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DALLA MOTO ALL’UFFICIO. ALTRI CONSIGLI PER GIOVANI IN MOTO VERSO IL SUCCESSO.

PC Anche quest’anno il viaggetto estivo in moto frutta una riflessione che spero possa essere utile a tanti giovani insoddisfatti della loro attuale condizione lavorativa.mucca

Quando organizzo con mio marito un viaggio di solito ho un’idea molto precisa del luogo nel quale trascorreremo i giorni di vacanza: una serie di aspettative legate ai racconti di chi ci è già stato, alcune informazioni immagazzinate sfogliando la guida prima di crollare addormentata sul divano, delle immagini rimaste impresse dopo aver navigato su internet.

Ma un viaggio in moto è fatto anche da lunghi spostamenti che ogni buon motociclista programma in modo da fare strade tortuose e poco trafficate, anche se più lunghe e meno dirette rispetto all’autostrada.

Quasi sempre succede che in questi trasferimenti veda delle immagini, senta dei profumi, ascolti dei suoni destinati a colpirmi ancora di più di quello che mi aspetta a destinazione. Quest’anno sono state delle mucche bianche accoccolate sotto gli alberi, dei falchi che si incrociavano in cielo, delle enormi galline in ferro battuto che si ergevano fiere come monumento principale nei piccoli borghi della Bresse, a simbolo del prodotto più tipico della regione.  In fondo più memorabili, forse perché inaspettati, della meta finale, la Borgogna.

Quasi tutti i giovani con cui parlo hanno un obiettivo in mente ben preciso (e sono tutt’altro che apatici, sdraiati e mammoni), ma si ritrovano nel percorso che li porterà al loro lavoro ideale (che mi auguro non sia né lungo né tortuoso) ad accettare stage o occupazioni che non li soddisfano pienamente.

Il mio suggerimento è di non considerare queste esperienze solo come un tratto di vita che è necessario superare velocemente, ma di osservare e studiare la situazione per cercare di immagazzinare nozioni potranno essere utili in futuro. Ad esempio:

  1. Di un settore che non vi piace cercate comunque di comprendere le logiche. Vi aprirà la mente e vi potrebbe essere utile quando l’azienda dei vostri sogni acquisirà un’azienda in quel mercato. Oppure vi potrebbe servire a capire il punto di vista di persone con le quali vi dovrete in futuro confrontare. Nel marketing ad esempio poche cose servono di più che aver svolto un’esperienza di vendita, che vi permetterà di comprendere le esigenze delle funzione vendite quando dovrete far approvare i vostri ambiziosi piani di marketing.
  2. Di un capo che non vi piace cercate di capire perché non vi piace. Questo vi aiuterà a selezionare in futuro a quale persona legarvi per crescere e a capire che tipo di capo vorrete a vostra volta diventare.
  3. Mentre svolgete un lavoro che vi annoia cercate di migliorare le vostre capacità di osservazione. Mi raccontava Vincenzo Vigo che prima di riuscire a fare il copy writer e lo scrittore (ora dirige l’agenzia di pubblicità Mosquito, dopo essere stato direttore creativo in Armando Testa, Young&Rubicam, Red Cell) l’esperienza allo sportello di una piccola banca siciliana gli è servita a conoscere un amplissimo e svariato catalogo di persone e situazioni.
  4. Evitate i colleghi che passano il tempo a criticare la situazione nella quale si trovano. Non migliorerà minimamente la vostra situazione e contribuirà solo a deprimervi maggiormente.
  5. Approfittate del fatto che il lavoro che svolgete non vi coinvolge al 100% per sfruttare le energie mentali che vi rimangono per approfondire un argomento di studio o imparare una lingua.

E ovviamente non smettete di sperare e di impegnarvi per raggiungere il vostro obiettivo finale. Bonne route!

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La ricetta del signor Balocco per i giovani talenti: inglese perfetto e innamorarsi di quello che si studia

PC Alberto Balocco, amministratore delegato dell’azienda fondata dal nonno nel 1927 e imprenditore dell’anno nel settore Food&Beverage, è una di quelle rare persone di successo e potere (gestisce un’azienda da più di 150 milioni di euro che cresce anno su anno) che riesce ad essere così vera, gentile e amichevole che si finisce a parlare di figli e scuola nelle pause prima di una nuova versione di montaggio degli ultimi spot che abbiamo girato.

Alberto Balocco, A.d della Balocco

Alberto Balocco, A.d della Balocco

Scopro così che Alberto condivide con trampolinodilancio la certezza che solo un ottimo livello di inglese possa permettere ai giovani di competere nel nuovo scenario internazionale. Una convinzione che ha potuto verificare di persona dato che ha fortemente sviluppato l’espansione sui mercati esteri da quando ha cominciato a guidare, insieme alla sorella Alessandra, l’azienda che il padre aveva industrializzato nel dopo guerra. Scelta che ha contribuito al grande sviluppo negli ultimi dieci anni: un milione di euro al mese per più di 100 mesi.

Mi racconta infatti che è stato recentemente invitato a parlare agli studenti in un liceo e lì, anche a rischio di risultare impopolare e suscitando la difesa di casta di qualche docente, ha detto chiaramente che alle superiori va bene studiare tutte le materie previste (ma forse anche un po’ meno latino…), ma la priorità deve essere sapere alla perfezione l’inglese (per inciso il fatto che abbia trovato il tempo di andare a parlare in un liceo ha confermando il mio sospetto che abbia la dote dell’ubiquità, maturato vedendolo in meno di un mese apparire nel paesino sperduto dove giravamo gli spot, partecipare in Irlanda alla partenza del Giro d’Italia, di cui Balocco è main sponsor, verificare montaggio ed edit di ogni film a Milano, mentre continua a condurre l’azienda).

Contando sulla sua disponibilità e capacità di agire su più fronti,  ho quindi approfittato per porgli le nostre consuete domande:

Quali caratteristiche deve avere un giovane per entrare in Balocco?

Alberto Balocco: Deve mettere il lavoro ad un livello di priorità molto alta e dev’essere pronto a vivere lo spirito di squadra che da noi si respira un po’ ovunque.

C’è una persona che hai assunto che ti è rimasta impressa perché rappresenta le qualità che deve avere un candidato?

Alberto Balocco: Sicuro, è una ragazza. Ha la capacità di macinare tanti progetti, ha il sorriso anche nei momenti più complicati,  non si arrende mai.

Un consiglio su come affrontare un colloquio di lavoro?

Alberto Balocco: Essere sé stessi, senza bleffare.

In quale settore del marketing ci sono maggiori prospettive di sviluppo per i giovani al momento?

Alberto Balocco: Direi in quello operativo, nelle aziende del largo consumo.

Quale consiglio potresti dare a un giovane che voglia entrare nel mondo del marketing e della comunicazione?

Alberto Balocco: Suggerirei di scegliere una buona università e di innamorarsi della materia

(Sono perfettamente d’accordo su quest’ultimo punto: se non si è innamorati del marketing e della comunicazione già all’università difficilmente si potrà mettere entusiasmo e passione in quello che si farà in seguito).

Per chi fosse curioso di come Alberto Balocco si sia costruito le competenze per guidare l’azienda, contraddicendo il pronostico che vuole che la terza generazione sia quella che sperpera il patrimonio familiare, questo è il suo percorso di studi: si è laureato a pieni voti in Economia e Commercio all’Università degli Studi di Torino e ha conseguito il Master in Organizzazione Aziendale e il Master in Controllo di Gestione presso la S.D.A. Bocconi di Milano. Il tutto bruciando le tappe per affiancare appena possibile il padre in azienda: per esempio facendo il militare mentre frequentava l’università (racconta che arrivare in divisa agli esami produceva comunque un effetto positivo… sarà stata la pistola d’ordinanza?).

 

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L’intervento di Matteo Sarzana, General Manager VML, al TEDXIED dedicato ai giovani talenti

PC “Fero, Fers, Tuli, Latum, Ferre”. Questo il titolo dell’intervento di Matteo Sarzana che ha raccontato la sua esperienza professionale, dalle prime collaborazioni in agenzia fino a diventare, ancora giovanissimo, General Manager di VML,società del gruppo Young&Rubicam attiva nel digitale.

Matteo_SarzanaUn titolo che richiama quello che dovrebbe essere il compito delle nuove generazioni: produrre, innovare, portare creatività, idee e risorse, in una parola Fare, in un mondo che cambia a velocità esponenziale. Perché sono loro, i giovani, ad essere i più reattivi al cambiamento. Aggiunge “Ciò che mi ha sempre guidato e accompagnato lungo il mio percorso è stata la curiosità ed è questo che consiglio ai giovanissimi d’oggi. Ad un giovane neo laureato consiglio di iniziare ad agire prima possibile e di non smettere mai di studiare e nemmeno di chiedere, lavorare tanto per costruirsi una credibilità, anche a fronte di una società che ancora oggi non vede nel giovane l’opportunità più grande: quella di portare cambiamento”.

Ho visto  Matteo mettere in pratica quanto predica. Quando seguiva, 15 anni fa, il corso  di Marco Lombardi aveva saputo colpire la nostra attenzione  (tra altri 500 studenti) dimostrando una proattività mai invadente. Questa voglia di fare gli aveva valso il primo stage in Y&R,  dopo di ché non ha più smesso di crescere “a velocità esponenziale”.

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LA PROPOSITIVITA’ CHE FA LA DIFFERENZA.

PC Bucare lo schermo, passare sotto il radar che ognuno di noi è abituato a usare per filtrare i troppi stimoli esterni, riuscire a farsi notare e ricordare: sono alcune delle regole fondamentali che il comunicatore moderno deve seguire per far distinguere il suo brand in un contesto di prodotti analoghi.under the radar

Lo stesso principio vale anche quando si comunica se stessi e si vuole emergere dalla massa, tutto sommato omogenea, composta dagli altri candidati a un posto di lavoro.

Ci sono sicuramente riuscite, sia nei miei confronti, che nei confronti di un loro possibile datore di lavoro, Alessia Porro e Susanna Bossi, studentesse del master IULM in Food and Wine communication dove ho insegnato qualche mese fa. Vi riporto, per loro gentile concessione, la lettera che mi hanno inviato (usando Linkedin!). Mi scrive Alessia: ” Mi faceva piacere condividere con Lei qualche aggiornamento. Susanna Bossi  e io avevamo inventato il prodotto e creato la campagna di lancio per il prodotto Lindor ice cream.
Dopo la sua valutazione e il suo commento noi ci abbiamo creduto davvero!! Così abbiamo preparato un video, preparato materialmente il prodotto per il tasting e chiamato Lindt: ieri siamo andate a presentare il nostro progetto. E’ stato decisamente emozionante e una sfida, ora non sappiamo bene che cosa ci attenda ma volevo ringraziarla per la sua fondamentale iniezione di fiducia.”

Questa mail è stata un’iniezione di fiducia anche per me, che mi ha confermato che è giusto stimolare i giovani a dare di più e che sono tanti quelli che sapranno stupirci con la loro propositività.

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