PC Ho conosciuto Federica quando frequentava lo Iulm, e oltre ai suoi voti bellissimi mi ha sempre colpito la sua passione per la materia e la sua voglia di imparare. Non a caso il Corriere della Sera di Venerdì titola Il carattere conta più degli studi e cita una ricerca commissionata da Aidp (Associazione Italiana direzione del personale) che ha scoperto che nella selezione del personale – soprattutto per i laureati – il voto viene giudicato “molto importante” solo dall’11,8% degli intervistati e il 4% lo considera “per nulla importante”. Quello che conta veramente è invece il “buon” carattere, inteso come la predisposizione ad imparare, l’approccio positivo, la disponibilità (80% dei direttori del personale).
Tutte caratteristiche che emergono in modo chiaro da questa intervista a Federica Orlandini, a partire dalla premessa: quando le ho detto che la sua intervista sarebbe rientrata nel filone di “quelli che ce l’hanno fatta” mi ha subito risposto: Non penso di essere una che “ce l’ha fatta”, ma solo una che continua a provare!!!
Federica è ora Account Senior in JWalter Thompson e affianca all’attività lavorativa quella didattica, prima in Iulm e ora in Ied, dove ho avuto il piacere di reincontrarla. Ecco le sue risposte.
Perché pensi di essere stato scelto al tuo primo colloquio, cosa ha fatto la differenza?
Mi hanno raccontato che fui presa a lavorare sia per la votazione di laurea che (credo soprattutto!) per l’entusiasmo e l’ammirazione che avevo dimostrato per il mondo della pubblicità
Cosa ti è servito di più nel primo anno di lavoro?
Nel primo anno di lavoro ho capito che c’era parecchia differenza tra l’università e il lavoro di tutti i giorni per cui mi sono messa umilmente ad ascoltare e imparare, ho fatto un po’ la matricola e mi è servito tanto!
Cosa ti ha insegnato il tuo primo capo?
La mia prima capa era spagnola, la sento ancora per Natale (è tornata in Spagna). Era conosciuta e temuta in tutta l’agenzia per i suoi sfoghi fatti di urli e lanci di oggetti, ma mi ha sicuramente insegnato a presentarmi in riunione con tutti i materiali necessari, prendere appunti ed essere precisissima (pena un’urlata con i fiocchi…)
Cosa ti ha insegnato il capo che consideri tuo mentore?
Per mia fortuna ho avuto capi molto diversi e tutti mi hanno insegnato molto. C’è stato chi mi ha dato più nozioni sul pensiero strategico, chi l’arte della negoziazione, chi mi ha insegnato a far quadrare il budget…credo che il miglior capo sia stato quello che mi ha detto ” vai da sola e fammi sapere”…all’inizio è stato davvero pesante, ma alla fine è stata la persona che più mi ha dato fiducia e mi ha fatto capire che potevo farcela.
Cosa vorresti aver studiato in più o di più nel tuo percorso scolastico?
Mi sarebbe piaciuto studiare una terza lingua (ho fatto inglese e francese) per essere più vicina alle culture e alle esigenze di altri popoli per cui a volte mi trovo a pensare come comunicare certi prodotti e/o servizi.
Interessante è anche avere la possibilità di integrare il normale corso di studi con materie che aiutino a sviluppare e arricchire il nostro personale punto di vista come storia dell’arte, design, cinema, anche se apparentemente sembrano “fuori tema”.