PC Come anticipato abbiamo chiesto a Marco Lombardi, presidente Young & Rubicam e docente Iulm, di spiegarci gli obiettivi che si prefiggeva WPP si apre e quali consigli può aggiungere, a consuntivo dell’iniziativa, per il giovani talenti interessati al mondo della comunicazione.
Trampolinodilancio: Qual è lo spirito con il quale è nato WPP SI APRE?
Marco Lombardi: Cara Paola, ti ringrazio di voler parlare dell’iniziativa che apre le porte della complessa realtà della comunicazione odierna ben rappresentata da WPP. L’impegno richiesto è tanto, come staff time e organizzazione, in linea con un obiettivo ambizioso: aiutare i giovani studenti più meritevoli. Se ne parla tanto e si fa poco; la corsa affannosa nel grigiore della crisi impedisce visioni con qualche larghezza e profondità. Bene: lo abbiamo fatto e, forse, WPP ha trovato anche qualche talento.
Ma… quanta passività fra i giovani! Quando capiranno che, come pulcini, devono rompere l’uovo ma anche fare “pio!pio!” per trovare nutrimento? Ad esempio: come può un giovane futuro comunicatore non avere un blog? Un proprio portfolio di idee, annunci, pensieri…?.
L’intervento di Lombardi, come sempre pertinente ma anche pungente, ci permette di ritornare sul tema dell’utilità dei social media come modo di costruire il proprio personal branding e dimostrare le proprie capacità, anche nelle fasi iniziali della carriera (non a caso Marco Lombardi è il curatore dell’edizione italiana di Wikibrands, il libro di Sean Moffitt e Mike Dover che spiega come trarre il meglio dalle potenzialità dei new media).
Oggi ad esempio ho incontrato un altro partecipante di WPP si apre, che è anche nostro tesista, che mi spiegava che intende aprire un sito con tutti i video delle interviste che farà come supporto della sua tesi di laurea: sono questo tipo di iniziative (innovative, ma non gratuite) che aiutano a emergere dal gruppo e di fare sentire il proprio “pio! pio!”.
Saper progettare un intervento unico e distintivo sui new media è una straordinaria opportunità per dimostrare a chi leggerà il vostro curriculum vitae o vi valuterà in fase di colloquio che la vostra conoscenza del digital non consiste unicamente nel chattare su Facebook, perchè essere nativi digitali non è sufficiente, come è emerso con grande rilevanza al Convegno “‘Osservatorio sulla Professioni” al quale ho partecipato oggi e del quale nei prossimi post vi fornirò un ampio resoconto.