PC L’Università IULM di Milano ha ospitato una delle tappe del Monster University Tour, un incontro dedicato alla ricerca del lavoro nell’era di Internet, organizzato in collaborazione con Monster.it, leader mondiale nel favorire l’incontro tra persone e opportunità di lavoro. Abbiamo chiesto a Giovanna Landi, che sta facendo una tesi con me proprio sul personal branding, di partecipare e farci un riassunto di quanto emerso. Giovanna ha trovato molto utile l’incontro e ha deciso di condividere le indicazioni sotto forma di un piccolo vademecum.
Giovanna Landi: “Non è stato un seminario classico. La relatrice, Alessandra Lupinacci – laureata IULM e Marketing and Communication Specialist in Monster – più volte ha invitato noi partecipanti a metterci dall’altra parte della barricata. Molti gli spunti di riflessione su cui vale la pena soffermarsi da cui ho deciso di stilare un piccolo vademecum per la ricerca di lavoro:
- Cercare lavoro è un lavoro vero e proprio. Non esiste il curriculum perfetto e in ogni caso non serve a trovare lavoro, l’unico scopo è di attirare l’attenzione di chi lo riceve al punto tale da farci ricontattare. Mettersi sempre nei panni del selezionatore e chiedersi “io mi chiamerei?”;
- Stiamo facendo una ricerca su Google: arriviamo alla ventesima pagina di risultati, a meno che non siamo davvero disperati? No. Lo stesso vale per chi ci cerca su Internet. I criteri in base ai quali compaiono dei risultati prima di altri sono la pertinenza (uso delle keywords) e l’aggiornamento delle informazioni;
- Il CV è un vero e proprio file e dobbiamo essere bravi a indicizzarlo bene se vogliamo essere trovati. Innanzitutto è da preferire sempre il formato PDF, poi, proviamo a pensare a due Marco Rossi, uno intitola il suo curriculum MarcoRossi.pdf e l’altro MarcoRossi-Laurea-Ingegneria-Milano.pdf. Chi ci seleziona non ci cerca attraverso il nome ma tramite tipo di laurea o zona geografica. Chi dei due Marco ha più possibilità di essere trovato? La risposta vien da sé;
- Avere sempre un CV aggiornato, anche se negli ultimi mesi non abbiamo fatto nulla di nuovo, basta ricaricare il file e scrivere una frase che non è per niente banale “CV aggiornato a mese/anno”. Fa capire al selezionatore che il nostro CV non è inserito online e abbandonato lì;
- Sono banditi tutti gli indirizzi e-mail diversi da nome.cognome, no nickname. Che credibilità ha un professionista che fornisce “biscottino/puffettino@hotmail.it”? Nessuna;
- Avere massima reperibilità. Inserire un CV online equivale a dire “Mercato io sono qua, sono disponibile, quindi chiamami!”, se abbiamo degli orari preferiti in cui essere chiamati basta comunicarlo nel CV;
- Partire dal presupposto che il selezionatore non ha tempo. Non allegare piani di studi al curriculum, non è la sede per essere prolissi altrimenti sembriamo “pesanti” e non in grado di comunicare nel più breve tempo possibile delle cose interessanti;
- Le esperienze all’estero fanno schizzare in alto il CV. Inserirle anche se non abbiamo aderito a un progetto Leonardo o Erasmus e siamo partiti per conto nostro per imparare la lingua, facendo lavoretti non qualificati. Il selezionatore apprezzerà la capacità di metterci in gioco e l’“arte di arrangiarsi”;
- Evitare espressioni standard: “sono un problem solver”, “sono un team player”, parliamo piuttosto di quello che abbiamo fatto, tipo progetti di gruppo nei quali abbiamo dimostrato di avere quelle competenze;
- Hobby e interessi: è consigliato inserirli sempre nel CV. Spesso sono argomenti di discussione all’inizio o alla fine del colloquio;
- Indicare tempi e disponibilità a iniziare il lavoro e segnalare eventuali disponibilità a trasferimenti su territorio nazionale e all’estero. Dove si inseriscono? Sotto le informazioni di contatto;
- La fotografia: immaginiamo di fare una ricerca su Google perché dobbiamo affittare una stanza. Ci soffermiamo di più sugli annunci con la foto o senza foto? La foto è un elemento in più per parlare di noi, per restare impressi, la foto si piazza nel cervello, si ricorda. Secondo la Dottoressa Lupinacci la fototessera fa molto “santino” e raramente qualcuno si piace. Nella foto, dunque, dobbiamo essere professionali ma, soprattutto, piacerci perché quello che dobbiamo trasmettere è sicurezza e determinazione. Se mettiamo la foto nel CV ricordiamoci di stamparlo a colori;
- Impostare la privacy sui Social Network. Su Facebook lasciare “visibile a tutti” solo la parte riguardante le informazioni, le cui sezioni ricordano un CV;
- I nostri profili professionali non devono contenere informazioni discordanti: no foto diverse, no contatti diversi, no job title diverso;
- Fare sempre la lettera di motivazione. Se si manda via e-mail non allegare mai due file altrimenti sembriamo “pesanti”. È preferibile scrivere la motivazione nel corpo della e-mail e allegare il CV. Ricordiamoci di intestarla sempre;
- Mai andare impreparati al colloquio, il selezionatore si rende conto se siamo in grado di sostenere una conversazione . Acquisire informazioni sull’azienda (anche seguendole sui Social) e sull’attualità;
- Prepararsi preventivamente a qualche domanda classica (“si descriva con 3 pregi e 3 difetti”, “come si vede tra 5anni?”) e alle domande killer (ci danno carta, penna e calcolatrice e ci chiedono “Secondo lei quante palline da tennis entrano in questa stanza?”. Non c’è una risposta, vogliono solo vedere la nostra reazione a una situazione di stress);
- Non perdere mai l’occasione di fare delle domande durante il colloquio;
- No alle stravaganze, sì alla sobrietà. No agli eccessi di scollatura, tacchi, eleganza, profumo o il contrario. Non masticare chewing-gum o caramelle e non fumare prima del colloquio. Controllare l’emotività, siamo lì per parlare di noi, non vi è nulla da temere;
- Mettere sempre, anche sotto la firma delle e-mail, i link dei nostri profili professionali. Non sappiamo chi possiamo incontrare e se e quanto utile ci sarà quella persona, il professional social networking è proprio questo;
- Non scoraggiarsi e non arrendersi davanti a un “NO” o un silenzio tombale.
A concludere l’incontro, l’intervento di Marco De Candido, Responsabile Orientamento Studenti, Stage & Placement dell’Università IULM: “Quando si parla di lavoro, si cerca di spammare i curricula, non c’è niente di più sbagliato. Dobbiamo capire quali sono le nostre unicità, riflettere su noi stessi, su cosa siamo portati, a prescindere dagli studi fatti, da quello che dicono amici e genitori; non omologhiamoci. Qual è la cosa più importante che l’azienda che incontra un candidato vuole essere sicura che il candidato abbia? 110 e lode? No, la motivazione ad esso”.
Grazie a Giovanna per questo vademecum, che ci ricorda che cercare lavoro è un lavoro vero e proprio e dà consigli in modo semplice e diretto su molti temi che abbiamo spesso trattato. Avete già provato ad applicare alcune di queste indicazioni? Ritenete che alcune in particolare funzionino?