PC Come ricorda Patrizia nel suo post durante il colloquio gli aspetti di comunicazione non verbale, dei quali l’abbigliamento è una componente fondamentale, avranno come minimo lo stesso peso di quello che direte (alcune ricerche dicono che sia addirittura superiore). Ai divertenti e azzeccati consigli di Patrizia, che valgono in qualsiasi ambito e sicuramente nel marketing, aggiungo che – anche per decidere come andare vestiti a un colloquio – vale la regola di fare delle ricerche sul tipo di azienda e, se possibile, sulla persona che si incontrerà e cercare quindi di omologarsi almeno in parte allo stile aziendale. Questo non vuole dire rinunciare al proprio stile personale, ma dimostrare la disponibilità a entrare in sintonia con la società per la quale volete lavorare.
In generale comunque l’ambito del marketing è più formale del reparto account di un’agenzia, che a sua volta è più formale del reparto creativo. Ci sono poi delle differenze tra agenzia e agenzia. La Young & Rubicam aveva fama di essere la più “elegante”, quando ci lavoravo. Un mio collega stagista aveva chiesto al suo capo se poteva togliersi la giacca sul taxi (era luglio, e il taxi non aveva l’aria condizionata) e la secca risposta era stata: “No.”. Alla macchinetta del caffè poteva succedere che un tuo capo ti toccasse la manica del maglione ed esclamasse deluso: “Cachemerino”. Ricordo che la prima volta che ho messo i jeans in ufficio era un sabato ed erano passati almeno 5 anni da quando avevo iniziato a lavorarci. Sicuramente ora la situazione è meno estrema ma rimane il fatto che a un creativo sono concesse maggiori libertà di espressione che a un account. Dimostrare di averlo capito al colloquio è un buon inizio.