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Dal Branding al Personal branding

PC Su questo blog abbiamo spesso affrontato l’argomento del personal branding (il fatto che ognuno di noi è di fatto una marca e come tale comunica e si vende). Daniela Pellegrini, che collabora con me in Iulm, ci fornisce, con il suo classico approccio da personal coach, alcune indicazioni su come trasformare le conoscenze di marketing in indicazioni operative per la costruzione di un brand distintivo e coerente e quindi più facile da vendere. In sostanza ci aiuta a capire come trovare un lavoro o migliorare la nostra posizione. Ho conquistato il vostro interesse? Leggete i suoi suggerimenti!f167fd140c425b4806cbb43eaa1d8863

Daniela Pellegrini: Anche noi siamo Brand e possiamo diventarlo.

Vi sembra strano dirlo? Forse sì, ma riflettete su questo principio prima di andare a fare un colloquio di lavoro, sia che siate alle prime esperienze sia che vogliate cambiare azienda: in pratica state “vendendo” voi stessi e quindi dovete trattarvi come farebbe un brand commerciale. Da qui vi esorto a fare questo passaggio logico: da Brand a Personal Brand.

Il personal branding infatti ci permette di differenziarci dalla massa rendendoci unici e riconoscibili.

Preparatevi quindi a riflettere sul vostro personal brand, utilizzando le quattro classiche leve di marketing.

Come si costruisce un personal brand

  1. Mission

La tua mission è lo scopo della tua attività, il motivo perché la fai. Nel nostro caso la tua mission è il messaggio che comunichi con i tuoi studi, la tua professionalità.

Esercizio: scrivi la tua mission.

Alcuni spunti:

Cosa fai?

Perché lo fai?

Per chi lo fai?

Che problema risolvi?

Perché lo sai fare così bene?

Perché lo fai meglio di altri?

In che modo ciò che fai parla di te?

  1. Prodotto

Noi siamo Prodotto

Il Prodotto siamo noi…: quindi va identificato cosa vogliamo “vendere” senza ego-referenziarsi ma divenendo capaci di ascoltare e comprendere il mercato, individuare bisogni ancora insoddisfatti e rispondere con un’offerta di  noi stessi adeguata e competitiva.

Per farlo rispondete alle seguenti domande:

Quali sono i tuoi punti di forza?

Quali sono i tuoi limiti?

Chi sei?

Come sei arrivato/a qui?

Quali sono i tuoi principali successi?

Come ti vedono gli altri?

Come ti vedi tu?

Come vorresti essere vista/o?

 

  1. Posizionamento

Come nelle logiche di mercato definire il posizionamento è fondamentale per avere un’offerta unica e differenziarsi dalla concorrenza.

Il posizionamento dovrebbe cercare “uno spazio vuoto da riempire”: analizzate i bisogni del target di riferimento, in questo caso la persona che andrete ad incontrare, e le proposte dei competitor, e quindi coloro che faranno o hanno già fatto il vostro stesso colloquio,  in modo da posizionarvi in maniera unica e originale con la propria offerta = voi stessi.

E voi cosa avete di originale da offrire?

Guardate gli annunci di lavoro simili, leggete storie di persone che hanno fatto le vostre esperienze e ce l’hanno fatta, trovate la vostra USP.

  1. Prezzo

Un approccio di marketing classico prevede anche il pensiero anche sulla leva Prezzo. Capisco che potreste obiettare: ma è l’Azienda che fa l’offerta, il mercato è in crisi…Certo, ma definire il nostro valore “economico” è comunque importante e ci aiuta a fare delle scelte.

Due i fattori di cui tenere conto:

  1. definire l’aspetto valoriale del vostro prodotto ( = personal brand, voi stessi), che non solo riveste un valore economico. Quindi chiedetevi: quanto valgo? Quanto posso essere unico ed interessante per l’Azienda?
  2. Definire il costo oggettivo e quindi definire a quanto siamo disposti a vendere il nostro servizio. A quanto oggettivamente sei disposto a venderti o vendere il tuo servizio, facendo i veri conti di cassa dei soldi che ti sono necessari per vivere e di quanto oggettivamente vali perché sei un professionista preparato?

Se foste dei freelance allora il lavoro sul personal brand dovrebbe continuare sulla definizione del target, l’analisi della concorrenza, e poi naming, visual identity.

Ora invece ci siamo soffermati sui colloqui di lavoro presso Aziende e Società quindi concludiamo con un alert:

L’abito fa il monaco…

voi comunicate il vostro brand in ogni momento, quindi è importante che quando vi trovate davanti ad un colloquio i vostri interessi, lo stile, l’abbigliamento, il vostro modo di parlare etc… siano sempre coerenti con la costruzione del vostro brand (= coerenza e credibilità).”

Su quest’ultimo punto abbiamo anche scritto Come vestirsi per un colloquio di lavoro.  E se vi è interessato questo post potreste trovare utili anche  Che prodotto sei? , Come fare carriera alla cena di Natale , Come vestirsi d’estate per una riunione,

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Il perfetto candidato per Bayer è una ricetta composta da diversi ingredienti. Ce lo spiega Greta Pignata.

PC Pensando al marketing come sbocco professionale spesso viene naturale limitarsi a valutare il largo consumo, mentre ci sono dei settori, come quello del marketing chimico – farmaceutico, in cui un giovane dotato di talento ed esperto nelle nuove tecnologie può trovare molti progetti interessanti sui quali mettersi alla prova.

Quali caratteristiche vengono apprezzate in una grande azienda come Bayer? Come affrontare un colloquio in una realtà di questo tipo? L’abbiamo chiesto a Greta Pignata che si occupa di Business & Marketing Communications in Bayer CropScience.

Greta Pignata, Business & Marketing Communications in Bayer CropScience.

Greta Pignata, Business & Marketing Communications in Bayer CropScience.

Chiacchierando abbiamo scoperto che prima di passare in azienda, dov’è dal 2012, Greta ha lavorato in agenzie di comunicazione come Leo Burnett, quindi ci è venuto naturale chiederle se trova più stimolante il suo attuale ruolo “dalla parte del cliente”.

Greta Pignata: L’agenzia pubblicitaria è una scuola importante per capire cosa significa fare comunicazione, quella vera! E farla bene.

Ma non si ha mai l’ultima parola, che è sempre quella del cliente, che alla fine decide.

Ora mi trovo proprio in questo ruolo dove ho la possibilità di esprimermi al massimo e di guidare i progetti, interfacciandomi allo stesso tempo con interlocutori sempre diversi che ogni volta arricchiscono le mie conoscenze.

Passiamo ai consigli per i nostri lettori: quali caratteristiche deve avere un giovane per entrare nel reparto Business & Marketing Communications di Bayer?

Greta Pignata:

La ricetta è composta da diversi ingredienti.

Il primo, che non deve mai mancare, è una forte preparazione “non solo” universitaria…

Una solida base teorica è elemento essenziale ma non sufficiente. Soprattutto in questo settore, dove le competenze richieste sono sempre più integrate e in evoluzione.

Un giovane che vuole affrontare al meglio il mondo del lavoro e sviluppare una carriera nella comunicazione deve necessariamente avere confidenza con i nuovi linguaggi della comunicazione ed informarsi continuamente su ciò che accade nel mondo. Perché avere uno sguardo aperto verso le cose è per noi un valore aggiunto.

Ma non è tutto qui.

E’ necessario possedere spiccate doti comunicative e relazionali (in quanto ci si relaziona con diversi stakeholder e si collabora con diversi colleghi, anche di reparti diversi),  essere creativo  ma soprattutto aver voglia di fare e di mettersi in gioco. Perché è questo che fa la differenza, in un’azienda fortemente orientata alla formazione e alla ricerca di nuovi talenti.

C’è una persona che hai assunto che le è rimasta impressa perché rappresenta le qualità che deve avere un candidato?

Si, sono rimasta positivamente colpita da una persona che ha effettuato un periodo di stage nel nostro reparto.

Perché ha mostrato lo stesso entusiasmo e etica del lavoro che caratterizza questa azienda e che avevo io quando ho iniziato il mio percorso in Bayer.

Il lavoro, lo dico sempre, è parte integrante della vita di una persona e va affrontato con professionalità e dedizione, caratteristiche fondamentali per chi vuole crescere in un’azienda.

E ci vuole poco per capire chi ha questi valori dentro di sé!

Il candidato selezionato ha mostrato fin da subito grande interesse verso le mansioni proposte, precisione e proattività nel fare le cose.

E aggiungerei anche un pizzico di coraggio nell’affrontare le sfide di ogni giorno, sia grandi che piccole.

Un consiglio su come affrontare un colloquio di lavoro?

Prepararsi: mai affrontare un colloquio di lavoro impreparati. Si perde in partenza.

E’ necessario informarsi sull’azienda e sulla posizione per cui ci si è candidati. Anche perché questo è sinonimo di interesse e permette una maggiore interazione con chi si ha di fronte in fase di colloquio.

Sembra una cosa scontata ma non è così: in passato, infatti, ho incontrato ragazzi che non ricordavano neanche il job profile richiesto!

E poi, questo non è un consiglio spassionato ma “sperimentato di persona”: ho ancora sulla scrivania i miei fogli scarabocchiati con tutte le informazioni su Bayer ricercate su internet giorni prima del colloquio.

Non li ho mai buttati, in ricordo di quel famoso pomeriggio d’estate quando il mio attuale capo mi chiese: “Cosa conosce di Bayer?”

In quale settore del marketing e della comunicazione ci sono maggiori prospettive di sviluppo per i giovani al momento?

In questo periodo, particolarmente difficile per entrare nel mondo del lavoro, ritengo che il settore digital (sia nel marketing che nella comunicazione) sia quello che possa dare più opportunità. Perché sono proprio i giovani a portare nuove competenze in questo settore.

Tutti sanno ma pochi conoscono “veramente” le dinamiche che governano la digital communication e i suoi strumenti (attività SEO, SEM, social network, siti, blog etc..), sempre più utilizzati per farsi conoscere e interagire con i propri clienti. Per farlo, al meglio, servono conoscenze specifiche: perché adottare le strategie giuste ed il linguaggio più idoneo è un punto a favore per le aziende che vogliono essere al passo con i tempi e con i nuovi mezzi di comunicazione, sempre più innovativi.

Quale consiglio potrebbe dare a un giovane che voglia entrare nel mondo del marketing e della comunicazione?

Valutare attentamente le proprie aspirazioni e ciò in cui si è più dotati è il primo passo per entrare in questo campo dove, non dimentichiamolo, c’è molta concorrenza.

Oggi le università offrono diversi corsi e indirizzi di studio per specializzarsi in questo settore: consiglierei di non fare scelte affrettate ma di valutare attentamente il percorso più consono alle proprie aspettative, partendo dalla fatidica domanda: “Cosa voglio fare da grande?”

E poi, all’inizio, bisogna essere sempre pronti ed aperti a vivere diverse esperienze di lavoro, magari anche quelle poco soddisfacenti dal punto di vista remunerativo, perché sono formative e permettono di acquisire competenze sempre nuove.

 

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Una chiave per aprire il mondo della comunicazione

PC Da anni i testi di Marco Lombardi che usiamo in università aiutano i giovani talenti a entrare formati e preparati nel mondo della comunicazione. Da oggi però l’aiuto che lo studio di questi libri fornisce diventa un’opportunità concreta di farsi conoscere e dimostrare il proprio talento. Infatti acquistando la nuova edizione di La strategia in pubblicità e La creatività in pubblicità c’è la possibilità di fare un colloquio con professionisti di WPP, il più grande gruppo di comunicazione del mondo.

Marco Lombardi

Marco Lombardi

Il tutto avviene in modo semplice: da giugno 2015 a giugno 2016 chi acquista o ha acquistato uno di questi libri per studiarci ha anche l’opportunità di richiedere un colloquio con un direttore creativo o con un manager di WPP, il più grande gruppo al mondo di comunicazione integrata, a cui fanno capo in Italia più di 50 società in 8 diverse discipline : Advertising (Grey United, JWT, Ogilvy, Y&R Group, Red Cell e altre), PR (Burson Marsteller, Hill & Knowlton e altre), Media (Group M, Mec, Mindshare e altre), Healthcare (Sudler & Hennessey, Intramed e altre), Consumer Insight (Millward Brown, TNS e altre), Branding & Identity (Landor e altre), Direct, Promotion & Relationship Marketing (LGM, Wunderman e altre), Digital (H Art, VML e altre). È  il gruppo dove Marco Lombardi ha trascorso tutta la sua carriera (è tuttora presidente di Young & Rubicam) e dove abbiamo avuto modo di lavorare per anni insieme.

Questa opportunità è annunciata direttamente sulla copertina dei due libri di Marco Lombardi con un talloncino giallo che rinvia ad una pagina interna dove si spiega come procedere: basta inviare una email, compilare una scheda e aspettare di essere chiamati (ci si deve poi presentare al colloquio con il libro). La proposta è presentata anche nel sito di FrancoAngeli http://www.francoangeli.it nelle pagine dedicate ai due libri di Marco Lombardi: qui http://bit.ly/1f2elrF e qui http://bit.ly/1I0ZFQm

creat nuova“Questa iniziativa – ci spiega Marco Lombardi  – nasce dalla consapevolezza che nel mondo della comunicazione, alle generali difficoltà connesse con i disinvestimenti post 2008, si unisce una particolare difficoltà per un giovane nel farsi conoscere, nell’accedere a un colloquio con i professionisti di alto livello, per un orientamento, una valutazione e un eventuale ingresso.”

L’intento dei promotori – l’editore FrancoAngeli e WPP – è quindi in primo luogo quello di contribuire a mettere in contatto il mondo delle professioni con quello dei giovani che aspirano ad entrarvi; in secondo luogo di sottolineare l’idea che il libro e il suo studio siano ancora la chiave privilegiata d’accesso per entrare nel mondo del lavoro: una conferma concreta del fatto che se si sviluppa l’apprendimento si trovano anche le opportunità di lavoro.

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Tutti hanno diritto a un trampolinodilancio

PC E’ una settimana che faccio colloqui, ma – non se ne abbiano a male i candidati che ho intervistato – il colloquio che sicuramente mi rimarrà nel cuore è quello che hanno simulato Giovanni Mazzariol, un bambino down di 12 anni, e suo fratello Giacomo, di 18, per la giornata mondiale sulla sindrome di Down. La frase che conclude è da tener presente per qualsiasi intervista: “Dentro ogni persona c’è un mondo unico. Non guardate gli altri soltanto con i vostri occhi. Siate autentici, siate spontanei. Restate semplici, restate veri.”

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Il colloquio che scopre le affinità elettive tra candidato e azienda

PC Quando tra datore di lavoro e dipendente non si crea un’affinità elettiva simile a quella che lega una donna a un uomo è probabile che i due in brevissimo tempo si divideranno. Questo rappresenta un danno sia per l’azienda che per il dipendente, visto che entrambi investono inutilmente tempo in formazione.gli amanti Magritte

Per questo, si sta affermando un nuovo tipo di selezione basato sulle Strengths-based job interview, che permettono, attraverso una conoscenza più profonda dell’intervistato, di valutare la sua aderenza ai valori aziendali e al tipo di lavoro che dovrà svolgere.

Invece che limitarsi a scoprire cosa una persona SA fare attraverso il colloquio si cerca di capire cosa una persona AMA fare.

Il principio è chiaro: individuare persone che abbiano le stesse caratteristiche dell’azienda che sta assumendo. Dal punto di vista di chi fa domanda, questo significa essere sicuri di trovarsi a lavorare in una cultura organizzativa che si condivide e a svolgere lavori per i quali si è adatti.

Dal punto di vista dell’azienda questo è sicuramente un vantaggio, perché quando un candidato può utilizzare nel lavoro i suoi punti di forza dimostra:

  • energia e coinvolgimento
  • spesso perde il senso del tempo perché coinvolto nel compito che sta svolgendo (e quindi lavora di più!)
  • impara rapidamente nuove informazioni e approcci
  • ha elevati livelli di performance sul lavoro

Dato che questi colloqui sono particolarmente utili per selezionare persone con poca esperienza e visto che grandi aziende come Nestlé e Unilever hanno deciso di utilizzarle, ecco alcune indicazioni per i nostri giovani talenti che potrebbero trovarsi ad essere intervistati con queste modalità.

Le Strengths-based question agiscono in due ambiti:

  • innanzitutto cercano di individuare i vostri reali, sinceri, punti di forza, per esempio indagando quali sono le vostre passioni al di fuori del lavoro
  • lo stesso viene fatto con i punti di debolezza, per i quali è richiesta la massima sincerità.

I fan di questo nuovo tipo di colloquio sottolineano che un ulteriore vantaggio è che il candidato capisce perché non sarebbe felice in quel ruolo e non ha la sensazione di aver fallito, come succede invece con i colloqui classici.

Come prepararsi a un colloquio che usa le Strengths-based question? In realtà è sufficiente aver fatto un serio percorso di conoscenza di se stessi per capire quali sono le cose che si ama maggiormente fare sia nel lavoro che al di fuori del lavoro ed essere pronti ad essere aperti e sinceri. Potrebbe essere utile prepararsi a sottolineare come le proprie preferenze possono inserirsi perfettamente nella cultura aziendale e che sono in linea con i requisiti richiesti da quel lavoro.

Ecco alcune domande che potrebbero farvi durante un colloquio di tipo strengths interview:

  • Cosa sei bravo a fare?
  • Cosa ti viene facile?
  • Cosa impari facilmente?
  • Cosa trovavi più semplice apprendere all’università?
  • Quali soggetti ami di più studiare?
  • A quali attività dedichi le maggiori energie?
  • Descrivi un giorno di successo.
  • Quando hai raggiunto un obiettivo di cui vai veramente fiero?
  • Preferisci iniziare un lavoro o finirlo? (domanda per niente banale!)
  • Pensi di avere abbastanza ore per fare tutto quello che devi nel corso della giornata?
  • Che tipo di cose rimangono sempre nella tua to do list e non vengono mai finite?
  • Che cosa detesti di più fare? (Se la risposta è “mettere in ordine” non fate domanda in un archivio)
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Come attivare gli archetipi giusti in vista di un colloquio.*

Daniela Pellegrini

Daniela Pellegrini

PC Daniela Pellegrini, collega in Iulm di cui abbiamo già avuto modo di parlare, ha deciso di affiancare un nuovo lavoro come personal life coach al suo impegno come manager nell’ambito del marketing e della comunicazione. Si sta specializzando su temi legati alla analisi e lo sviluppo delle problematiche personali rivolte al Burnout, crescita personale, e allo Space Cleaning perché, come ci racconta, sono aree che le permettono di entrare in punta di piedi nella vita delle persone ed aiutarle in un loro percorso di crescita. Ha deciso di aiutare i nostri giovani talenti con alcuni consigli che nascono anche dagli argomenti trattati insieme a lezione. Ecco il primo, che come ci anticipa “è un post rivolto al femminile, ma da cui anche i signori maschietti possono trarre spunti utili.”

Daniela Pellegrini.: Durante il corso di Brand Lab in Iulm si è parlato di archetipi quali modelli di riferimento di costruzione non solo della personalità dell’uomo, vedi le teorie di Jung, ma anche di una marca, modelli utili nel momento di passaggio dalla strategia allo sviluppo dell’idea creativa.

L’invito è quindi quello di considerare anche noi stessi “marca”. In fin dei conti quando andiamo ad un colloquio di lavoro “ci vendiamo”: ci presentiamo, cerchiamo un contatto, stabiliamo una relazione, e dobbiamo farlo con elementi distintivi. Noi siamo “brand”.

Oltre agli aspetti esteriori di cui si parla spesso, come vestirsi, come stringere la mano, come sorridere e stare seduti etc… anche molti altri aspetti della nostra personalità giocano nel giudizio di chi ci sta esaminando.

A questo proposito vi consiglio il libro d  J.S. Bolen, che tratta delle Dee dell’Olimpo quali archetipi-modello al femminile che influenzano il nostro modo di essere e quindi il nostro agire. Può essere molto utile sfruttare questi modelli anche durante un colloquio di lavoro, imparando così quali di questi giocano a nostro favore, in modo da fare emergere il meglio di noi stessi.

Uno nota importante. Dentro di noi vivono tutti gli archetipi ma a tratti, o in momenti diversi, ne vengono attivati uno o più di uno di essi. Sta a noi, in base alla situazione in cui ci troviamo e l’obiettivo che vogliamo raggiungere, attivare l’archetipo più adatto.

Vediamo ora una carrellata veloce del profilo delle Dee:

Dee nella categoria delle Vergini che rappresentano le qualità femminili dell’indipendenza e dell’autonomia:

– Atena: dea della saggezza, fra i romani era nota come Minerva. Ha capacità strategiche e razionali ed è portata a muoversi con grande determinazione. Ha anche la capacità di tenere sotto controllo le situazioni e muoversi in modo adeguato in mezzo a loro.

– Artemide: dea della caccia, per i romani era Diana, agisce in modo veloce e deciso. Impersonifica lo spirito indipendente e competitivo. In ambito lavorativo si trova bene a sostenere ruoli di comando ed è spinta verso avanzamenti di carriera.

– Estia: dea del focolare, la Vesta dei romani. Ha grande capacità di intuito. Non ama essere ambiziosa e può risultare timida, introversa o dimostrare inadeguatezza se si trova in un ambiente non consono a lei.

Dee nella categoria delle Vulnerabili la cui identità e benessere dipendono dalla presenza di rapporti significativi.

– Era: Giunone fra i romani, è la moglie di Zeus. Vede nel matrimonio la sua finalità di vita e non considera il lavoro una delle sue priorità. Ha spesso momenti di rabbia che deve imparare a gestire.

– Demetra: vive la famiglia e i figli come l’espressione della sua capacità di prendersi cura delle persone e delle cose. Sul lavoro non dimostra grande competitività ed ambizione.

– Persefone: caratterizzata da due aspetti contrastanti fra loro. Kore, giovane fanciulla e Persefone (o Proserpina nei romani) regina degli inferi. Come Kore è una fanciulla che non conosce bene le sue capacità mentre sotto le vesti di Persefone ha una tendenza ad avere un atteggiamento passivo e condiscendente.

Afrodite: dea in una categoria a se stante. Personalità estroversa ed eclettica. Dal momento che non è attirata da compiti ripetitivi, gli impieghi monotoni e le situazioni statiche la annoiano e quindi tende a mollare il colpo. E’ l’archetipo che maggiormente è attirato dalle professioni artistiche.

Siete in procinto di affrontare un colloquio? Fate un breve esame delle vostre attitudini caratteriali e decidete come è meglio porvi al vostro interlocutore. Create quindi una sorta di collegamento con gli archetipi ed attivate quello che maggiormente necessita in quel preciso momento. Ecco alcuni spunti:

  • Fate in modo che lo spirito organizzativo e la capacità di lavorare anche sotto stress sia in mostra durante il colloquio, come farebbe Atena.
  • Siate Artemide, ma state attente a non essere troppo aggressive, mostrate invece la vostra spinta ad agire.
  • Attivate Estia se dovete “captare” la situazione in cui vi trovate, o fate intravedere al vostro interlocutore che avete un certo sesto senso.
  • Non vi piace una domanda o una affermazione che vi è stata detta? Fate in modo che la Giunone che è in voi non esploda e non date segni di impazienza, neanche con la mimica facciale.
  • Lasciate sopire Persefone e Demetra se il lavoro per cui fate il colloquio prevede situazioni di stress o ruoli di comando.
  • Non lasciate troppo libera Afrodite: al management di un’Azienda non dà sicurezza una personalità scostante.

Questo post può essere sì considerato un piccolo divertimento, ma vi assicuro che ad un colloquio dimostrarsi sicuri di sé ma non arroganti, una persona affidabile e con capacità di relazione, un individuo capace di volontà ma anche di autocontrollo, sono aspetti che possono giocare una carta vincente in più per voi rispetto agli altri candidati.

*Liberamente tratto dal libro di J.S. Bolen – Le Dee dentro la donna – Ed. Astrolabio

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La parola allo stagista: come ho corteggiato la Bayer

PC Sono finalmente riuscita a far scrivere a Giovanna il racconto di come ha ottenuto lo stage in Bayer, che spiega meglio di tante teorie cosa vuol dire corteggiare un’azienda. “Per i lettori di Trampolinodilancio che ancora non mi conoscono, io sono una “vecchia” tesista della Dottoressa Paola Chiesa. Mi sono laureata in IULM in Relazioni Pubbliche e Comunicazione d’Impresa e da Febbraio 2014 sto frequentando un Master in Marketing e Comunicazione presso l’Università Commerciale Luigi Bocconi. Il Master prevedeva un periodo di stage che sarebbe dovuto partire da gennaio 2015, perciò qualche mese fa, anche per me si stava  avvicinando il fatidico momento dei colloqui di selezione…corteggiamento

Mamma Bocconi inserisce i nostri curricula all’interno di un database, il cosiddetto “CV Profile”, che poi viene mandato alle numerose aziende partner. Se le aziende trovano il tuo profilo interessante, allora ti contattano per un colloquio.

Io non sono mai stata una figlia troppo ubbidiente, ho sempre fatto un po’ di testa mia, perciò mi sono detta: “OK, mamma Bocconi mi aiuta, ma io lo stage me lo cerco da sola”.

Dopotutto ho scritto una tesi di 220 pagine sul Personal Branding e scrivo per un blog che dà consigli ai giovani talenti su come costruire una carriera nel marketing e nella comunicazione, vuoi che non ci riesca?

Pomeriggio di novembre, piove, siamo io e il mio Mac, devo mandare il cv alle aziende che per me sono TOP, non credo riuscirei mai a lavorare per qualcosa che non mi piace o che non sento mio. Mattel è la prima della lista, prima o poi la mia passione per le Barbie si trasformerà in un lavoro, me lo sento. Moschino è la seconda, da quando Jeremy Scott è subentrato alla Jardini come direttore creativo, mi sono innamorata (forse perché ha fatto una collezione ispirata alla Barbie?). La terza è….la terza è…mi guardo intorno, cerco qualcosa che uso spesso, sorrido, è il mio sacchetto delle medicine, la mia farmacia portatile che ho sempre in borsa, accanto ci sono le Supradyn della Bayer, sorrido ancora e penso a tutte le volte che i miei amici mi prendono in giro sul fatto che prima o poi mi daranno una Laurea Honoris Causa in Farmacia o che comunque lavorerò  per un’azienda farmaceutica perché ho sempre con me la soluzione per ogni malattia immaginaria che ho, soprattutto nei periodi degli esami.

Dopo un primo colloquio telefonico, giovedì 27 novembre è il giorno di quello face to face nella sede di Milano della Bayer.

È stato un colloquio individuale durante il quale mi sono confrontata con l’HR manager, con il Business & Marketing Communications manager e con la referente del progetto del quale mi sarei dovuta occupare (la mia tutor).
È andato tutto bene se non fosse che a un certo punto il ragazzo delle HR con riferimento al test psicoattitudinale che avevo precedentemente fatto dal Pc, mi dice: “È la prima volta che una persona, per giunta di 24 anni, che quindi è in cerca di uno stage e che quindi non dovrebbe comandare un bel niente, ottiene 9 su 10 di leadership e 8 in un item relativo al fatto di non riconoscere l’autorità del capo e non seguire le regole. Lo sai che qui dovrai lavorare in team e tu invece tendi a voler imporre la tua idea agli altri e che quella di fronte a te è il tuo tutor? Come la mettiamo?”
Ovviamente ho cercato di far capire che la mia leadership non sta tanto nel fatto che io imponga le mie idee quanto più nel fatto che spesso tendo a motivare il gruppo laddove si perda la voglia di lavorare e la concentrazione, proprio perché ci tengo tantissimo a raggiungere gli obiettivi che mi ero prefissata. E per la questione di non riconoscere l’autorità o non seguire le regole me la sono cavata dicendo che riconosco l’autorità ma non sono una che riceve passivamente gli ordini, sono curiosa, faccio domande e dico sempre la mia…e poi nel mondo della comunicazione le idee migliori sono sempre scaturite dalla “rottura” dei dogmi e delle regole (Lombardi docet).

A fine colloquio ci siamo salutati con un: “Ci sentiamo la settimana prossima e ti faremo sapere perché poi gli ultimi 2 finalisti della selezione avranno un altro colloquio con il “capo capo””.
La svolta, però, è avvenuta la notte tra la domenica e il lunedì . Nel weekend, infatti, ho avuto delle idee molto belle per il loro progetto. “Se solo mi fossero venute in mente prima…” ho pensato. In ogni caso ho deciso di realizzarle lo stesso, ho fatto qualche foto che poi ho modificato con Photoshop in modo da rendere l’idea di quello che volevo fare, e nella notte ho scritto un’email dettagliata con tutte le specifiche per implementare la mia proposta.

Ricordo che un amico che era con me mi dava della pazza dicendo che mi stavo “sbattendo” per un lavoro che non era il mio e che sembravo una cinese per quanta motivazione avessi.

 

Sono le 3 di notte, salvo l’email in bozze e vado a letto.

Lunedì 1 dicembre ore 7:00, piove, siamo di nuovo io e il mio Mac.

Ma che sto facendo? Ma quando mai si è detto che una che fa un colloquio poi manda un’email al futuro capo con delle idee? E poi perché nell’email parlo usando la prima persona plurale, perché dico la “nostra azienda”? Ma la nostra di chi?

Poi mi è venuto in mente che esattamente un anno prima, quando stavo scrivendo la tesi, la Professoressa Chiesa e il Professor Lombardi mi avevano “sgridato” dicendomi che se mi interessava davvero qualcosa dovevo “rompere le scatole” alle persone.

Ok, invio. Devo farlo in nome del Personal Branding e dell’essere proattivi.

Invio.

Nessuna risposta.

Magari non sarà stata una buona idea, ma almeno c’ho provato.

Nel pomeriggio, ore 16:00, chiamata in arrivo da un numero sconosciuto, è Bayer: “Sei la persona giusta per noi!”
Nessun ulteriore colloquio, nessun altro finalista, io.

 

Ecco come ho corteggiato l’azienda nella quale sono stata presa come stagista.

Ecco perché cercare lavoro è come un corteggiamento.

Magari sarei stata presa a prescindere da quell’email, ma io non potevo starmene passivamente ad aspettare che l’azienda dei miei sogni mi scegliesse. E alla fine ce l’ho fatta.” (Giovanna Landi)

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Cercare lavoro è come un corteggiamento

PC Giovanna Landi, la mia ex studentessa IULM che rimane appassionata di Personal Branding anche dopo averci dedicato la tesi di laurea, ci ha mandato un nuovo articolo che ben volentieri pubblichiamo. “Qualche mese fa ho partecipato al seminario “Effective Presentation” in Bocconi, tenuto da Simone Bandini Buti. Avevo già avuto l’onore di partecipare ad altri suoi seminari sul “Team Building” e sulla “Comunicazione Efficace” e devo ammettere che ogni volta rimango colpita da come riesca a coinvolgere i partecipanti mettendo in pratica il suo motto “imparare divertendosi”. Il seminario si è presto trasformato in una carrellata di consigli e aneddoti riguardo la stesura di cv e lettera di motivazione e sul colloquio, con molte metafore divertenti quanto efficaci sulla ricerca del lavoro come un corteggiamento amoroso. E proprio questa bizzarra analogia mi ha fatto tornare in mente tutte le volte che, studiando Marketing, finivo inevitabilmente per applicare i concetti alla vita amorosa, in modo da fissarli e ricordarli meglio (per esempio, diversificazione del rischio di portafoglio= provarci con tante persone diverse così anche se uno dice di no, rimangono gli altri). Sarà per questo che sono single? Forse sì, ma continuo a trovare queste similitudini tanto insolite quanto estremamente d’impatto.

Cercare lavoro è, per certi versi, esattamente come un corteggiamento: per esempio bisogna dimostrare interesse per la persona che si corteggia. Ci sogneremmo mai di approcciarci in questo modo con una persona che ci piace?

Vorrei uscire con te

No. E allora perché continuiamo a farlo nei confronti di chi valuta e seleziona il nostro profilo professionale?

DOMANDA DA PORCI

O ancora: se vogliamo conquistare l’attenzione di una persona è più efficace farle un complimento rivolto a una sua reale caratteristica, o è meglio un approccio standard come questo?

Hai degli occhi bellissimi

 

Ovviamente è più efficace un approccio personalizzato e allora perché continuiamo a mandare lettere di motivazione come questa?Letteramotivazione

(scusate la qualità delle vignette che ho fatto io con photoshop!)” Giovanna Landi

Penso che i nostri lettori sapranno apprezzare la qualità dei contenuti – senza fermarsi alla forma non perfetta – e la proattività dimostrata, grazie Giovanna! Quando hai un attimo devi raccontare come hai saputo proattivamente corteggiare l’azienda nella quale sei stata presa come stagista.

 

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Tranquilli, i veri colloqui non sono (sempre) così

PC Le aziende hanno capito che in un periodo storico nel quale la ricerca del lavoro è una delle preoccupazioni e occupazioni principali dei giovani i video sui colloqui di lavoro vengono visti da molti giovani e non alla ricerca di trucchi per presentarsi più preparati. Ecco due divertenti video virali che due aziende, LG e Google Glass, hanno realizzato come parodia dei veri colloqui di lavoro, così da presentare in modo divertente e coinvolgente tutti i loro plus di prodotto.

Ne avevamo già parlato qualche mese fa quando vi abbiamo mostrato la dura selezione per entrare in Heineken, vedi https://trampolinodilancio.com/2013/02/22/la-dura-selezione-per-entrare-in-heineken-in-un-divertente-video/.

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Siete giovani, determinati e avete attitudine per il digitale? C’è chi cerca proprio voi.

PC Roberto Fuso Nerini, amico e collega di lunga data, mi ha chiamato oggi per chiedermi di aiutarlo a trovare dei giovani esperti in media digitali per la società per la quale lavora: The Vortex, nata per aiutare l’impresa italiana a colmare i gap di conoscenza dei media digitali attraverso la formazione al digitale e mantenere il livello di aggiornamento necessario in un contesto in continua evoluzione.ricerca lavoro

Al momento ci sono due ricerche aperte. La prima è per giovani professionisti del marketing e della comunicazione digitale che vogliano intraprendere una dinamica esperienza lavorativa e che devono avere non più di 28 anni, una buona padronanza della lingua inglese e una grande dimestichezza con i nuovi media, i social network e i dispositivi mobile.

I candidati interessati devono inviare:

  • link profilo Linkedin
  • descrizione personale in 140 caratteri
  • eventuale partecipazione a corsi o eventi di The Vortex

A questo link la descrizione dettagliata della posizione e i riferimenti a cui inviare CV.

La seconda è per un JUNIOR WEB SPECIALIST che verrà inserito nel Team Asky e si occuperà di tutte le attività legate a questo nuovo servizio di assistenza online di marketing digitale. Ricercano una persona motivata, intraprendente, che lavori per obiettivi e in maniera indipendente e che abbia come requisiti:

  • Laurea in marketing, comunicazione o simili.
  • Età non superiore ai 28 anni
  • Ottima conoscenza della lingua inglese
  • Buona dimestichezza con i nuovi media, i social network, il mobile

A questo link la descrizione dettagliata della posizione e i riferimenti a cui inviare CV.

Per aiutare i lettori interessati abbiamo quindi chiesto a Roberto quali caratteristiche deve avere un giovane per entrare in The Vortex.

Roberto Fuso Nerini: Curiosità, determinazione, attitudine verso il digitale e la capacità di stare a proprio agio nel cambiamento di un settore in continua evoluzione.

Un’ottima conoscenza dell’Inglese è fondamentale e sono importanti ai fini della valutazione esperienze di studio e di lavoro all’estero.

Ci puoi dare anche un consiglio su come affrontare un colloquio di lavoro?

Essere prima di tutto se stessi. Lo show-off non paga.

E’ importante invece mostrare la propria determinazione, sicurezza e soprattutto il progetto professionale che si ha in mente.

A volte si trascura l’opportunità di valorizzare e parlare di quelle attività che si pensa non siano importanti per la valutazione, ma che contribuiscono invece a dare un’idea più compiuta del proprio valore e del proprio potenziale: un blog, la passione per la scrittura o per la fotografia…

In quale settore del marketing e della comunicazione pensi ci siano maggiori prospettive di sviluppo per i giovani al momento?

Specialisti e-commerce, project manager con una forte predisposizione al mobile, esperti SEO e Analytics; in ambito media tutte le figure orientate alle nuove modalità di pianificazione e gestione media (RTB e Programmatic).

Se parliamo di figure con un orientamento più tecnico: sviluppatori sia web e soprattutto mobile e app.

Quale consiglio potresti dare a un giovane che voglia entrare nel mondo del marketing e della comunicazione?

Essere curiosi, navigare in rete e cercare di essere dentro alle cose che succedono.

Mettere la formazione continua al centro delle proprie priorità e attività.

Utilizzare le proprie presenze on-line come una palestra di esperienze e relazioni e cominciare a costruire una solida rete di contatti e di networking.

Ovviamente un profilo LinkedIn ben fatto e strutturato è il primo biglietto da visita che chiediamo.

Approfitto per un breve inciso. Quando non si ha lavoro o se ne ha poco si tende a chiudersi in se stessi ed estraniarsi dal mondo reale. Se a questo aggiungete un carattere poco portato alle p.r. e magari il fatto che vivete fuori Milano, il rischio è quello di trasformarvi in inaciditi eremiti.

Invece è sempre fondamentale uscire e frequentare circoli nei quali incontrare o re-incontrare persone che vi possono essere utili per le vostre relazioni professionali.

A volte il caso aiuta: l’ultima volta che ho visto Roberto Fuso Nerini è quando in Agosto, in un paesino di montagna, in una chiesa traboccante di gente che aspettava che un violinista iniziasse a suonare uno Stradivari si è seduto proprio vicino a me. Spero che questo fortuito incontro, nel quale gli ho ricordato l’impegno in università e sul blog nei confronti dei giovani, possa aiutare uno dei nostri lettori a trovare un lavoro.

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