PC Ci sono marchi storici ai quali siamo affezionati di pancia, Tigre per me è uno di questi. Il rischio è però che questa grande vicinanza alla marca si trasformi in eccessiva consuetudine.
Mentre partecipavo all’inaugurazione della Toasteria, il temporary bar aperto da Tigre alle Colonne di San Lorenzo, pensavo che sicuramente con questa ed altre iniziative per i 90 anni del marchio questo rischio è stato evitato: il risultato è quello di far vedere la marca con occhi nuovi, ribadendone nello stesso tempo i valori. Un obiettivo ambizioso raggiunto anche grazie all’entusiasmo contagioso che esprime per questo brand il suo Marketing Manager Enrico Baldazzi. Approfitto per fargli alcune domande che, visto che è giovanissimo, cercano di capire sia come lui valuta le qualità di un possibile collaboratore in Emmi (il più grande gruppo lattiero caseario svizzero), sia come lui stesso è riuscito a fare così velocemente una brillante carriera.
Quali caratteristiche deve avere un giovane per entrare nel reparto marketing di Emmi?
Enrico Baldazzi: E’ sicuramente necessario un buon mix tra attitudini professionali e caratteristiche personali. Doti di sintesi e concretezza mixate ad empatia e capacità di mettersi sempre in gioco sono elementi che valutiamo tra i più importanti. Fondamentale è essere open minded, la curiosità di imparare e la necessità di lavorare su fronti diversi, sono per noi determinanti per valutare un talento come futuribile.
Nel nostro gruppo un profilo giovane ha subito responsabilità ed autonomia, costanza e tenacia e obiettivi chiari aiutano ad entrare subito in sintonia con il team e a diventare subito efficienti.
La cultura aziendale fa parte, assieme all’organizzazione e alla strategia, degli aspetti più importanti di un’attività duratura. Alla base troviamo i cinque valori aziendali sviluppati nel 2010 con i dirigenti Emmi:
- Noi siamo Emmi!
- Un lavoro orientato al mercato!
- Sappiamo come fare!
- Riflessione e determinazione!
- In continuo sviluppo!
I collaboratori di Emmi coltivano un sano spirito di squadra. La responsabilità individuale e l’entusiasmo caratterizzano l’attività lavorativa quotidiana in azienda.
Consiglio di visitare il nostro sito corporate per capire al meglio cosa significa entrare in un gruppo come il nostro.
Utilizzi i social media per controllare il profilo dei candidati? Quali in particolare e cosa verifichi?
Assolutamente…sì. Due su tutti, linkedin all’interno del quale se un giovane candidato ha già un profilo verifico che tipo di propensione al business ha e ovviamente facebook.
Profili chiusi o non troppo “esibizionismo” mi comunicano affidabilità. Ogni media ha un utilizzo sociale e comunica importanti informazioni sulle persone. Attenzione quindi a come si usano e cosa si comunica, soprattutto in fase di job searching…I social sono un’arma a doppio taglio, potenti ma a volte pericolosi, soprattutto sul privato.
Perché pensi di essere stato scelto al tuo primo colloquio, cosa ha fatto la differenza?
La passione e l’entusiasmo. L’approccio positivo e la convinzione di poter portare un contributo importante. Questo sicuramente è stato l’elemento che ha fatto la differenza.
Nel mio percorso in Emmi invece è stato quello di mettermi subito alla prova con un progetto lavorativo concreto, in una fase da account esterno.
La capacità di capire subito “il brief” (o le necessità dell’azienda al tempo) e di creare in poco tempo un progetto valido. In “sintesi” un mix tra analisi e sintesi.
Cosa ti è servito di più nel primo anno di lavoro?
La tenacia e l’umiltà di imparare da ogni esperienza, o da ogni progetto.
Prendere il mio bagaglio di cultura accademico e molte delle mie convinzioni e metterle in stand by.
Nel nostro lavoro le idee sono il motore che sta alla base di tutto. Ma le idee devono essere concretizzate in uno scenario competitivo, in una cultura aziendale, in un progetto che ha una mission.
Volontà di imparare, al primo posto.
Cosa ti ha insegnato il capo che consideri tuo mentore?
Il time to market associato al metodo.
Il trittico, analisi, obiettivi, strategia. Personalmente ne ho fatto un asset strategico del mio modus operandi.
Di fatto fissa un agenda nel lavoro, anche in momenti di stress o dove i timing sono corti.
Cosa vorresti aver studiato in più o di più nel tuo percorso scolastico?
Tutto il tema di budgeting e di pianificazione legati alle marginalità. I budget in comunicazione arrivano da un conto economico di un prodotto o di un servizio. Qual è l’obiettivo di una campagna e il suo roi? Spesso si studiano grandi case history o progetti vincenti tralasciando gli economics. I numeri, purtroppo non mentono, i messaggi delle campagne sono sempre soggettivi, nella parte di fruizione del pubblico…
Bisognerebbe analizzare anche il perché alcuni progetti falliscono, per insegnare ai ragazzi dove mettere dei red allarm su dove sono stati fatti errori. I fallimenti a volte insegnano più dei successi. Aiutano il pensiero critico.
Un consiglio su come affrontare un colloquio di lavoro?
Due parole
Preparazione (su chi sì è e dove si vuole andare) e sincerità.
In quale settore del marketing e della comunicazione ci sono maggiori prospettive di sviluppo per i giovani al momento?
Di pancia direi il digital, ma allo stesso tempo è quello dove in tanti stanno tentando.
Se dovessi invece dare un’indicazione più strategica per quanto riguarda i FMCG, nel trade marketing (o lo shopper marketing) dove l’applicazione delle strategie di marketing al cliente B2B in questo caso, spostano davvero gli equilibri in termini di fatturato e di fidelizzazione.