PC Come anticipato abbiamo chiesto ad Alessandro Giua, l’ideatore di Crebs – la piattaforma che facilita l’incrocio di offerta e domanda di lavoro esclusivamente in ambito creativo con la quale ci siamo recentemente linkati (www.crebs.it) – di raccontarci meglio com’è nata questa bellissima iniziativa. In particolare ci ha colpito scoprire che ha 22 anni.
Questo ci ha stupito, non solo per le indubbie qualità di Crebs, ma anche perché ha gestito il contatto con trampolinodilancio con la consumata dimestichezza di chi lavora da molti anni (a partire da mail ineccepibili fino all’immediata disponibilità a fornire maggiori informazioni e supporto). In realtà possiamo dire che Alessandro lavora effettivamente da anni, visto che è entrato in Cayenne, dov’è Web Art Director, a 19 anni, subito dopo aver finito il Liceo Artistico di Brera. Ma già durante il Liceo coltivava, da autodidatta, la passione per il linguaggio della programmazione. Gli chiediamo quindi innanzitutto di spiegarci come gli è venuta l’idea di Crebs.
Alessandro Giua: “Domanda insidiosa per un ventenne. Ho 22 anni, ho realizzato Crebs un anno fa, perciò equivale a dire: come vengono le idee a un ventenne? Se partiamo dal presupposto che le idee non vengono dall’esperienza, ma da un’attività critica, direi che Crebs nasce dalla critica dell’esistente, che non mi piaceva. Certo, nasce con lo spirito che accompagna altri miei progetti personali: prendermi la libertà creativa di sperimentare senza i vincoli imposti da un committente. Ma direi che la prima idea era quella di migliorare l’offerta dei siti di recruitment attivi nell’ambito della comunicazione, di fare una cosa utile proprio per chi lavora nel mio settore. Una cosa che fosse utile e bella perché semplice, facile da usare.
Alla fine, credo che l’obiettivo sia vicino: Crebs sta diventando un luogo, un riferimento trasparente per chi offre e cerca lavoro nel campo della comunicazione. Trasparente, responsabile, perché dialoga e interagisce con gli utenti, e perché si è dato una regola, un filtro, fin dalla nascita: rispetto del lavoratore. Ora l’agenzia che prima cercava un collaboratore col passaparola o tra gli amici degli amici, può decidere di rendere pubblica e trasparente la sua offerta in un unico spazio/luogo, senza disperderla.”
Trampolinodilancio: “Crebs non è la tua principale attività, visto che sei Web Art Director nell’agenzia Cayenne. Come riesci a conciliarne la gestione con il lavoro in Cayenne?”
Alessandro Giua: “Premessa: in generale, nelle agenzie, noi del web, o del digital, siamo gli operai: i “creativi” un po’ se la menano, stanno lì a discutere dei massimi sistemi, sembra che riflettano sull’amaca in cerca di orizzonti lontani; loro sono gli intellettuali, noi invece siamo gli operai. Non che la cosa mi dispiaccia. Però stare sempre sul pezzo o alla catena di montaggio, davanti al computer, un po’ ti svuota. Sopratutto se ti chiedono di avere delle idee creative e, nello stesso tempo, di essere operativo. E veloce. Come se i banner o un sito si facessero con gli stampini.
Come concilio? Con una certa fatica, anche perché esamino gli annunci uno per uno, valuto, vedo che rientrino nello spirito e nelle regole che Crebs si è imposto dalla sua nascita (rispetto della dignità del lavoratore, niente ricerca di “tuttofare” o annunci fumosi, rifiuto di offerte di stage retribuiti al di sotto di 400 euro o, peggio, non retribuiti, l’offerta non deve neanche suggerire uno squilibrio tra diritti e obblighi, ecc.). Soltanto questo lavoro di moderazione, se fatto in modo responsabile, richiede una certa fatica, e poi ci sono gli aggiornamenti, qualche bug, i contatti, le iniziative… Dove trovo il tempo? Diciamo che Crebs, ma anche tutti quei progetti che ho portato avanti dai tempi del liceo, sono un soggetto notturno: fatto di notte, nei fine settimana, nei tempi di pausa. Del resto io ho avuto sempre questi ritmi già dai tempi del liceo: se una cosa mi appassiona, mi ci butto. Quando poi qualcuno mi ringrazia perché ha fatto un colloquio o perché ha trovato un lavoro, questo mi basta. E mi piace. E alla fine, credo che le mie sperimentazioni sui progetti personali siano un ottimo allenamento e possano soltanto migliorare qualitativamente i miei risultati nel lavoro svolto in agenzia.”
Trampolinodilancio: “Quale consiglio puoi dare ai tuoi coetanei giovani talenti?”
Alessandro Giua: “Forza e coraggio. A parte gli scherzi, e a parte il fatto che mi è difficile dare “consigli” ai miei coetanei, anche perché so benissimo che sanno sbagliare da soli, so che viviamo in una Repubblica fondata sulla gerontocrazia, tribale, familistica, e non sono così sicuro che nel nostro settore ci sia questa grande voglia di scoprire, di mettere alla prova figure sconosciute e giovani talenti. In attesa che i vecchi e i soliti noti lascino aperto qualche spiraglio, ecco, direi solo questo: forza e coraggio.”
E’ sempre piacevole scoprire chi c’è dietro a certi progetti, ora lo sappiamo anche noi di Webhouse e siamo ancora più fieri di essere partner 😉 In bocca al lupo Ale!
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Complimenti Alessandro.
Intelligente iniziativa, grande impegno personale e altruismo (pochi sono disposti a sacrificare notti, w-e, momenti di riposto, per qualcosa che non serve ai propri scopi), splendido atteggiamento di speranza che in questi giorni di buio non può che essere salutare, anche se poi alla fine un lavoro non lo si trova lo stesso.
Te lo dice una quasi quarantenne con la tendenza a vedere tutto nero: grazie a nome di tutti i giovani, presenti e futuri.
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