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CINQUE CONSIGLI DI ALDO GRASSO PER LA TV CHE VALGONO ANCHE PER LE PRESENTAZIONI

PC Sul Corriere di Venerdì Aldo Grasso dà dei consigli (non richiesti) ai grillini che dovranno andare in tv per cercare di rimediare ai risultati insoddisfacenti delle ultime amministrative. Mi sembrano cinque spunti molto utili anche per chi deve organizzare una presentazione efficace. listen

1. attirare l’attenzione degli spettatori con l’uso di immagini, creando quasi degli oggetti mentali. Evitare astrattezza, ragionamenti astrusi e paroloni;

2. evitare la gergalità: spesso si cerca di nascondere la paura di parlare in pubblico dietro alla sicurezza data dal riciclare frasi fatte e semplicismi;

3. evitare la monotonia. Aggiungere coloriture, esempi, usare il linguaggio del corpo, sottolineare con i gesti (pochi ma efficaci) quanto si sta dicendo;

4. concentrarsi su pochi concetti. La memoria del pubblico (come quella del vostro cliente o superiore al quale presentate un progetto) è limitata. Troppi concetti non fanno che confonderlo. Meglio ripetere, in modo sempre diverso e accattivante, i pochi concetti che si vuole trasferire;

5. avere qualcosa da dire. Troppo spesso si va da un cliente o un superiore senza una vera soluzione al problema che si doveva affrontare, e neppure la migliore esposizione può supplire alla mancanza di contenuti.

Infine Aldo Grasso aggiunge – ed è secondo me la regola più importante di tutte – che “non bisogna essere, o almeno non dimostrare di essere, indifferenti alle sollecitazioni degli interlocutori. Le contestazioni, le puntualizzazioni, le manifestazioni di diversità vanno accettate di buon grado.”

Come mi consigliava pochi giorni fa un amico: se sei preoccupato su come comportarti in una riunione con un nuovo possibile cliente perché vuoi dare un’ottima impressione, non pensare a cosa dovrai dire per apparire la persona ideale per quel progetto, ma concentrati sull’ascoltare cosa ha lui da dire a te.

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COME VESTIRSI D’ESTATE PER UNA RIUNIONE

PC La scorsa settimana ci ha regalato il primo giorno di caldo estivo e a Milano sono apparse le prime tenute da spiaggia (come ogni anno mi chiedo cosa faranno quelli che in Aprile mettono short e canottiera nella canicola di Luglio e Agosto).infradito in ufficio

Lo stesso giorno Bruno Ferrari, il guru fondatore dell’agenzia con la quale collaboro,  ci ha invitato a trasferirci  nel bellissimo giardino dell’agenzia per la prima riunione dell’anno en plein air. Guardando come stava bene senza cravatta, giacca o maglione e con la camicia slacciata, unica concessione che un uomo in un ambiente non formale può fare al caldo, mi è venuto da pensare che gli uomini tutto sommato rischiano meno di sbagliare rispetto alle donne, in fatto di abbigliamento estivo.

Ricordo infatti di aver avuto una discussione con la mia ex socia che sosteneva che in estate si può andare dal cliente con le infradito, purché eleganti (e ahimé lo faceva davvero). Io credo invece che il rispetto per i colleghi e in particolare per il cliente – se siete nella posizione di comunicatori con un committente – imponga certe regole di bon ton, ma soprattutto di buon senso.

Innanzitutto no alle trasparenze: vestitini, anche eleganti, che permettono una radiografia quando entrate in sala riunione mineranno la vostra credibilità. Infradito che sciabattono mentre accompagnate nei corridoi il cliente e striminzite canottiere senza una giacchina o un maglioncino distoglieranno l’attenzione da quanto volete dire (e in più è probabile che con l’aria condizionata vi prendiate anche un raffreddore).

Una ricerca di infojobs, la più importante società europea di recruiting online,  su cosa dà fastidio ai colleghi in ufficio mi  conforta  confermando che il 74% degli intervistati detesta le infradito, come anche bermuda, barba incolta e tatuaggi ostentati.

Ne esce un quadro piuttosto formale dove solo il 7% pensa che ognuno possa essere libero di indossare quello che preferisce, mentre l’87% ritiene che esistono regole di buon costume che vanno osservate sempre. A maggiore ragione se quel giorno dobbiamo partecipare a una riunione importante o se dobbiamo incontrare un cliente, visto che è un po’ come essere ospiti a casa d’altri e il galateo ricorda che la padrona di casa non deve mai essere la più elegante.

So che tanti nostri lettori sono inseriti nei reparti marketing e hanno a che fare con molte agenzie. Mi piacerebbe avere il loro parere, e scoprire se sono anni di “scuola Young & Rubicam” a rendermi troppo formale.

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Cerco una persona molto sveglia che lavori tanto

PC Questo è quanto mi scrive una mia cliente, che è anche una mia ex tesista, una delle persone che tra pochissimo intervisteremo per la nuova serie “Quelli che ce l’hanno fatta”: delle chiacchierate con i giovani di talento che hanno già raggiunto posizioni di rilievo in aziende del marketing o della comunicazione, alle quali chiederemo di condividere con noi cosa gli è stato utile nei primi anni di carriera.

La persona molto sveglia e che lavori tanto verrà inquadrata come stagista – è come ormai iniziano tutti! –  ma in un’azienda grande, innovativa e dinamica, dove sicuramente potrà imparare molto stando a contatto con la mia cliente, che già quando scriveva la tesi di laurea dimostrava capacità, determinazione e passione per la comunicazione fuori dall’ordinario. 

Lo stage è nel reparto consumer marketing e il candidato, studente o già laureato, dovra occuparsi di below the line: promozioni, materiali pop, attività di comunicazione in co-marketing con i clienti.

Se siete interessati lasciate un commento nel quale spiegate brevemente il vostro profilo e vi risponderò utilizzando la mail usata per lasciare il commento, in modo da chiedervi un c.v. aggiornato.

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