PC C’è un fenomeno in psicologia sociale che si chiama “la profezia che si auto-avvera”: è il motivo per cui se ci presentiamo a un colloquio già certi di non essere presi, veniamo davvero scartati, o se crediamo che un nostro progetto non soddisferà il nostro capo, lui o lei lo boccerà. E così come l’idea preconcetta di un fallimento si traduce quasi sempre nel fallimento stesso, al contrario un’aspettativa positiva si concretizza molto spesso in un successo. Molti studi hanno dimostrato che il potere delle convinzioni a livello sociale è forte quanto quello personale e dà luogo a comportamenti che finiscono per confermare le previsioni, buone o cattive che fossero.
Ieri ho pensato alla profezia che si auto-avvera sentendo, alla Triennale di Milano, Giuseppe Sala (commissario unico delegato del Governo per Expo 2015 e amministratore delegato per Expo 2015), Diana Bracco (commissario generale di sezione per il Padiglione Italia e Presidente di Expo 2015) e Marco Balich, (direttore artistico di Padiglione Italia e presidente di Balich Worldwide Shows) raccontare cosa succederà a Padiglione Italia e spiegare cosa significherà Expo per le nuove generazioni (e anche per le vecchie, aggiungo io!).
Diana Bracco ha infatti spiegato quello che pensa sia il più importante effetto che produrrà l’Expo: “La fiducia in noi stessi. E’ questa forse l’eredità più importante. Perché oggi l’Italia deve ritrovare quello spirito che ci ha sempre contraddistinto: la capacità di guardare al futuro in modo positivo e creativo, facendo leva sul proprio talento e sulle proprie abilità. Grazie ad esse, per secoli il mondo intero è stato plasmato e ispirato dal genio italiano. E lo è ancora. Quello che manca oggi è proprio la consapevolezza di essere tuttora un Paese leader in tanti campi. Un Paese vitale a cui il mondo guarda con interesse e ammirazione. Un Paese bellissimo. E non solo della Grande Bellezza un po’ decadente del passato, ma di una bellezza che è ancora viva e diffusa. La bellezza ad esempio dei tantissimi giovani di valore che portano avanti i loro sogni in Italia e all’estero. Nel 2015 faremo davvero del Padiglione la porta d’ingresso dell’Italia, l’inizio di un viaggio straordinario, ma anche il biglietto da visita di questa fiducia ritrovata. Fiducia nella nostra forza di Paese creatore”.
L’obiettivo” ha aggiunto Balich “è infondere un sentimento di orgoglio per il nostro Paese.”
“Il Padiglione Italia sarà il biglietto da visita del nostro Paese all’Expo. Vogliamo offrire al mondo una visione forte della qualità italiana e restituire fiducia e orgoglio ai cittadini di questo grande Paese – ha continuato Diana Bracco – L’elemento cardine sarà il Vivaio, inteso come un luogo dedicato allo sviluppo delle nuove generazioni. Un laboratorio d’idee che aiuti i progetti a “germogliare”. Un punto di riferimento per i giovani talenti innovatori, capaci di rinnovare il concetto di “eccellenza italiana” combinando la tradizione con approcci originali. Noi vogliamo parlare soprattutto alle giovani generazioni, e le molte iniziative che abbiamo messo in cantiere con le scuole sono un tassello fondamentale per costruire quella Expo Generation che dovrà essere più attenta al tema della sostenibilità, più consapevole dei rischi legati a comportamenti alimentari non corretti, e soprattutto più sensibile a cogliere la centralità del tema della nutrizione come sfida cruciale per il nostro secolo. ”
Vedendo la presentazione del Padiglione Italia e dell’Albero della Vita mi sono sentita orgogliosa di essere italiana e di contribuire, in piccola parte, a creare questa profezia con il web magazine Vivaio Progetto Scuole di cui seguiamo la redazione e diffusione per Padiglione Italia. Speriamo solo che questa profezia si auto-avveri. L’Italia, Milano e le nuove generazioni se lo meritano.