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“Nutriti di curiosità, alleva il tuo talento e aggiorna la tecnica”. Intervista a Alessandro Modestino Fondatore e CEO Meloria Comunicazione.

PC  “Durante la lunghissima battaglia, i genovesi muniti di armature più ridotte e leggere ne furono chiaramente avvantaggiati…” con questa frase si riassume il perché di un nome,

Alessandro Modestino Fondatore di Meloria Comunicazione

Alessandro Modestino Fondatore di Meloria Comunicazione

Meloria, che potrebbe risultare criptico per chi non è nato a Genova . Un nome che esprime invece molto bene la filosofia di un’agenzia che fa della sua agilità e flessibilità un punto di forza rispetto a realtà più strutturate (anche se conoscendo i tagli di personale che tutte le grandi agenzie stanno realizzando mi chiedo se ha ancora senso questa contrapposizione).

Quello che più convince del suo fondatore, Alessandro Modestino, è l’enorme passione che riversa nel lavoro. Non è difficile comprendere come questa passione avesse bisogno di trovare uno sbocco imprenditoriale, dopo la necessaria esperienza in un’agenzia storica, come Leo Burnett.

Dopo due ore passate con Alessandro mi rendo conto che per la prima volta, da molti mesi, ho incontrato un professionista del settore che non si lamenta e non parla di crisi: che ventata d’aria fresca! Con l’augurio che il periodo d’oro che vive l’agenzia continui a lungo (il sovraffollamento delle due sedi di Genova e Milano è una conseguenza sicuramente accettabile!) e ci sia spazio per l’inserimento di nuovi talenti,  abbiamo quindi chiesto ad Alessandro di dirci quali caratteristiche deve avere un giovane per entrare in Meloria.

Alessandro Modestino: Dev’essere creativo e curioso. Il nostro settore corre veloce e chi non è curioso resta indietro. Il lavoro si può imparare ma l’attitudine spesso è innata. Per come abbiamo concepito l’agenzia, una giovane famiglia dove esprimere il proprio talento, saper lavorare in gruppo è fondamentale: ogni cliente può catalizzare cinque o sei risorse diverse ma il risultato finale deve essere omogeneo e definito. Per fare questo ci vuole molto coordinamento e grande apertura mentale.

C’è una persona che hai assunto che ti è rimasta impressa perché rappresenta le qualità che deve avere un candidato?

Due anni fa è entrato in Meloria un ragazzo che veniva da tutt’altra esperienza. Ma aveva un’incredibile passione per questo lavoro. Non era più giovanissimo ma decisi di dargli fiducia su un progetto abbastanza semplice in termini di brief. Non mi convinse. Quando condivisi con il resto del team la decisione di non confermarlo ricevetti una skype call con tutti i suoi colleghi schierati che mi chiedevano di dargli un’altra opportunità. Oggi è una colonna portante della nostra agenzia. Non ha mai smesso di crescere ed è stato il primo “man of the year” Meloria.

Un consiglio su come affrontare un colloquio di lavoro?

Essere se stessi perché il colloquio di lavoro non è solo un’occasione per il candidato per farsi conoscere ma anche per scegliere l’azienda e il clima che fa per lui e dove poter esprimersi al meglio. In questo senso essere proattivi, studiare l’azienda e dare il proprio punto di vista sui lavori fatti… andate a fare il colloquio per fare il colloquio all’azienda.

In quale settore del marketing ci sono maggiori prospettive di sviluppo per i giovani al momento?

Sarebbe banale dire tutto ciò che è social e digital. Ma quello che conta e che davvero sta cambiando è l’atteggiamento “digital”: trasversalità, multicanalità, la capacità di mettersi in discussione e cambiare per comprendere al meglio il target. Ascoltare.

Quale consiglio potresti dare a un giovane che voglia entrare nel mondo del marketing e della comunicazione?

Se sei preparato al peggio non è poi un lavoro così brutto. Scherzi a parte ci vuole più preparazione di quello che sembra. Nutriti di curiosità, alleva il tuo talento e aggiorna la tecnica.

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Le contraddizioni di Linkedin

PC Uno dei consigli che più condivido per usare correttamente Linkedin è di inserire sempre un commento quando si chiede a qualcuno di entrare nella propria rete. Linkedin prevede un messaggio standard, che è però molto sintetico e sempre uguale. linkedin-today

Dato che il presupposto di Linkedin è che ci si colleghi a persone che si conoscono già professionalmente, con le quali si tiene a creare e mantenere un legame, è quindi opportuno ricordare in poche parole com’è nato il contatto nel mondo reale. Personalmente chiedo di linkarsi a chi ho da poco conosciuto in una riunione, oppure lo faccio subito prima dell’incontro, facendo riferimento al fatto che da lì a poco seguirà una conoscenza personale. Mi capita di cercare persone che ho conosciuto anni fa, e in quel caso ricordo brevemente le circostanze nelle quali abbiamo lavorato insieme.

Gli esperti su Linkedin Today, il magazine di Linkedin che raccoglie molti consigli utili per l’uso di questo social network, suggeriscono infatti di aggiungere nel messaggio un riferimento particolare che renda personale e unico il messaggio: può essere un richiamo a un progetto che si sta avviando insieme, un commento su una passione comune (in Italia il lunedì mattina un commento calcistico tra appassionati potrebbe essere perfetto), un richiamo al fatto che è passato molto tempo dall’ultima volta che ci si è incontrati, e così via.

Il paradosso è che proprio Linkedin prevede invece un sistema con il quale vengono mandate una serie di invitation senza alcuna personalizzazione. E’ quello che mi è successo qualche giorno fa, quando, per approfondire la conoscenza del mezzo, ho dato il consenso a Linkedin di utilizzare la mia lista di contatti email, in modo da verificare se tra di essi c’era qualcuno non ancora linkato da aggiungere ai miei contatti. Nella serie di passaggi da compiere sono arrivata ad aver selezionato alcuni di questi, poi è bastato cliccare un tasto e sono partiti gli inviti a tutti quelli selezionati, senza che io potessi aggiungere un messaggio personalizzato. Non escludo che ci fosse la possibilità di farlo e che mi sia sfuggita, visto che era la prima (e sicuramente l’ultima) volta che provavo a farlo, ma sicuramente non era chiaramente specificata e non costituiva un blocco, prima di procedere con la spedizione degli inviti.

Approfitto quindi per scusarmi di questo involontario spamming con persone con le quali ho scambiato magari solo un paio di mail 4 o 5 anni fa e ringrazio tutti quelli che hanno comunque accettato, probabilmente pensando tra sé e sé che avevo una bella faccia tosta.

Vi consiglio, se decidete di allargare la vostra rete su Linkedin (il che andrebbe comunque fatto con costanza) di stare particolarmente attenti nell’usare questa funzione di Linkedin, oppure di riguardare la lista dei contatti email e andare a cercarli uno per uno sul social network, per poter aggiungere un messaggio personale e mirato.

 

 

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