PC Di questi tempi cercare un lavoro può sembrare ai giovani una battaglia alla Don Chisciotte, come afferma Marco Croci nell’articolo della Prealpina che ha scritto ieri su Trampolinodilancio, ma il fatto che la situazione sia molto difficile non deve giustificare comportamenti irrazionali e battaglie inutili, come quelli del celebre cavaliere errante.
Mai come in questo momento i giovani devono far percepire il loro talento ed emergere dalla massa, dimostrandosi propositivi, concentrati, efficaci. Non sempre è così.
Il professore al quale chiedete una tesi di laurea può essere uno dei vostri primi paladini: eppure, quando faccio delle semplici domande in seguito a una mail di richiesta di tesi, generalmente passano dei giorni prima che io riceva una risposta. Capisco che la posta elettronica per un giovane abituato a comunicare con facebook non sia un’abitudine quotidiana, ma l’impressione che io ne traggo è di scarso interesse.
Mi è anche successo che – alla seconda mail che ci scambiavamo – una studentessa (mai vista di persona) mi abbia scritto “grazie della dritta” in risposta a un’indicazione di testi per la bibliografia. Non sono una persona particolarmente formale, ma secondo voi mi sentirei di raccomandare a un mio cliente una stagista che magari lo apostroferà con questa disinvoltura?
Qualche giorno fa (tra l’altro dopo aver scritto il pezzo sulla lettera di presentazione) ho ricevuto una mail che negli allegati aveva:
- Una lettera di presentazione intestata a “Gentile responsabile del personale”. Ci voleva molto a informarsi se la p. del mio indirizzo mail stava per Paolo, Pietro o Piersilvio? O a sapere che una piccola agenzia difficilmente ha un ufficio del personale?
- Un cv che inspiegabilmente pesava 1 mb (il che può creare grossi problemi a chi ha già la casella della posta ingorgata da allegati mastonditici e magari si trova in viaggio per lavoro)
- Una foto denominata “fotorossa”, perché il candidato indossava una camicia rossa, che non riportava quindi il nome del candidato (da archiviare nelle foto pantone?)
Un altro candidato mi ha scritto se poteva mandarmi il cv, avendolo già inviato a più di 1000 altre strutture senza successo, gli ho risposto di farlo sicuramente, perché spesso mi capitano richieste di stagisti da parte dei miei clienti. Non me lo ha mai inviato. Avrà finalmente trovato un lavoro? O forse c’è un motivo per cui in nessuna delle altre mille strutture l’hanno mai assunto?
Cara Paola,
citando una famosa canzone di Tonino Carotone “..E’ un mondo difficile: vita intensa, felicità a momenti e futuro incerto”, proprio perchè l’incertezza è al centro della nostra esistenza, bisognerebbe cogliere ogni opportunità propostaci o, almeno, avere l’onestà morale di ammettere che quello che ci viene offerto non è per noi sufficiente, appetibile, interessante, ecc. o che nel frattempo abbiamo avuto altre e migliori proposte.
La mia mamma mi ha insegnato che anche quando si sbaglia numero al telefono, gentilezza ed educazione vogliono che si dica almeno “Scusi, ho sbagliato” prima di riappendere.
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Cara Giulia,
sono totalmente d’accordo! Sono ancora in contatto con uno studente con il quale non siamo riusciti a concordare un titolo di tesi che convincesse entrambi, ma che mi ha sempre ringraziato comunque del supporto e si è premurato di tenermi informata sui suoi successivi passi professionali. Va da sè che se mi chiedono di presentare una candidatura le persone che si sono comportare con gentilezza ed educazione, come giustamente sottolinei, sono quelle che propongo, sicura di presentare una persona che si comporterà nello stesso modo in un gruppo di lavoro
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Ho letto anch’io quell’articolo e l’ho trovato molto interessante. Il giornalista però si chiama Marco Croci (non Matteo Croci). Lo so perché in provincia di Varese le sue belle inchieste sull’economia locale stanno diventando molto famose e apprezzate. Credo che anche non sbagliare i nomi, come presentazione nel mondo del lavoro, sia fondamentale. Oppure no? Complimenti per il prezioso blog!
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Grazie mille per la precisazione, l’emozione di essere intervistata su un importante giornale come la Prealpina e da un vero giornalista come Marco Croci mi ha giocato un brutto scherzo! Me ne scuso con tutti i lettori e ovviamente in particolare con Marco, che ringrazio ancora per l’attenzione che ci ha dedicato. Grazie anche a te Maria, per la cura con la quale ci leggi (e spero davvero che continuerai a farlo con altrettanta attenzione!). Paola
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