PB Sono stata un paio di giorni a Parigi.

Scrivo queste note a mano, sul retro di un contratto che poi dovrò ristampare per via che l’ho scarabocchiato con questo post, mentre volo verso Malpensa.
Ho preso spesso la metropolitana e ho visto molta gente (la metropolitana è sempre piuttosto imbottita di varia umanità).
Numerose ragazze e giovani donne si muovono per la città. Per studiare, per lavorare.
Non ho visto nessuno degli elementi che trovo abusati e davvero orribili in Italia:
– neanche uno stivale estivo (chi è lo sciagurato che li ha inventati?). Solo sandali, di tutte le fogge, essenzialmente rasoterra.
– Neanche una manicure con unghie ricostruite, gel, disegni, artigli posticci
– Neanche una borsa di Louis Vuitton, accompagnata da scarpa simil jogging con tacco di Hogan, nessuna cintura Guess
– Nessun capello stirato con la piastra alla Anna Tatangelo. Nessuna piega di quelle che esci ancora con la spazzola del parrucchiere attaccata.
– Nessun uomo con mutanda logata in vista, nessun borsello Calvin Klein, nessuna polo di Burberry con fessino in tartan, nessun colletto rialzato dietro a mostrare il marchio (ma perché gli uomini italiani portano il colletto della polo alzato?)
Le ragazze mi parevano tutte belle e sottili (forse non hanno fame), indossavano soprattutto vestiti (a fiori, in voile, in cotone, senza maniche…), avevano i capelli sciolti o morbidamente raccolti con una naturalezza seducente.
Forse aiuta Parigi, la erre moscia, il loro scarso appetito, l’estate che sorride, il colorito diafano e il passo spedito. Ma certo nessuna di loro avrebbe potuto essere a proprio agio nel look Pokahontas sexy che mi capita di incontrare sulla tratta Bisceglie – Duomo , linea rossa.
Consiglio a tutte un look francese: se non per trovare un fidanzato (che già non sarebbe male come effetto collaterale) almeno per trovare un lavoro. Au revoir.