Archivio mensile:novembre 2015

Quelli di cui ci si può fidare

PB  Quest’anno durante il festival della letteratura di Mantova, pieni di aspettative, siamo andati a sentire un autore importante che avrebbe dovuto dibattere con Covacich, autore molto bravo ma molto meno famoso.

Tutto il pubblico era assiepato per l’autore importante (che avrebbe dovuto difendere il “romanzo”) e ben disposto a sentire il minore Covacich (difensore del minore “racconto”).

Era tutto perfetto, solo che l’autore importante, per problemi che non ricordo, non è arrivato.

Il pubblico era pagante. L’atmosfera di palpabile delusione.

Il povero Covacich sulla pedana. Eppure non ha annullato l’incontro. E’ stato spiritoso, ha cercato e ottenuto la simpatia del pubblico. Ha difeso il racconto , ma ha preso anche un po’ le parti del romanzo.

Ha lasciato la platea soddisfatta dell’evento. Ha tolto le castagne dal fuoco all’organizzazione. Ha mantenuto l’impegno con l’editore. Ha guadagnato la gratitudine del moderatore (moderatrice, decisamente vicina a una crisi di panico prima di capire che nessuno avrebbe lanciato ortaggi in scena)

Ho pensato: io uno così lo assumerei.

Non solo uno così bravo a scrivere.

  • Uno che quando serve c’è.
  • Uno che non si tira indietro se in prima linea non ce ne sono altri.
  • Uno che non ti pianta in asso.
  • Uno che capisce che cosa fare durante un’emergenza.
  • Uno che rischia per tenere fede a un impegno
  • Uno su cui contare

E lui ha certo rischiato di essere ridicolo (un Davide pieno di aforismi senza un Golia contro cui scagliarli), ma ha saputo correggere il registro, far immaginare il gigante attraverso la sua ombra, sostenere un dibattito senza avversario correggendo il canovaccio.

Per essere un buon manager e fare carriera, è necessario essere affidabili, ma anche intuitivi, intelligenti e generosi.

Covacich non ha difeso il suo intervento, lo ha modificato per salvare un evento di cui lui era solo la spalla e di cui è trovato a essere pietra d’angolo. Ne è uscito come un Davide vittorioso.

Il pubblico applaude

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Non è un blog per ricchi

PB  Mentre scrivo,  Cristina , responsabile della comunicazione,  sta stirando i capi per lo shooting di lunedì a Barcellona.

Mentre scrivo Paola, mia co-blogger, sta incontrando almeno 3 presidenti (di società, di associazioni, non della Repubblica) in una carambola di appuntamenti a incastro a cui si presenterà puntuale (speriamo) avendo pianificato cambio scarpa, parcheggio, sorrisi e documenti.

Mentre scrivo aspetto di imbarcarmi su un volo Easy Jet per Londra , da dove rientrerò questa notte, con l’ultimo volo che di solito è in ritardo.

Mentre scrivo, rifletto: se volete fare una carriera sfolgorante che vi porti a lavorare il giusto e guadagnare tanto, non leggete questo blog.

Questa lettura è roba da secchioni sognatori, che cantano e portano la croce.

Non ci sono consigli per scorciatoie. Se non siamo state capaci di prenderle, come consigliarvele?

– Ambite ad avere un autista personale? Noi conosciamo – personalmente – tutti i driver delle navette che dal parcheggio remoto di Malpensa portano in aeroporto.

– Volete il maggiordomo? Noi dipendiamo miseramente da una tata che se non ci fosse la nostra vita sarebbe a pezzi.

– Volete viaggiare bevendo Champagne? Noi voliamo Easy Jet a manetta e quando ci capita di volare in Business,  perché andiamo dall’altra parte del mondo, regaliamo in giro le amenities  del beauty case di ordinanza come souvenir dall’iperspazio.

– Volete l’associazione a un club esclusivo? Noi corriamo in bici sul Naviglio e nuotiamo alla piscina comunale.

– Volete fare shopping sfrenato in via Monte Napoleone? Noi abbiamo segretamente scelto di lavorare nella moda per avere accesso a vendite di show room, campionari, prototipi, outlet.

– Volete diventare milionari? Cambiate blog

– Volete avere un parrucchiere sempre a vostra disposizione? Noi o abbiamo deciso di sposarne uno, o ci lanciamo nelle prime porte disponibili quando abbiamo un buco di tempo (con un record di infedeltà assoluta, credo che il codice colore del mio “castano” sia depositato in almeno 12 parrucchieri del territorio: quello sotto casa, quello sotto l‘ufficio, quello vicino al magazzino, quello vicino alla sede di Manager Italia, quello dell’Hotel del centro di formazione, quello del centro commerciale aperto il lunedì, quello di mia sorella…)

– Volete mangiare solo in ristoranti stellati? Paola lo fa abbastanza spesso con pretesti professionali (EXPO ci ha messi tutti a tavola e Paola ha infilato una corrente gourmet di una certa rilevanza), io sono fedelissima al Trap, trattoria di quartiere, dove facciamo servizio mensa con il ticket Restaurant.

– Volete un palco alla Scala?  Noi ci andiamo alle prove e poi ci vestiamo eleganti per andare alla prima che trasmettono al cinema o sul maxishermo in Galleria. L’abbonamento lo riserviamo per il Franco Parenti o il Piccolo.

– Volete diventare milionari? Cambiate blog!

Però se volete girare i mondo, incontrare persone speciali, fare progetti che vi crescono sotto le mani come un fantastico Lego, costruire relazioni professionali che abbiano valore nel tempo, essere ben vestite, ben pettinate, ascoltare l’Opera, andare a teatro, fare un lavoro che vi riempia la vita più che il portafogli, che vi riduca la sera discretamente disintegrati, ma vi mantenga aderenti al vero tanto da potere frequentare e capire i vostri amici di sempre, allora continuate a leggere.

(prometto di cercare nel frattempo i siti che hanno portato Kate Middleton a Buckingham Palace, Madonna a riempire gli stadi, Renzi a fare il presidente del Consiglio)

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Sei un Millennial? Alcuni suggerimenti su come affrontare con successo il mondo del lavoro.

PC Sei un Millennial? Se hai tra i 18 e 35 anni di età la risposta è sì, ed è probabile che il lavoro sia in questa fase una priorità importante nella tua vita. Ecco alcuni suggerimenti su come ottenere il successo nella sfera lavorativa, raccolti tra vari studiosi che hanno approfondito l’argomento.milennial-2

  1. Creati una reputazione, perché il titolo di studio non basta più. Per farlo ecco alcuni must:
    • Mantieniti costantemente aggiornato sui temi vicini al tuo lavoro (questo è particolarmente vero per chi non ha in quel momento un’occupazione e rischia che le sue competenze diventino velocemente obsolete)
    • Usa i social media, in particolare Linkedin, per costruirti una reputazione, ad esempio condividendo riflessioni e scoperte sul tema del quale ti occupi (o vorresti occuparti)
    • se lavori non aver paura a chiedere e assumerti maggiori responsabilità sul posto di lavoro, ti farai la fama di un persona proattiva e potrai mettere in luce aspetti del tuo carattere e della tua preparazione che sarebbero rimasti nascosti
  2. Pensa che vivi in un ambiente liquido, all’insegna del cambiamento, dove nessun lavoro è “per sempre”. La ricerca di un nuovo lavoro dev’essere continua, la capacità di resilienza massima e la disponibilità a percorrere nuove strade sempre presente.
  3. Non rimanere senza fare niente: piuttosto che restare a casa pensa se c’è la possibilità di realizzare un’attività imprenditoriale, se ci può essere un lavoro non retribuito ma vicino alle tue aspirazioni (per lo meno contribuirà a costruire la tua reputazione). Fai del volontariato: in particolare se scelto in un ambito affine al lavoro dei tuoi sogni  questo aiuterà chi ti deve selezionare a capire che sei una persona energica e volenterosa, e ti permetterà di ottenere degli insight utili su quel settore.Millennials-infographic
  4. Non crearti l’alibi dello studio: non puoi inanellare tre o quattro diversi diplomi di master per tenerti occupato, anche se hai la fortuna di una famiglia che se lo può permettere
  5. Ricordati che è probabile che chi ti assume sia un baby boomer ex figlio dei fiori ma oggi molto attento alla forma: valuterà, sia in sede di colloquio che nei primi mesi di lavoro, come ti vesti, come ti esprimi, come e dove scrivi (meglio decisamente una mail a un messaggio su facebook)
  6. Considera il network un’altra priorità quotidiana. Mantieni i contatti senza risultare stalker, per esempio aiutando gli altri a trovare un impiego, dato che prima o poi verrà il tuo turno di essere aiutato da chi ti sarà grato per quello che hai fatto per lui (sono convinta che se fai del bene nel lavoro questo ti ritorna sempre).
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Intuito e concretezza: ecco cosa ci insegna Fulvio Aniello con il suo Fashion Times. Da semplice startup a testata da milioni di pagine visitate al mese.

PC Per noi lo ha intervistato Daniela Pellegrini, già nostra collaboratrice e mia collega in Iulm.

Daniela Pellegrini: “A 21 anni ha avuto l’idea, a 22 l’ha messa in pratica, era il 2006. Stiamo parlando di Fulvio Aniello, che insieme a Elise Lefort, è co-founder di Fashion Times, web magazine che conta oggi più di 1 milione e 1/2 di utenti unici mese e 3 milioni di pagine visitate al mese. Fulvio studiava Scienze Politiche, ma la sua voglia di fare l’imprenditore e soprattutto lo sguardo e la mente aperta a quello che stava succedendo intorno a lui lo hanno spinto a muoversi in questa avventura. “From scratch”, come dicono gli inglesi è nato Fashion Times.six-thinking-hats_650

Questo è un insegnamento per i giovani, soprattutto in un contesto business come l’attuale dove si sente e si parla solo al negativo. La capacità di utilizzare i cappelli di colore diverso, per citare E. De Bono, ha spinto Fulvio a togliersi il cappello nero, quello del pessimismo, ed indossare prima quello giallo e quello verde per individuare i punti di forza della sua intuizione e cercare idee nuove, per finire poi con il cappello blu in modo da definire e dare concretezza alla sua intuizione.

Quindi, un monito a tutti i giovani che stanno finendo gli studi e vogliono buttarsi nel mondo del lavoro e della imprenditoria: abbandonate idee pessimistiche, date sfogo alla vostra creatività ed intuizione, ma verificate la fattibilità del vostro business prima di partire.

Cosa fai in Fashion Times di cui sei co-fondatore?
Mi occupo di marketing e advertising seguendo dinamiche seo e sem.
Come hai avuto l’idea?
Ci siamo accorti, nel 2006, che mancava un magazine come Fashion Times. Ci siamo subito imposti sul web come fonte di riferimento per il settore fashion.
Fashion Times è infatti un magazine che guarda alla moda e alle mode. Non parliamo solo di abbigliamento, accessori, lusso e bellezza. Affrontiamo tutte le tematiche legate ai trends del momento. Cinema, musica, hi tech e food. Tutto il panorama lifestyle del monento. Il concetto è che anche uno yogurt può andare di moda. Schermata 2015-11-03 alle 16.33.22
Qual è la caratteristica più importante/elemento differenziante di FT?
L’applicazione di attività legate al web marketing in tutte le pubblicazioni editoriali. Un aspetto maniacale per tutto quello che riguarda l’indicizzazione sui motori di ricerca e una grandissima passione. Senza passione non riesci a importi per 9 anni. Il prossimo anno festeggeremo 10 anni di attività.
Quali sono gli errori che hai fatto e non rifaresti?
Affidarmi a persone dalle grandi promesse. Chi promette troppo, il più delle volte ti inganna. La cosa più importante è trovare le persone giuste con cui lavorare.
Cosa hai imparato dagli errori?
Ho imparato che tutti i problemi sono risolvibili e che probabilmente la prima soluzione – quella più istintiva – che ti viene in mente, è la ricetta giusta per risolvere quel determinato problema. Gli errori ben vengano. Fanno crescere e creano struttura.
Cosa consigli ad un giovane che vuole intraprendere una idea di business?
Consiglio di lanciarsi con passione. Tanto al giorno d’oggi tutto sembra difficile. La difficoltà è un parametro legato alla paura di fallire… ma sempre meglio provarci che vivere di rimpianti.”

Un invito stimolante per tutti i giovani e non solo. Gettiamo via il cappello nero del pessimismo che spesso si camuffa in ragionevolezza e ci paralizza!

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