguo quotidianamente le sue avventure da contadino su facebook e, gioendo per la nascita di un agnellino, sento che in questa capacità di rimettersi totalmente in discussione c’è qualcosa da imparare.
Ad esempio che, come continua Severgnini, “Cambiamento non è sinonimo di miglioramento: si può cambiare in peggio. Non è neppure garanzia di aggiornamento. Il cambiamento è un processo, non un punto di arrivo”. Ed è singolare che Severgnini citi un sardo – Marcello Fois – per concludere che “Nemmeno quelli che sembrano cambiamenti improvvisi lo sono veramente. D’improvviso c’è solo il momento in cui ne prendiamo coscienza.”
Ricordo infatti che c’era in Filippo l’incapacità di calarsi nella parte del giovane creativo milanese rampante che pensa faccia parte del suo ruolo trattare male il giovane account. Un aneddoto su tanti: quando si andava alla Colgate a Roma a presentare degli spot l’account (sia che fosse un atletico Lorenzo Cefis, sia che fosse una comunque bassa, anche se caracollante sui tacchi, Paola Chiesa) doveva portare l’enorme borsa porta-storyboard, progettata per contenere dei layout da 50cm x 70cm. Filippo è l’unico che si sia offerto di portarmela dal taxi fino a dentro l’aeroporto. (Poi, però, dopo aver bevuto un caffè, l’abbiamo entrambi dimenticata al bar, la borsa è stata requisita dalla polizia e sono stata convocata attraverso l’altoparlante perché la recuperassi prima che la facessero brillare.)
Sarebbe bello se ognuno di noi riuscisse, a vent’anni come a cinquanta, a trovare in sé quelle attitudini o doti che gli permettano di cavalcare il cambiamento invece che subirlo, con il coraggio e la determinazione che ha dimostrato Filippo.
Chi non avesse visto la puntata, può rivederla direttamente dal sito di Rai 5.