Cosa non fare se vuoi lavorare nella Moda

PB Non si tratta di imparare a camminare sui tacchi (in ogni caso bisogna saperlo fare), ma è necessario sapere che ci sono cose che sembrano normali altrove, ma nella moda sono proibite.

Se vieni da una multinazionale e sei abituato , con il tuo ruolo, a comunicare con la stampa o sui social (come Product manager o come Direttore operativo o come Avvocato) getta via la rubrica e cambia numero di telefono: da ora in avanti il tuo ruolo si svolgerà sotto copertura. Gli addetti ai lavori conosceranno il tuo valore, ti capiterà di fare il Ghostwriter ma la tua visibilità esterna sarà annullata.

Ricordo un Direttore Operativo che fece una foto nel flagship store della griffe a cui era appena approdato. Lo sventurato veniva forse dalla consulenza. Uscì un piccolo articolo su una rivista specializzata (non la copertina di Vogue): quella paginetta provocò un terremoto interno inenarrabile e diede il via a una serie di regolamentazioni di impegno alla segretezza per i dipendenti, che neanche ai servizi segreti.

Altro terreno scivoloso è il sesso. E’ pericoloso dappertutto, ma nella moda di più. Ti può portare a vette elevatissime in un nanosecondo (passi dal circolo delle bocce a un palco della Scala senza neanche avere il tempo di cambiarti), ma la caduta da lassù può essere piuttosto dolorosa. Ne conosco pochi che hanno fatto tutta la stagione all’Opera e i colleghi che pagano il biglietto per il teatro sono di solito poco simpatici con quelli che cadono dalla magnolia. Però se ti piace il toboga (molto su, molto giù) e riesci a essere riservato può essere divertente.

Vestirsi con un marchio diverso da quello d’ordinanza. Non solo davanti ai clienti (il che è normale, ti danno anche la divisa per garantirti corporate) , ma anche alla sera con gli amici se poi posti tutto su Instagram e magari lavori in ufficio stampa. I neo assunti che non hanno ancora fatto la clothing (rito pagano di immersione nel brand) meglio si vestano da Uniqlo (basic, nero, unbranded) fino a quando non avranno rinnovato il guardaroba.

Andare al matrimonio della Ferragni se il tuo capo ha litigato con la Ferragni. La regola vale anche per le feste di compleanno/party/anniversari e per tutti quelli con cui il tuo capo ha litigato. I suoi nemici (se sono social) sono anche i tuoi nemici.

Essere alla macchinetta del caffè proprio mentre lo stilista/imprenditore entra in ufficio. Poi, puoi inventare anche la ruota, ma Lui penserà per sempre che sei un cazzeggiatore.

Devi arrivare presto, amare il cibo e il calcio se lavori in Dolce&Gabbana, devi amare il vino e la compagnia se lavori da Diesel, devi parlare il dialetto veneto se lavori da Geox, devi avere sangue verde se lavori da Benetton, non devi avere fame e devi amare il basket se lavori da Armani.

Ma tutti i trucchi e le mille regole non scritte si imparano sul campo di battaglia. In generale stare schisci (si capisce cosa vuol dire, anche se non siete di Milano?) paga. La luce è solo per il sole (che normalmente è il nome sull’etichetta dell’abito che state indossando) . Ma l’ombra può essere molto appagante se è operosa e abitata da colleghi talentuosi e divertenti .

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2 thoughts on “Cosa non fare se vuoi lavorare nella Moda

  1. Emanuele ha detto:

    Patrizia ti adoro ed adoro la tua rubrica. Tempi bellissimi tanti anni fa, e mille risate, oltre agli immancabili casini….un abbraccio

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    • trampolinodilancio ha detto:

      Emanuele, se la memoria non mi inganna (no, non mi inganna) qualche bello scandalo lo abbiamo vissuto insieme. Sotto copertura of course! Quando saremo abbastanza senescenti da non aver più bisogno di una scrivania, scriveremo la sceneggiatura (all over print) di una serie che ci farà divertire assai.

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