Come ci si veste per il primo colloquio.

PC Ieri alcuni miei studenti mi hanno informato di dover uscire prima della fine della lezione perché avevano un colloquio per ottenere il primo agognato stage.

In un caso mi sono fidata sulla parola, poiché lo studente aveva abbinato ai jeans camicia bianca e giacca, aggiungendo anche la cravatta con fazzoletto da taschino. A parte i jeans nessuno degli altri indumenti era mai entrato nella nostra aula universitaria fino a ieri.

Nell’altro caso invece la studentessa ha dovuto mostrarmi gli alti tacchi, giurando che mai li avrebbe indossati se non avesse dovuto andare a fare un colloquio (e l’andatura poco spontanea) ma in resto del look, sebbene ordinato, era tutto simile a quello usato dalla maggior parte degli studenti per venire in Iulm: maglia e pantaloni.

Credo che questi due esempi reali (e mi perdonino i miei studenti se li utilizzo come case history) rendano più semplice capire cosa fare o non fare quando si va a un primo colloquio.

Il look dello studente maschile va bene, dimostra rispetto e interesse nei confronti ci chi lo selezionerà, anche se – d’accordo con Patrizia che ho ovviamente consultato trattandosi di moda – toglierei il fazzoletto da taschino: praticamente nessuno lo indossa più nella vita reale e rischia di assorbire troppa attenzione da parte dell’intervistatore (non vogliamo rimanere impressi come quelli con la pochette, ma come quelli che sanno una lingua straniera particolare, o che hanno già fatto molte esperienze di viaggio o studio). In più chi davvero ama la pochette (Marco Lombardi è uno di questi, ne ha una ricca collezione che ora non indossa più) ha delle regole molto precise sugli abbinamenti alla cravatta che difficilmente un giovane conosce.

Il look della studentessa invece presenta delle aree di miglioramento. Troppo poco maglione e jeans. Una camicia bianca al posto del maglione avrebbe dato un bel segnale oltre che stare bene a chiunque. Praticamente tutte le riviste di moda stanno dedicando in queste settimane un servizio a questo capo ever green, perché c’è a Prato una mostra dedicata proprio alla camicia bianca, resa iconica dal grande stilista Gianfranco Ferré.

I tacchi alti, portati tra l’altro da una ragazza già molto alta e con un fisico perfetto, che non aveva bisogno di questo artificio per essere slanciata, sono invece troppo. Sia perché, come il fazzoletto di prima, rischiano di attrarre eccessivamente l’attenzione, sia perché chi li portava si sentiva a disagio (e non è mai psicologicamente corretto presentarsi in una situazione ansiogena senza sentirsi perfetta nei propri panni), sia infine perché c’era il rischio di svettare su un intervistatore basso, o bassa, che magari non apprezza di dover inclinare la testa per guardare negli occhi chi gli sta di fronte (con questa pioggia, la cervicale dà problemi a praticamente tutti gli over 40…).

Vale forse la pena quindi di ripetere i do e don’t per quanto riguarda uomini e donne a un colloquio:

Uomini:

Giacca

Camicia

Meglio la cravatta, camicia slacciata senza cravatta solo se fa caldo

jeans senza strappi.

Se non avete un paio di scarpe con la suola di cuoio vanno bene le sneakers

no

tatuaggi in evidenza

Donne:

Camicia (se possibile bianca o chiara)

Gonna o pantaloni è uguale, purché adeguati

Una bella scarpa scura (nera, verde, blu, marrone) con tacco 7 dovrebbe essere sufficiente.

no

trasparenze

d’estate: infradito, striminzite canottiere, gonne troppo corte, spacchi

tacchi troppo alti

profumo troppo forte

tatuaggi in evidenza

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4 thoughts on “Come ci si veste per il primo colloquio.

  1. trampolinodilancio ha detto:

    Mi segnala un’amica lettrice, che preferisce rimanere anonima, che nella grande agenzia nella quale lavora un tacco 7 sarebbe considerato decisamente basso e che al colloquio viene considerato moltissimo l’abbigliamento molto curato e femminile, tacco alto compreso, in particolare per le account. Avete esperienze simili da riportare?

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  2. trampolinodilancio ha detto:

    … aspirante pianista unghie corte, aspirante infermiera senza smalto, aspirante regina tailleur pastello, aspirante sindaco chiodo nero… fate attenzione a dove andate a fare il colloquio e magari se riuscite date un’occhiata (googolando un po’ non dovrebbe essere difficile) a come sono vestiti i personaggi più esposti dell’azienda dove state per fare il colloquio. In ogni modo non esagerare e essere in ordine è sempre buona norma: presentarsi vestiti come Lapo alla Fiat potrebbe essere un azzardo, no?

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  3. Giovanna Landi ha detto:

    Post molto interessante! Sono la tesista della Dott.ssa Paola Chiesa e volevo condividere con i lettori di Trampolinodilancio quanto è emerso da un’indagine che ho effettuato durante le ricerche per la mia tesi di laurea sul Personal Branding. Ho somministrato dei questionari agli Headhunter per capire quanto sia davvero diffusa anche in Italia la pratica di ricorrere ai motori di ricerca per trovare informazioni sui candidati e cosa può fare la differenza tra un candidato e l’altro.
    Tra le tante domande, ho chiesto loro: “Quanto è importante come fattore discriminante durante un colloquio tra candidati con capacità equivalenti?”
    I fattori indagati erano: aspetto fisico, abbigliamento, postura, gestualità, mimica e prossemica. Le risposte prevedevano una scala da 1 a 10, dove 1 indicava “per niente” e 10 indicava “moltissimo”.
    Ecco cosa è emerso:

    • La postura è la prima in classifica con una media di 6,99. Questo deve far riflettere perché spesso è sottovalutata rispetto a fattori come l’abbigliamento sul quale, invece, si pone maggiore attenzione. A seguire vi sono la gestualità (media 6,81), l’abbigliamento (media 6,72), la prossemica (media 6,68), la mimica (media 6,63) e infine l’aspetto fisico (media 5,59);

    • In generale, sono le donne a porre maggiore attenzione ai fattori indagati. In particolare, lo scarto tra le valutazioni dei due sessi, è maggiore per abbigliamento e prossemica;

    • Da un punto di vista generazionale, i fattori che si possono riscontrare durante un colloquio, pesano maggiormente sulla selezione per gli Headhunter tra 36 e 50 anni di età. Fa eccezione l’aspetto fisico, per il quale i tre diversi range di età (20-35; 36-50; >50), sembrano essere abbastanza d’accordo nel reputarlo il meno rilevante;

    • Tendenzialmente, questi aspetti pesano maggiormente su chi ha meno esperienza nel settore.

    Facciamo tesoro di queste informazioni, e attenzione a come ci vestiamo per un colloquio, soprattutto se il nostro selezionatore è una donna!

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  4. Ottimo articolo e interessante anche il comment di Giovanna Landi! L’abbigliamento dipende anche dalle circostanze: ci aspetteremmo un abbigliamento differente tra un area manager in Italia e un software developer a Dublino.

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