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INTERVISTA A MATTEO ORLANDI BRAND MANAGER GIORGIO ARMANI

PC Matteo Orlandi si è laureato a Lugano, perché l’università offriva un corso di laurea in marketing e usava l’inglese come lingua ufficiale (opportunità che si sta valutando solo ora anche in Italia).

Matteo Orlandi

L’ho conosciuto che era il giovanissimo assistente marketing di un mio cliente, e anche in quel ruolo, necessariamente operativo, è riuscito a colpirmi per la sua precisione ed efficienza. Con una chiacchierata durante un pranzo di lavoro (che si svolgeva nel bar di una piscina pubblica, l’unico posto dove fosse possibile mangiare qualcosa nella periferia desolata di Agrate) ho scoperto – complice il contesto! – che era appassionato praticante di molti sport. Per questo, quando Patrizia mi ha chiesto di segnalarle un giovane product manager bravo e molto sportivo per il lancio della linea EA7 di Armani, non ho avuto dubbi che Matteo sarebbe stato perfetto (purtroppo la società mia cliente per la quale lavorava stava per cambiare proprietà, quindi sapevo di non creare problemi a nessuno favorendo un cambiamento che Matteo stava già sicuramente valutando).

A Orlandi, che quindi è da alcuni anni brand manager in Giorgio Armani, chiediamo innanzitutto perché pensa di essere stato scelto al tuo primo colloquio, cosa ha fatto la differenza?

Matteo Orlandi: “La sincerità. Al primo colloquio non sei mai preparato, ma mi sono presentato così com’ero: studente appena uscito dall’università e con poche esperienze sul campo. Ho messo in luce quelli che sapevo essere i miei punti di forza e quello che avrei voluto fare. Poi ho chiesto cosa cercavano, ed ho ascoltato tutto. Ricordo ancora la frase: sei disposto a viaggiare? I miei occhi si illuminarono.”

Trampolinodilancio:  “Cosa ti è servito di più nel primo anno di lavoro?”

Matteo Orlandi: “Ho avuto la fortuna di fare marketing, area dove le relazioni con le persone sono alla base. Oltre alle competenze universitarie, quello che ha contato di più è stato sapersi muovere a tutti i livelli: direttore, manager, colleghi, magazzino. L’università mi ha insegnato a parlare in pubblico, a fare presentazioni, ad avere idee e saperle raccontare.”

Trampolinodilancio:  “Cosa ti ha insegnato il tuo primo capo?”

Matteo Orlandi: “Il primo capo era il direttore trade marketing di una azienda di bicchieri. Non mi  ha insegnato molto in modo diretto, ma piuttosto ho osservato i suoi talenti. Era molto brava con i clienti, a trovare soluzioni per loro, fare prodotti ad hoc, lavorare sulle offerte e sui prezzi. Aveva uno spunto creativo per suggerire nuove collezioni e sapeva come dare al giusto cliente il giusto prodotto.”

Trampolinodilancio:  “Cosa ti ha insegnato il capo che consideri tuo mentore?”

Matteo Orlandi: “Da lui ho capito l’importanza dei numeri, del rigore, della sintesi. Si possono fare nel marketing tante cose, tutte belle e divertenti, ma è compito di chi fa questo mestiere trovare sempre il perché delle cose, dimostrarle con delle ricerche e portarle avanti con decisione. Ho visto anche cosa vuol dire fare scelte difficili perché giuste; ho imparato anche che non sempre ci sono soluzioni.”

Trampolinodilancio:  “Cosa vorresti aver studiato in più o di più nel tuo percorso scolastico?”

Matteo Orlandi: “Mi manca molto una competenza finanziaria e contabile. Durante gli studi è sempre stato per me il nodo più duro da sciogliere, ma ora manca un po’ la sicurezza su questi aspetti fondamentali.”

PB  Il brief datomi dal mio capo per trovare il product manager di EA7 era il seguente: giovane (il budget era basso e l’impresa necessitava una buona dose di inconsapevolezza) , bello (avrebbe dovuto lavorare direttamente con l’ufficio stile che appunto, sullo stile, è piuttosto intransigente), sportivo (no calcio, solo sport di nicchia, perché il calcio è monopolizzato dalle multinazionali e ha costi insostenibili), povero (cioè doveva essere affamato di successo, ambizioso, abituato a lottare per ottenere una posizione).

Matteo era indubbiamente giovane, di lineamenti delicati, faceva canottaggio. Non ho avuto cuore di chiedergli il conto in banca per verificare che fosse povero (anche le indicazioni del capo vanno filtrate). Quest’anno EA7 vestirà ufficialmente gli atleti Italiani durante le Olimpiadi 2012 di Londra. Se anche non era proprio povero povero, deve aver fatto un buon lavoro.

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INTERVISTA A BEPPE VAVASSORI DIRETTORE MARKETING AVERNA

PC Uno dei risvolti più belli di trampolinodilancio è che mi permette di risentire vecchi amici e ritrovare persone che per vari motivi non sentivo da anni, scoprendo che il rapporto di stima che ci legava è rimasto immutato.

Mi ha fatto particolarmente piacere ritrovare Beppe Vavassori, che ha condiviso con me, tra l’altro, delle estenuanti giornate di shooting in una gelida serra (sì, una serra d’inverno è comunque freddissima) nelle quali solo un provvidenziale grappino, offerto dal previdente scenografo, riuscì a scaldarci. L’Averna per il quale giravamo lo spot era un oggetto di scena: intoccabile, peccato!

Vavassori ha continuato a lavorare nel marketing di Averna, che attualmente dirige, dove ha potuto occuparsi del ringiovanimento del marchio, nel rispetto della tradizione di una delle grandi aziende storiche italiane. L’ultimo nato, Averna Cream, è la dimostrazione di come una persone determinata e intelligente possa attualizzare una grande marca senza tradirne il DNA.

Ho ritrovato Beppe in una situazione molto sfidante, sia a livello personale che aziendale, infatti lavora nello stabilimento produttivo  di Finale Emilia, uno dei centri maggiormente colpiti dal terremoto. Ci racconta che sono già ripartiti con la produzione e nei prossimi giorni ritorneranno a pieno regime. Vista la situazione, è quello che definisce un “Miracolo!”. Apprezzo, quindi,  ancora di più il fatto che abbia trovato tempo per darci delle risposte che trovo estremamente utili e interessanti.

Trampolinodilancio: “Quali caratteristiche deve avere un giovane per entrare nel marketing di Averna?”

Beppe Vavassori: ” Una buona conoscenza di base della materia e saper bene almeno una lingua straniera sono elementi importanti. Ma quello che è veramente importante è avere determinazione, voglia di imparare e di fare, unite però ad una buona dose di umiltà. ”
 
Trampolinodilancio: “C’è una persona che hai assunto che ti è rimasta impressa perché rappresenta le qualità che deve avere un candidato?

Beppe Vavassori: ” Ne ho avuta più di una e la cosa che mi gratifica di più è che quando sono andate via, realizzando crescite professionali, siamo rimasti amici e ci sentiamo ancora oggi per scambi di consigli e di opinioni. ” 
 
Trampolinodilancio: “Un consiglio su come affrontare un colloquio di lavoro? ”

Beppe Vavassori: ” Essere sè stessi e non preoccuparsi se qualche colloquio non va bene, in fondo anche Michel Platini prima di arrivare alla Juve venne scartato dall’Inter”

Trampolinodilancio: “In quale settore del marketing ci sono maggiori prospettive di sviluppo per i giovani al momento?”

Beppe Vavassori: ” In questo momento sicuramente in tutta la parte di web marketing”
 
Trampolinodilancio: “Quale consiglio potresti dare a un giovane che voglia entrare nel mondo del marketing e della comunicazione?

Beppe Vavassori: ” Di essere una “spugna” per capire e carpire tutto quello che si fa in una azienda, non solo nel marketing ma anche in tutte le altre funzioni aziendali. E poi di non avere fretta e per spiegare che cosa intendo cito un ricordo personale: primo lavoro dopo l’università e in azienda da due giorni il mio capo mi disse “Tu hai sicuramente studiato all’università il marketing strategico e avrai voglia di mettere in pratica qui tutto quello che hai studiato, ma oggi ti voglio spiegare cos’è il marketing operativo”. Mi portò a pianterreno, mi fece vedere un bancale pieno di scatoloni di un folder di un nuovo prodotto e mi disse “Sono da portare tutti su al 4° piano. Questo è marketing operativo!”. La considero ancora oggi una delle migliori lezioni di marketing che abbia mai ricevuto.”

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INTERVISTA A MARCO CASALE, DIRETTORE MARKETING WHIRLPOOL

PC Marco Casale è un ottimo esempio di quella multicanalità e multifunzionalità che lui stesso consiglia. È stato infatti estremamente abile a mixare, nel corso della propria formazione professionale, esperienze diverse ma complementari e ad adattarsi velocemente ai cambiamenti (con una sola fede immutabile: quella per la squadra del cuore!). Marco combina una formazione accademica di marketing strategico con quella che ci dice essere stato un utilissimo periodo nelle vendite, affianca l’esperienza nell’alimentare (Barilla), a quella sui prodotti per la casa e per l’igiene personale (Reckitt Benckiser), per arrivare recentemente al mondo degli elettrodomestici, in qualità di direttore marketing di Whirlpool.

Gli chiediamo innanzitutto: “Quali caratteristiche deve avere un giovane per entrare nel marketing di Whirlpool?”

Marco Casale: “La conoscenza dell’inglese e un brillante percorso accademico determinano il “go” o “no go”di una candidatura. Poi, quando si fa la vera e propria selezione dei candidati, apprezziamo queste caratteristiche: la proattività personale, l’amore per realizzare qualcosa nella vita – quello che chiamo “spirito imprenditoriale” – e la volontà di lasciare il segno, di riscrivere i confini del proprio job title.

Molto importante è anche l’aderenza ai valori aziendali, fondamentale perché in seguito la persona si trovi bene all’interno dell’organizzazione.

I valori Whirlpool sono:

  • integrità (c’è un vecchio adagio che esprime bene questo punto: non c’è un modo giusto di fare una cosa sbagliata)
  • rispetto
  • spirito winning
  • teamwork
  • inclusion: capacità di essere integrato e integrarsi in un ambito composto da diverse persone

Quest’ultimo punto è particolarmente apprezzato dai giovani che entrano in azienda, perché si respira a ogni livello.

In altre realtà i giovani spesso non sono seguiti, ci si affida al learning on the job, ma credo che questa volontà di vedere chi, tra quelli “buttati in acqua”, riesce a stare a galla molto spesso nasca da inefficienze sistemiche delle aziende nel fornire training.”

Trampolinodilancio: “Whirlpool invece garantisce sempre un training?”

Marco Casale: “Sì: il programma di training dedicato ai giovani talenti si chiama “Fast Track” e fa ruotare ogni sei mesi di funzione/ruolo, ma soprattutto -ove possibile- di geografia, che è l’aspetto più interessante.

I giovani sono affidati a un tutor, e c’è solo un livello gerarchico tra loro e me: questo dà loro la possibilità di interagire anche con la direzione marketing (Marco coordina un team molto ampio composto da:  trade marketing, training  che si occupa della formazione al trade , business analyst, product management e communication – un vero e proprio ufficio a sé che si occupa di pr, eventi, below e above the line).”

Trampolinodilancio: “C’è una persona che hai assunto che ti è rimasta impressa perché rappresenta le qualità che deve avere un candidato?”

Marco Casale:” Mi vengono in mente due persone. La prima è partita facendo la gavetta come merchandiser nei punti vendita, senza farsi problemi anche se è laureato, e poi ha sviluppato i suoi talenti nell’area della comunicazione. L’altro viene invece dal programma di training Whirlpool. La caratteristica che mi ha colpito maggiormente di lui è la capacità di canalizzare l’interesse dei suoi interlocutori verso l’obiettivo, trasmettendo il giusto senso d’urgenza.”

Trampolinodilancio: “Un consiglio a chi affronta un colloquio di lavoro?”

Marco Casale: “Prepararsi tantissimo prima del colloquio. Vedo troppe persone che vogliono scoprire com’è l’azienda o il mercato cominciando a lavorarci, mentre vorrei persone che si sono già documentate attraverso il sito aziendale, blog, articoli, conoscenza dei prodotti (magari facendo da mistery shopper nei punti vendita). Dalle persone che incontro durante un colloquio mi aspetto che una valutazione sui prodotti e sui  mercati fatta con buon senso e “con gli occhi del consumatore”, cosa che può generare insight interessanti, magari perché segnalano un problema che non avevamo notato.

Questa preparazione mi fornisce una risposta all’implicita domanda che ho sempre in mente quando faccio un colloquio: quanto questa persona è davvero motivata a venire a lavorare qui? La motivazione è tutto: non andate a fare un colloquio per un posto al quale non tenete veramente. Questo fa la differenza sia in termini di felicità personale che di successo professionale, perché sul posto di lavoro si passano anche undici ore al giorno e se il lavoro non piace non si riesce a metterci l’entusiasmo necessario.”

Trampolinodilancio: “In quale settore del marketing ci sono maggiori prospettive di sviluppo per i giovani al momento?”

Marco Casale:” E’ molto evidente la crescente importanza sia del digitale che trade marketing.

Fra 5 anni arriva la prima generazione interamente digitalizzata e anche le aziende tradizionali (“brick and mortar”) ne dovranno tenere conto. Nel mercato degli elettrodomestici ad esempio, è diventato frequente il caso di chi si documenta a lungo sul web prima di recarsi nel punto vendita.”

L’interesse di  Whirlpool nei confronti del digitale è tale che un mese fa ha chiamato a raccolta da tutta Europa quaranta manager del marketing per due giorni di aggiornamento tenuti da esperti internazionali di social network e web marketing. Per approfondimenti vedi: http://www.sienanews.it/2012/05/10/in-whirlpool-nasce-la-scuola-di-social-network-e-web-marketing-per-i-digital-manager-del-business-2-0/)

Casale prosegue spiegando che l’altra prospettiva di sviluppo è nel Trade Marketing “perché sempre più spesso si tratta di localizzare delle campagne internazionali; si cercherà sempre di più, quindi, persone in grado di tradurre strategie globali in successi locali: e questo è qualcosa che si riesce a fare solo se si hanno competenze di trade marketing e di shopper marketing.”

Trampolinodilancio: “Quale consiglio potresti dare a un giovane che voglia entrare nel mondo del marketing e della comunicazione?”

Marco Casale: “Io consiglierei un giusto mix di competenze. Vedo come imprescindibili le conoscenze di marketing strategico, che vanno però completate con un’esperienza di vendita. La migliore cosa è fare infatti un’esperienza diretta nelle vendite, a completamento della formazione accademica.”

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INTERVISTA AD ALESSANDRO GIUA IDEATORE DI CREBS

PC  Come anticipato abbiamo chiesto ad Alessandro Giua, l’ideatore di Crebs – la piattaforma che facilita  l’incrocio di offerta e domanda di lavoro esclusivamente in ambito creativo con la quale ci siamo recentemente linkati (www.crebs.it) – di raccontarci meglio com’è nata questa bellissima iniziativa. In particolare ci ha colpito scoprire che ha 22 anni.

Alessandro Giua

Questo ci ha stupito, non solo per le indubbie qualità di Crebs, ma anche perché ha gestito il contatto con trampolinodilancio con la consumata dimestichezza di chi lavora da molti anni (a partire da mail ineccepibili fino all’immediata disponibilità a fornire maggiori informazioni e supporto). In realtà possiamo dire che Alessandro lavora effettivamente da anni, visto che è entrato in Cayenne, dov’è Web Art Director, a 19 anni, subito dopo aver finito il Liceo Artistico di Brera. Ma già durante il Liceo coltivava, da autodidatta, la passione per il linguaggio della programmazione. Gli chiediamo quindi innanzitutto di spiegarci come gli è venuta l’idea di Crebs.

Alessandro Giua: “Domanda insidiosa per un ventenne. Ho 22 anni, ho realizzato Crebs un anno fa, perciò equivale a dire: come vengono le idee a un ventenne? Se partiamo dal presupposto che le idee non vengono dall’esperienza, ma da un’attività critica, direi che Crebs nasce dalla critica dell’esistente, che non mi piaceva. Certo, nasce con lo spirito che accompagna altri miei progetti personali: prendermi la libertà creativa di sperimentare senza i vincoli imposti da un committente. Ma direi che la prima idea era quella di migliorare l’offerta dei siti di recruitment attivi nell’ambito della comunicazione, di fare una cosa utile proprio per chi lavora nel mio settore. Una cosa che fosse utile e bella perché semplice, facile da usare.
Alla fine, credo che l’obiettivo sia vicino: Crebs sta diventando un luogo, un riferimento trasparente per chi offre e cerca lavoro nel campo della comunicazione. Trasparente, responsabile, perché dialoga e interagisce con gli utenti, e perché si è dato una regola, un filtro, fin dalla nascita: rispetto del lavoratore. Ora l’agenzia che prima cercava un collaboratore col passaparola o tra gli amici degli amici, può decidere di rendere pubblica e trasparente la sua offerta in un unico spazio/luogo, senza disperderla.”

Trampolinodilancio: “Crebs non è la tua principale attività, visto che sei  Web Art Director nell’agenzia Cayenne. Come riesci a conciliarne la gestione con il lavoro in Cayenne?”

Alessandro Giua: “Premessa: in generale, nelle agenzie, noi del web, o del digital, siamo gli operai: i “creativi” un po’ se la menano, stanno lì a discutere dei massimi sistemi, sembra che riflettano sull’amaca in cerca di orizzonti lontani; loro sono gli intellettuali, noi invece siamo gli operai. Non che la cosa mi dispiaccia. Però stare sempre sul pezzo o alla catena di montaggio, davanti al computer, un po’ ti svuota. Sopratutto se ti chiedono di avere delle idee creative e, nello stesso tempo, di essere operativo. E veloce. Come se i banner o un sito si facessero con gli stampini.
Come concilio? Con una certa fatica, anche perché esamino gli annunci uno per uno, valuto, vedo che rientrino nello spirito e nelle regole che Crebs si è imposto dalla sua nascita (rispetto della dignità del lavoratore, niente ricerca di “tuttofare” o annunci fumosi, rifiuto di offerte di stage retribuiti al di sotto di 400 euro o, peggio, non retribuiti, l’offerta non deve neanche suggerire uno squilibrio tra diritti e obblighi, ecc.). Soltanto questo lavoro di moderazione, se fatto in modo responsabile, richiede una certa fatica, e poi ci sono gli aggiornamenti, qualche bug, i contatti, le iniziative… Dove trovo il tempo? Diciamo che Crebs, ma anche tutti quei progetti che ho portato avanti dai tempi del liceo, sono un soggetto notturno: fatto di notte, nei fine settimana, nei tempi di pausa. Del resto io ho avuto sempre questi ritmi già dai tempi del liceo: se una cosa mi appassiona, mi ci butto. Quando poi qualcuno mi ringrazia perché ha fatto un colloquio o perché ha trovato un lavoro, questo mi basta. E mi piace. E alla fine, credo che le mie sperimentazioni sui progetti personali siano un ottimo allenamento e possano soltanto migliorare qualitativamente i miei risultati nel lavoro svolto in agenzia.”

Trampolinodilancio: “Quale consiglio puoi dare ai tuoi coetanei giovani talenti?”

Alessandro Giua: “Forza e coraggio. A parte gli scherzi, e a parte il fatto che mi è difficile dare “consigli” ai miei coetanei, anche perché so benissimo che sanno sbagliare da soli, so che viviamo in una Repubblica fondata sulla gerontocrazia, tribale, familistica, e non sono così sicuro che nel nostro settore ci sia questa grande voglia di scoprire, di mettere alla prova figure sconosciute e giovani talenti. In attesa che i vecchi e i soliti noti lascino aperto qualche spiraglio, ecco, direi solo questo: forza e coraggio.”

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RobilantAssociati premia il talento e Maurizio di Robilant ci spiega come e perché

PC Un progetto che nasce attorno al tema del talento non poteva che attrarre il nostro interesse. Parliamo del bando di concorso per l’assegnazione del Premio di Laurea “Talent Almanack”(2.500€!), rivolto a laureandi e laureati delle Università di Milano che abbiano svolto o intendano svolgere entro dicembre 2012 una tesi di laurea sul tema:“Creating Shared Value.Il possibile circolo virtuoso tra sviluppo del business e creazione di valore sociale” promosso da RobilantAssociati S.p.A., società di Brand Advisory e Design leader del mercato italiano.

Mediante l’istituzione di questo Premio, RobilantAssociati intende stimolare la riflessione dei più giovani sul tema dello sviluppo di una cultura imprenditoriale “virtuosa”. Gli studenti dovranno immaginare e proporre dei modelli possibili di interazione tra impresa e contesto di riferimento, o analizzare dei modelli già esistenti, che siano in grado di generare uno scambio proficuo tra i due attori, producendo crescita economica e valore sociale per entrambi.

Abbiamo chiesto a Maurizio di Robilant, Presidente della RobilantAssociati, di darci qualche informazione in più sul premio e abbiamo approfittato anche per domandargli quali caratteristiche cerca nei giovani di talento che inserisce nella sua struttura.

Trampolinodilancio: “Innanzitutto complimenti per l’iniziativa. Mi diceva che Talent Almanack nasce su proposta di un gruppo di dipendenti interni, qual era il loro obiettivo?”

Maurizio di Robilant

Maurizio di Robilant: “Talent Almanack nasce come un ciclo di incontri intorno al tema del Talento. L’obiettivo era creare all’interno dell’impresa dei momenti di condivisione e arricchimento personale e professionale per tutti i dipendenti e gli stakeholder esterni, attraverso il confronto con ospiti illustri che del proprio Talento sono riusciti a fare una reale professione. 

L’idea del Premio di Laurea è arrivata in un secondo momento. È, infatti, fortemente radicata nella coscienza dell’azienda e dei suoi dipendenti, la convinzione che la libera circolazione delle idee e della conoscenza siano una ricchezza da condividere con il territorio e il contesto di cui si è parte.

In questo caso siamo partiti dalla nostra città: Milano.

Il premio sembrava lo strumento ideale attraverso il quale restituire il valore generato nei nostri incontri, incentivando i giovani universitari a immaginare (e progettare) un futuro verso quale si possa aver voglia di andare.”

Trampolinodilancio: “Ci potrebbero essere opportunità di stage per la persona che vincerà la borsa di studio?”

Maurizio di Robilant: “Lo stage non è negli obiettivi dichiarati dell’iniziativa. Tuttavia il premio è certamente un ottimo palcoscenico per mostrare capacità e talento.La composizione della giuria, formata da imprenditori, giornalisti, innovatori e alcuni nostri membri interni, garantisce la possibilità di mettersi in buona luce presso un gruppo di professionisti vicini al tema della Corporate Social Responsability e quindi di iniziare a costruire un network professionale di valore.”

Trampolinodilancio: “In generale quali sono le caratteristiche che cercate nei giovani di talento che inserite nella vostra struttura?”

Maurizio di Robilant: “Cerchiamo persone T-shaped: che abbiano cioè una solida preparazione e una conoscenza approfondita e “verticale” del proprio campo specifico, e al contempo siano capaci di una visione orizzontale, attenta al contesto, in grado di spaziare tra discipline, o semplici interessi, diversi.

L’esperienza ci dice che una formazione classica è quasi sempre garanzia di persone con una apertura mentale e una sensibilità di sguardo che sono molto importanti nel nostro mestiere.

Ancora nei giovani cerchiamo la passione: non necessariamente legata in maniera diretta al nostro mestiere. Ma persone appassionate sono generalmente in grado di grande generosità e ricchezza verso ciò che fanno.

Non ultima l’intelligenza relazionale: ovvero la capacità di costruire empaticamente relazioni stabili e proficue, che garantiscano un buon clima e ottime collaborazioni all’interno, oltre che la soddisfazione di tutti gli stakeholders all’esterno.”

Per informazioni sulle modalità di partecipazione e la documentazione da presentare, potete contattare la segreteria del Premio. E-mail: premio.talent.almanack@robilant.it.

Prossimamente daremo notizia degli incontri organizzati da RobilantAssociati nell’ambito di Talent Almanack, i più veloci riusciranno a prenotarsi un posto per assistere a questi interessanti appuntamenti con ospiti autorevole provenienti da un ambito d’interesse ogni volta diverso

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INTERVISTA A LORENZO CEFIS – PARTNER ED EXECUTIVE PRODUCER DI FILMMASTER PRODUCTIONS

LORENZO CEFIS PARTNER ED EXECUTIVE PRODUCER DI FILMMASTER

PC Conosco Lorenzo da quando abbiamo vinto insieme la borsa di studio che Assocomunicazione (allora Assap) metteva in palio per selezionare 60 pubblicitari da tutta Italia e ci siamo quindi trovati, alle 9.00 di mattina, seduti sui divanetti di una Young & Rubicam deserta, perché tutti erano tornati  a notte fonda da un viaggio premio ad Agadir (300 persone! Erano gli anni d’oro della pubblicità).

Ricordo quando andavamo a Roma un paio di volte a settimana, e ci ritenevamo fortunati se riuscivamo a tornare con l’aereo delle 17 in partenza dal gate 17 (è lì che ho superato qualsiasi forma di superstizione). Sono stati tra gli anni più movimentati della mia vita, mentre penso rappresentino il periodo più tranquillo di quella di Lorenzo, che presto ha capito che la sua vocazione lo portava lontano dal lavoro di account e sicuramente più lontano di Roma.

Come executive producer ha avuto modo di girare il mondo per seguire lo shooting di alcuni tra gli spot più belli realizzati da case di produzione italiane. Un lavoro nel quale ha saputo mettere a frutto la sua invidiabile energia, l’indubbia abilità gestionale e quell’irresistibile charme con il quale riesce a far trasformare in agnellini i più ostici direttori creativi, registi e clienti.

Grazie alle sue capacità è presto diventato partner di BRW, ha poi fondato The Family insieme a Federico Brugia,  ed è infine approdato come partner in Film Master, la più grande casa di produzione italiana e una delle più importanti d’Europa, vincitrice di moltissimi premi per spot e film brevi, attiva anche nei nuovi canali di comunicazione. Un osservatorio privilegiato dal quale può darci degli utili consigli per chi volesse intraprendere una carriera nell’ambito della produzione pubblicitaria.

Trampolinodilancio: Quali caratteristiche deve avere un giovane per entrare in Filmmaster?

Lorenzo Cefis: Le caratteristiche principali che richiediamo in un candidato sono: curiosità, intraprendenza, assoluta padronanza della rete e di tutti i device dove vengono veicolati i contenuti, un’ottima conoscenza del mondo delle immagini in movimento in tutte le sue possibili declinazioni (cinema, tv, contenuti on line, music promo…) e degli autori e delle tecniche per produrli; l’esperienza sul campo e la tenacia sono qualità che verranno misurate una volta “a bordo”; una sola lingua oggigiorno non basta, sicché oltre all’inglese, che diamo per scontato, ci piacerebbe che il candidato sapesse comunicare anche in altro idioma. 

Trampolinodilancio: C’è una persona che hai assunto che ti è rimasta impressa perché rappresenta le qualità che deve avere un candidato?

Lorenzo Cefis: Ovviamente sì e ne sono molto soddisfatto. Mi piace come, nonostante la realtà della mia società sia molto complessa, la persona in questione sia riuscita a inserirsi in modo organico e ritagliandosi il giusto spazio senza crisi di rigetto (da una parte o dall’altra!).

Trampolinodilancio: In quale settore del marketing ci sono maggiori prospettive di sviluppo per i giovani al momento?

Lorenzo Cefis: Ovviamente il mondo della rete è quello che prospetticamente offre maggiori opportunità di inserimento; lo spazio è grande e le occasioni molteplici, dalle applicazioni e la loro creatività , dalla produzione di contenuti di immagini in movimento a quella di blog o contest o quant’altro nel nuovo spirito redazionale la rete possa offrire. Purtroppo la moltitudine di offerte nasconde anche qualche possibile zona d’ombra e relativa incognita; molte strutture sono giovani e non organizzate e potrebbero essere foriere di delusioni e/o insidie.

Trampolinodilancio: Quale consiglio potresti dare a un giovane che voglia entrare nel mondo del marketing e della comunicazione?

Lorenzo Cefis: Cercare, almeno nella fase iniziale di perseguire i propri sogni e le proprie ambizioni, cercando di non scendere a compromessi o mediazioni. Per quello c’è tempo!

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INTERVISTA A NICOLO’ SABELLICO – DIRETTORE MARKETING NAUTOR’S SWAN

PC  Alla base del futuro nel lavoro, soprattutto in questo periodo di crisi, ci sono principalmente le relazioni: e non parlo solo dell’abilità nel mantenerle, ma anche dell’attitudine a entrare in contatto empaticamente con gli altri. Il successo di Nicolò Sabellico nasce anche dalla straordinaria abilità nell’entrare in relazione con i suoi interlocutori.

Dopo alcuni anni in Armani, dove ha iniziato nel Marketing e ha continuato nel Commerciale,  è oggi  il giovanissimo direttore marketing di Nautor’s Swan –  il produttore dei più prestigiosi yacht del mondo, del Gruppo Ferragamo.

Patrizia e io abbiamo conosciuto Nicolò quando sua sorella (nostra amica da sempre) mi ha chiesto, come favore, di fare una chiacchierata con il fratellino per aiutarlo a capire qual era la sua vera strada.

Nicolò, infatti, aveva cominciato a lavorare giovanissimo, parallelamente all’università, in una piccola azienda dove nel giro di pochi anni aveva fatto tutta la carriera possibile, rispondendo direttamente alla proprietà.

Quando l’ho incontrato la curiosità che esprimeva per il mondo del marketing, la sua voglia di capire e il suo entusiasmo sono stati talmente contagiosi che quando proprio il giorno dopo (il fattore “c” è sempre importante!) Patrizia mi ha chiesto di segnalarle un mio studente per uno stage le ho invece proposto di incontrare Nicolò, che è poi stato scelto.

Sabellico mi ha rilasciato l’intervista dal terminal di un aeroporto, in partenza per Mosca, insieme a Ferragamo, per incontrare un ministro russo, che sicuramente saprà conquistare con il suo sorriso e la sua genuina voglia di stabilire un contatto.

Trampolinodilancio:  Perché pensi di essere stato scelto al tuo primo colloquio, cosa ha fatto la differenza?

Nicolò Sabellico: E’ stato molto importante essere sincero e trasparente ma sicuro e determinato; chiaramente mi riferisco alla sessione di colloqui in Intai  (divisione di Armani) prima con Patrizia e poi con il perfido e temuto Ing. Fanto. Fantò aveva la fama del cinico licenziatore… una figura simile al Duca Conte Barambani. L’ultimo colloquio con Fantò è stato determinante nell’ultima fase , con questo scambio di battute: “Sabellico, ma se lei dovesse scegliere tra…”  io non avevo neppure capito la domanda, così dopo una pausa di riflessione ho risposto: “ Senta, io andrei in ginocchio dalla Bolzoni a chiedere di spiegarmi la sua domanda  che francamente non ho minimamente capito”. Lui mi ha risposto: “Risposta esatta Sabellico, lei è pazzo ma mi piace, quando cominciamo?”

Trampolinodilancio:  Cosa ti è servito di più nel primo anno di lavoro?

Nicolò Sabellico: Ordine, disciplina, gestione del tempo, gestione delle priorità

Trampolinodilancio:  Cosa ti ha insegnato il tuo primo capo?

Nicolò Sabellico: Correttezza, educazione e rispetto

Trampolinodilancio:  Cosa ti ha insegnato il capo che consideri tuo mentore?

Nicolò Sabellico: Mi ha fatto capire che il lavoro, e in particolare il marketing, è prima di tutto buon senso , e il buon senso si ottiene dalla curiosità per tutto.

Trampolinodilancio:  Cosa vorresti aver studiato in più o di più nel tuo percorso scolastico?

Nicolò Sabellico: Le lingue straniere… non saperle ( molto bene) rappresenta un grave ostacolo.

PB Per chiudere l’intervista, aggiungerei, che il Sabellico era energetico e ipercinetico (caratteristica utile in alcuni ambienti lavorativi dove la nobile indolenza ha bisogno di un’iniezione di plasma), seducente con uomini e donne, gentile con le secchione della contabilità e le vampire da show room. Aveva la freschezza della pietra grezza. E le potenzialità di un sofisticato gioiello. Materiale interessante per una azienda a cui interessa investire sulle risorse umane.

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E’ nata mappedinitaly.it per connettere chi lavora nel digitale

Come forse ricordate l’unico che ha risposto con un nome e un cognome alla nostra domanda:  “C’è una persona che hai assunto che ti è rimasta impressa perché rappresenta le qualità che deve avere un candidato?” è stato Massimo Costa. Senza paura di essere politically uncorrect ha indicato Matteo Sarzana, che non a caso dirige la digital agency VML del gruppo Y&R Brands.

Avremo modo più avanti di chiedere a Matteo di spiegarci come ha fatto questa fulminea carriera e di darci qualche consiglio utile per chi è solo poco più giovane di lui, oggi parliamo però  di una sua  nuovissima iniziativa, nata a margine del lavoro in VML  (cioè di notte, come ci racconta senza esagerare!): www.mappedinitaly.it, un censimento delle realtà digitali in Italia.

Trampolinodilancio: Ieri abbiamo intervistato Matteo Achilli, che terminata la giornata di studio in Bocconi, si dedica durante la notte alla sua start up Egomnia. La tua storia ci sembra molto simile (e speriamo altrettanto di successo). Da cosa nasce la voglia e l’energia per creare http://www.mappedinitaly.it ?

Matteo Sarzana: Dopo aver ascoltato tante persone parlare di crisi a livello economico e di opportunità in campo digitale, abbiamo deciso con mio fratello Filippo Sarzana e Eros Verderio di provare a mettere in atto qualche cosa di pratico che permettesse di connettere le persone che lavorano in ambito digitale in Italia. È un progetto senza fini di lucro, indirizzato sia alle persone che alle aziende (dalle start up fino alle aziende affermate.)

Trampolinodilancio: Quale può essere l’utilità di questa mappa per un giovane talento?

Matteo Sarzana: Crediamo che possa essere di aiuto a chi in questo momento sta  cercando lavoro in ambito digitale o lanciando la sua startup.

Inoltre dal punto di vista delle aziende qualsiasi realtà può aggiungersi alla mappa segnalando la disponibilità ad investire o a condividere degli spazi di lavoro.

Ringraziamo Matteo per questa iniziativa utile e interessante e gli facciamo i complimenti per questo brillante esempio di personal branding: come abbiamo già avuto modo di sottolineare uno dei modi migliori di affermarsi come esperti in un settore è quello di diventarne un punto di riferimento, grazie anche ad attività  collaterali. Se in più possono anche essere utili a rilanciare il mercato del lavoro, in particolare per i giovani, non possiamo che esserne entusiasti portavoce.

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Diventare lo Zuckerberb italiano si può e vi spiego come.

Matteo Achilli - Panorama Economy - Italian Zu...

Matteo Achilli – Panorama Economy – Italian Zuckerberg (Photo credit: ma92mi)

PC Il bisogno di storie a lieto fine è tale che ora il vero problema di Matteo Achilli, che a vent’anni ha creato Egomnia -il social network  che fa incontrare domanda e offerta nel mondo del lavoro (vedi post del 20 Maggio) – è la sovraesposizione mediatica. E’ in copertina di  PanoramaEconomy ed è stato intervistato da Matrix e dal Tg1, solo per citare i principali. Ma Matteo non ha evidentemente dimenticato che, solo pochi mesi, fa le aziende che ora lo cercano non si degnavano neppure di rispondere alle sue mail e ha accettato volentieri di dare qualche consiglio ai nostri giovani lettori.Trampolinodilancio: Sei nato nel 1992: quali difficoltà incontra un ventenne in un paese governato e diretto da “vecchi” (la media dei manager italiani è di 59 anni) e quale consiglio puoi dare ai tuoi coetanei per superarle?

Matteo Achilli: La più grande difficoltà che si incontra è proprio nell’essere ascoltati. Quando hai diciannove anni nessuno riesce a prenderti sul serio e spesso le persone intorno a te rallentano la crescita della tua idea, quando non la fanno morire. Io fortunatamente ho resistito a chi non mi dava ascolto e ho continuato a lavorare insieme ai miei ragazzi, mossi dalla consapevolezza di avere tra le mani qualcosa di veramente importante. Se si crede nell’idea e si hanno le giuste capacità le soddisfazioni arriveranno. A quel punto vi ascolteranno in molti. La storia di Egomnia ne è l’esempio. 

Trampolinodilancio: Nel tuo iter di studi non c’è l’informatica, come ci si potrebbe aspettare, quali sono le motivazioni della tua scelta di frequentare la Bocconi?

Matteo Achilli: Sono un appassionato di informatica sin dalle scuole medie, quando iniziai ad imparare qualche linguaggio di programmazione. Con il carattere che ho mi sono però sempre riconosciuto maggiormente nella figura di “imprenditore” piuttosto che in quella di un “programmatore”. Ho deciso quindi di unire le mie due grandi passioni, aprendo una società in Internet.

Trampolinodilancio: In generale quale consiglio ti senti di dare a un giovane che sta per entrare nel mondo del lavoro?

Matteo Achilli: Di non lasciarsi impressionare dalle negative esperienze iniziali perché il sistema in cui viviamo sta cambiando in meglio. In questo periodo di transizione avverrà una vera e propria “rivoluzione dell’età”. Già ad oggi se chiedeste ai manager di grandi società quali saranno le figure professionali che ricercheranno maggiormente da qui a cinque anni non vi sapranno rispondere. Probabilmente nemmeno io lo so. L’unica verità che si comincia a percepire è che queste figure saremo noi giovani. Storie come la mia stanno aiutando a rivalutare l’immagine dei giovani e questo mi rende molto orgoglioso e fiducioso per il futuro.

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INTERVISTA A SIMONA BARONI, GROUP PR AND COMMUNICATION DIRECTOR IN DOLCE&GABBANA

PB  Simona Baroni è il classico caso di investimento professionale sul proprio talento.

Fin dal primo vagito credo si sia occupata di Pubbliche Relazioni. Cioè le sue feste di compleanno sono sempre state le più affollate, conosceva prima degli altri qual era il locale che aveva appena aperto a Milano e nel quale valesse la pena fare una comparsata, era in grado di fare un aperitivo, una cena di laurea e un pigiama party nella stessa serata.

Ha tenuto con costanza eroica le relazioni tra gli amici di scuola, quelli di danza, quelli del teatro cosicché tutti noi, analfabeti relazionali, godiamo del beneficio di non esserci mai persi di vista grazie a lei.

Non ho mai veramente capito se ci riesce perché è simpatica o perché non ha sonno. Io potrei uscire nel cuore della notte senza preavviso solo se un meteorite colpisse il mio isolato. Lei può fare la doccia e cambiarsi dopo avere cenato con i bambini e fatto il cambio armadi per andare a ballare ai Magazzini il venerdì sera.

Si ricorda il nome dei compagni di classe delle elementari, conosce i gusti di mezza stampa mondiale, riconosce dei ristoranti lo chef e il buttafuori, dei giornali il direttore e chi corregge le bozze.

Incompatibile con l’isolamento, non frequenta location con cui non si possa arrivare con i tacchi, ma sarebbe in grado di far diventare amici un tronista e Erri De Luca. Perché sorride come una velina, ma legge come una prof dell’800. By the way, non si lamenta mai, neanche per il mal di denti.

Ora è Group PR and Communication Director di Dolce & Gabbana e le abbiamo chiesto quali caratteristiche deve avere un giovane per entrare in una importante Maison di moda come quella in cui lavora:

Simona Baroni:  “La caratteristica imprescindibile è la passione per la moda. Poi curiosità, disponibilità e flessibilità. Ovviamente conoscenza della storia della moda e del panorama internazionale. Inglese parlato e scritto a livello più che buono.”

Trampolinodilancio: “C’è una persona che hai assunto che ti è rimasta impressa perché rappresenta le qualità che deve avere un candidato?”

Simona Baroni: “Fortunatamente ci sono più persone che si sono rivelate speciali e di grande professionalità. In particolare alcune di loro hanno fatto un bellissimo percorso arrivando ad occupare posizioni importanti con esordi da stagisti o da assistenti.“

Trampolinodilancio: “In quale settore del marketing ci sono maggiori prospettive di sviluppo per i giovani al momento?”

Simona Baroni: “Io mi occupo di comunicazione e nel nostro settore le prospettive di sviluppo ci sono in tutti gli ambiti: ma la crescita non avviene in modo automatico.”

Trampolinodilancio: “Quale consiglio potresti dare a un giovane che voglia entrare nel mondo del marketing e della comunicazione?”

Simona Baroni: “Di avere una forte cultura di base poiché anche se la percezione del mondo della moda è a volte un po’ “leggera”, in realtà il livello di conoscenza e competenza gioca un ruolo fondamentale. Essere appassionati, curiosi e informati.”

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