Tra i buoni propositi, mettere la testa fuori dalla scatola.

PB Durante lo scorso anno (l’avevo detto, vero, che si è trattato di un anno un po’ Risultati immagini per la linea verticale serie tvcomplicato?) ho frequentato, mio malgrado, ospedali e tribunali. Mondi paralleli, complicati, giganteschi, che hanno fra loro qualche cosa in comune. Non ultima, la caratteristica di farti sentire in balìa di eventi che non riesci a guidare, ma a cui devi soggiacere.

Ho così osservato il mondo da una prospettiva diversa, sicuramente meno glamour del torneo di tennis di Montecarlo, meno elegante delle sfilate a Milano, meno efficiente di un lancio di collezione, meno razionale di un contratto di licenza.

In ospedale e in tribunale il tempo lo decidono gli altri. I ritmi sono sconosciuti (lenti in ogni modo, per te che attendi), i giochi in ballo sono potenti (la vita? la giustizia?), i compagni di attesa i più diversi. Di solito però un po’ più anziani di te (in ospedale), un po’ più stropicciati di te (in Tribunale).

Neanche un tacco, neanche una barba hipster. Neanche un piatto di ramen. Cavoli come può essere lontana Via Savona in alcuni momenti.

Eppure, che salutare questo bagno di umanità così varia e diversa.

L’attesa forzata e la trasferta obbligatoria (una testimonianza di 20 minuti con attesa di 5 ore e viaggio di 2) mi ha fatto chiacchierare con un poliziotto un po’ figaccione (di quelli di cui si innamora l’avvocatessa nei film), un ragazzino in gita con mamma e fratello, un’autista dell’autobus che mi ha indicato la fermata, un paio di signori distinti che mi hanno accompagnato al binario (non sono brava con i treni), una signora senegalese che sentendomi parlare francese al telefono ha sentito un suono familiare.

L’attesa in ospedale (un’ora e mezza per un colloquio con l’anestesista di pochi minuti) mi ha fatto chiacchierare con “operandi” anche messi piuttosto male, che riponevano molte speranze nell’intervento, figlie che accompagnavano mamme, mariti che sostenevano mogli, colleghi di sventura chirurgica che mi chiedevano: ma lei che cos’ha? con una curiosità che avrei in altri momenti trovato sconvenientissima e che lì mi ha fatto invece parlare delle mie ciancicate corde vocali senza il mio consueto pudore.

Guidavano o il giudice o il dottore. Io molle alla deriva. Chiacchierando con degli sconosciuti. E anziché sentirmi male, mi sono sentita bene. Trasportata da qualcun altro e avendo fiducia in lui.

Inoltre immergersi in un mondo inconsueto, fatto di persone tutte diverse da noi, ma così affini lì, in sala di attesa, mi ha fatto venire parecchie idee. Non solo per le collezioni o il budget.

Prossimi viaggi? la posta centrale, uno stadio, il cimitero monumentale, la questura, il comune, il verziere…

Paola preferisce frequentare ultimamente concessionari auto e gommisti.

Saper godere di uno sguardo obliquo e inconsueto? È uno dei buoni propositi del 2018.

Anche per voi cari lettori, buon viaggio fuori dalla scatola!

 

PS Un paio di endorsement colti ai miei buoni propositi:

  1. la serie TV “La linea verticale” di Mattia Torre che inizierà sulla Rai il 13 gennaio: io ho sentito leggere alcuni passaggi del libro da Mastrandrea, durante il Festivalletteratura di Mantova lo scorso settembre: fiction in corsia, ma con prospettiva “orizzontale” del letto del paziente. Da non perdere.
  2. Il discorso alla città di Milano (6 dicembre) del nuovo cardinale Delpini a proposito del buon vicinato e della prossimità. Lo ho ascoltato alla radio mentre ero imbottigliata nel traffico, ma, nonostante in quella vigilia di S. Ambrogio fossi furibonda e in ritardo, l’effetto “retard” mi ha lasciato qualche buona intenzione

 

 

 

Contrassegnato da tag , , , , , , , ,

One thought on “Tra i buoni propositi, mettere la testa fuori dalla scatola.

  1. Marco ha detto:

    Ben detto. Grazie

    "Mi piace"

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: