PC Stefano Del Frate è la persona dalla quale, nella grande bottega di Young &Rubicam, ho imparato il mestiere dell’account. Negli anni siamo riusciti, complice anche una forte empatia, a fare una buona manutenzione della nostra amicizia (vedi post di Patrizia) e del nostro rapporto professionale. Dall’ultima volta che l’ho intervistato è cambiato il suo punto d’osservazione sul mondo dei giovani e del lavoro: Stefano è ora infatti direttore generale dell’Assocom, l’associazione che riunisce i principali attori nell’ambito della comunicazione. Inoltre mantiene un costante rapporto con le nuove generazioni, dato che è docente al Politecnico e in Iulm.

Stefano Del Frate, General Manager Assocom
Gli ho quindi chiesto di dirci, dal suo osservatorio privilegiato, quali sono le prospettive per i giovani nel settore della comunicazione, e se ha senso entrare in un comparto che, com’è stato recentemente affermato, rischia nei prossimi 5 anni di perdere il 30% della propria forza lavoro.
Stefano Del Frate: Quello della comunicazione è, per definizione, un settore giovane. Uno dei problemi che sta creando grossi problemi al comparto è la gestione dei costi fissi. La comunicazione è radicalmente cambiata e stanno cambiando le professionalità che la compongono. Gli strategic planners devono diventare degli intercettatori di punti di contatto con gli individui, on top della loro capacità di generare dei validi brand concepts. Che poi questa figura venga più facilmente dall’ambito creativo o da quello media, è ancora tutto da vedere.
I creativi non spariscono di certo, ma devono significativamente cambiare i loro modelli di sviluppo per riuscire ad allargare il loro campo d’azione ad un settore digitale che viaggia più veloce della nostra capacità di aggiornamento.
Ho voluto fare due esempi per far capire che se le persone che sono attualmente nelle agenzie non si adeguano al cambiamento, sono destinate ad uscire e a trovare grandi difficoltà di ricollocamento.
La popolazione media delle agenzie è invecchiata con il modello condiviso della pubblicità tradizionale. Questo crea per le agenzie un eccesso di costi e una non adeguatezza rispetto alle esigenze dei clienti, che si aspettano consulenza vera dalle agenzie. Questa situazione probabilmente è alla base delle affermazioni catastrofiche di riduzione di impieghi nel settore. Io rimango convinto che il settore è strategicamente sempre più necessario per le aziende e che le persone che escono saranno sostituite da persone nuove, più giovani, più motivate, più preparate sulle nuove tecnologie, a costi inferiori.
Quali caratteristiche deve per forza possedere un giovane per entrare nel mondo della comunicazione?
SDF Dico sempre ai miei studenti che saranno tanto più interessanti per il mondo delle agenzie, quanto più saranno in grado di diventare portatori di innovazione, creatività ed entusiasmo.
Paradossalmente i giovani sono già abbastanza conservatori nelle loro scelte: tutti sono in Facebook. Ma pochissimi sono in Twitter e non sanno neanche cosa siano LinkedIn e Pinterest. Se il futuro ruoterà interno ai social networks e al mobile, chi meglio di loro potrebbe innovare in questo settore?
Se i modelli più avanzati sono all’estero devono andare a trovarseli e studiarli. Se no li dovranno inventare loro.
Quali qualità o competenze danno una marcia in più in un settore così competitivo?
SDF Il digitale, per sua natura, offre la possibilità di misurare le attività con calcoli precisi sui ritorni degli investimenti. Devono quindi smetterla di avere paura della matematica. Se prima si parlava in Power Point, oggi coi clienti si parla in Excel.
Il mercato è ormai globale e se non si padroneggia bene almeno una lingua, preferibilmente l’inglese – almeno fino a quando il cinese non monopolizzerà il commercio internazionale – non si potrà gestire neanche un bar.
Il talento individuale deve essere messo al servizio della squadra. Ci sarà sempre meno spazio per talenti egotici e solitari. Alla fine la gestione delle relazioni e della leadership diventeranno skills sempre più importanti e richiesti.
La curiosità è la porta da cui passa l’innovazione. Sono perplesso quando incontro dei giovani che mi dichiarano la loro passione per la comunicazione e non sanno rispondermi quando gli chiedo che cosa fanno per nutrire questa loro passione.
Cosa fa e farà Assocom per aiutare i giovani talenti?
SDF Assocom, nel bene e nel male, rappresenta tutto il comparto. Cerchiamo quindi di fornire gli strumenti di aggiornamento per impedire l’uscita del 30% che paventavamo prima. Abbiamo quindi iniziato un serio programma di formazione e aggiornamento, che vede nella digitalizzazione del mercato i suoi ambiti più importanti.
I giovani hanno la possibilità di specializzarsi, prima dell’ingresso nel mondo del lavoro, nei nostri master di secondo livello, quello in Brand Communication con il Politecnico di Milano e il primo Master per la Formazione di Digital Specialist, con Alma, dell’Università Cattolica. Questi giovani dovrebbero trovare opportunità di stage e di lavoro presso le nostre agenzie associate.
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