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Prepara le risposte a queste 3 domande e sei pronto per qualsiasi colloquio

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PC Forbes sostiene che in realtà sono solo tre le domande importanti che chi seleziona un candidato si sta ponendo e alle quali vorrà una risposta:

  1. Sei in grado di fare il lavoro?
  2. Ti piacerà questo lavoro?
  3. Possiamo tollerare di lavorare con te?

La prima domanda è relativa alle competenze tecniche, la seconda alla motivazione, la terza alle  soft skills.

Per quanto riguarda le competenze tecniche Filippo Romanini  (Direttore Barilla LAB for Knowledge Innovation) a un recente convegno Iulm raccontava che quando in Barilla reclutano un candidato si chiedono non solo se sa fare il lavoro per il quale è stato selezionato, ma se saprà arrivare al secondo posto in termini di promozione, quindi non al posto successivo, ma a quello ancora dopo.

È quindi importante far capire durante il colloquio le proprie competenze attuali ma anche le proprie potenzialità.

Le motivazioni sono un altro elemento fondamentale. Una recente ricerca internazionale dal titolo “Engagement Research: cosa fare per permettere alle persone di lavorare al meglio”, condotta dal CeRCA – dell’Università LIUC in partnership con la London Business School ha evidenziato che in Italia gli elementi motivanti sul lavoro sono sicurezza del posto di lavoro, bilanciamento tra vita privata e lavorativa e riconoscimento del proprio contributo. Credo però che i giovani talenti che vogliono cominciare una carriera nel marketing o nella comunicazione diano più rilevanza a quello che è  il terzo elemento  a livello generale. Concordo con Bill Guy – Cornerstone International Group CEO, citato nella ricerca di Forbes – che sottolinea che gli impiegati più giovani non desiderano essere pagati semplicemente perché lavorano sodo, ma lavoreranno sodo perché amano l’ambiente e le sfide associate con il loro lavoro.

Ne deriva che i capi che sanno creare un ambiente stimolante e sfidante sapranno attrarre e tenere gli impiegati migliori, come hanno sostenuto anche Dave e Wendy Ulrich, (professore della Ross Business School dell’Università del Michigan e psicologa, esperta di coaching), durante il convegno “Sense-driven company – Come i leader creano organizzazioni generatrici di senso e successo”, che si è tenuto il 9 maggio scorso a Milano (vedi per maggiori dettagli http://www.corriere.it/economia/trovolavoro/12_maggio_11/consigliere-arte-motivare-dipendenti-crisi_b4a0887c-9b4f-11e1-81bc-34fceaba092f.shtml).

Infine le soft skill sono determinanti per convincere chi seleziona che saprete amalgamarvi perfettamente nell’organizzazione. Forbes lo definisce il “cultural fit” ed è valido sia per i manager, che devono essere in grado di comprendere e interpretare la cultura dell’azienda che sono chiamati a guidare, sia per i giovani, come abbiamo già avuto modo di segnalare: durante il colloquio sarà quindi fondamentale sottolineare quegli elementi della propria personalità e formazione che si ritiene siano più in linea con la società per la quale ci si candida.”Rehearse, rehearse, rehearse”, per tornare a citare gli insegnamenti di Marco Lombardi: la preparazione è fondamentale anche per fare un colloquio.

Per approfondimenti http://www.forbes.com/sites/georgebradt/2011/04/27/top-executive-recruiters-agree-there-are-only-three-key-job-interview-questions

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