Archivio mensile:settembre 2025

Che cosa ci ha insegnato il sig Armani?

PB In questi giorni, proprio nell’anno del cinquantesimo anniversario del suo marchio, il Sig Armani ci ha lasciati.

Mille messaggi si sono accavallati tra i colleghi, gli amici che hanno lavorato con lui, una comunità variegata, sparpagliata, che si è ritrovata improvvisamente coesa sotto il minimo comun denominatore di avere lavorato per Giorgio Armani.

Tralascio i molti pensieri a riguardo (forse lui avrebbe apprezzato maggiormente certi silenzi piuttosto che alcune inevitabili banalità) ma ci sono alcuni appunti che vorrei condividere con i lettori del blog, i ragazzi che si affacciano al mondo del lavoro.

La puntualità e la preparazione.

Il sig Armani revisionava ogni giorno decine di progetti, approvando tutto. Un tacco, una pralina di cioccolato, un ascensore in cristallo per il negozio di Tokio. Ti ritrovavi così in fila (tu con il tuo coso da far approvare) tra designer delle calzature donna, il pasticcere e il famoso architetto. La sua giornata aveva tempi scanditi in modo rigoroso.

Una delle mie prime volte in azienda (ero stata assunta da pochi mesi) avevo il progetto del corner Emporio Armani underwear per La Rinascente da fargli approvare. Rendering, pianta, contenimento, materiali.

Dove mi sarei sistemata? Dove riceveva? Quanto tempo avrei avuto per argomentare il mio progetto?

Scoprii che il mio spazio era il davanzale di una finestra (in Borgonuovo le finestre sono grandi, ma insomma era pur sempre un davanzale) allo sbarco dell’ascensore. Il sig Armani avrebbe dedicato al mio progetto il tempo di passare dalla porta del lift alla sala riunioni (non proprio un incentivo alla mia autostima). Cinque minuti. Corner bocciato. Per consolazione anche la pralina con il chichinger (quella del pasticcere) è saltata, in meno di un minuto. Forse il tacco ce l’aveva fatta.

Da lì ho capito che avrei dovuto essere più puntuale (almeno un minuto lo ho sprecato aprendo la pianta e tirando fuori i materiali: avevo usato il 20% del tempo a mia disposizione). E più preparata sul luogo e sui modi in cui si sarebbe svolto l’incontro. Quando ti trovi per la prima volta ad affrontare un appuntamento importante, non devi arrivare 10 minuti prima. Magari devi arrivare un’ora prima per avere il tempo di esplorare lo spazio, rivalutare la tua presentazione (se hai 3 minuti anziché 30 minuti, devi eliminare le premesse e arrivare al sodo a razzo).

Il timing

Lo spettacolo viene bene se tutti hanno fatto la loro parte. I tempi, come quelli del teatro, sono la chiave. Quando si apre il sipario devi essere perfetto. O almeno lo devi sembrare dalla platea. Tinture a pentolino, t-shirt dipinte a mano perché gli impianti di stampa non sono pronti, tessuti a valere, capi recuperati dal magazzino e modificati in sartoria, cappelli spruzzati di vernice in giardino per correggere il colore della paglia… ad un certo punto il meglio è nemico del bene: si sfila, l’abito deve essere indossato da una modella e non può essere in sala stiro, in tintoria o sul tavolo del modellista.

La curiosità e l’umiltà e il carisma

La moda è una community con pochissime regole scritte e milioni di regole non scritte. Quando entri devi essere invisibile, non fare rumore, osservare chi ne sa più di te, capire come muoverti. Come vestirti (sembra una banalità ma a volte addobbarsi del marchio per cui lavori come se andassi a una festa è peggio che essere vestiti Uniqlo).

Come comunicare con lo stilista, come gestire i feed back di vendita, quali sono i dati sensibili, quali le trasgressioni ritenute divertenti, quali quelle tabù. L’understatement paga (quasi) sempre. Spesso il carisma si esprime a bassa voce più che nelle urla (anche quelle metaforiche).

Il sig Armani è sempre stato puntuale, ha aperto il sipario (anche a platea vuota il giorno in cui Milano ha chiuso per covid, anche senza la sua presenza fisica quando a Parigi ha sfilato Privé mentre lui non poteva lasciare la sua stanza) e ha sempre parlato a bassa voce.  Per ascoltarlo intorno si faceva il silenzio. Ora questo silenzio ci tocca riempirlo delle sue parole di ieri e di tutto quello che abbiamo imparato da lui.

Contrassegnato da tag , , , , , , ,